In alcune parti della Giordania la popolazione è quasi raddoppiata a causa del rapido flusso di rifugiati siriani nel paese.
Il campo di Zaatari, che si trova al nord vicino al confine con la Siria, è diventato ormai uno dei più grandi campi di rifugiati al mondo. Secondo le rilevazioni che sono state fatte dall’UNHCR, a luglio del 2015 il campo ospitava circa 81.000 rifugiati.
Il campo, istituito nel 2012 e costruito in soli nove giorni, si è espanso in maniera gigantesca, come mostra l’UNHCR con un post su Twitter. Attualmente è il campo di rifugiati più grande del Medio Oriente.
I rifugiati stanno iniziando ad adattarsi al nuovo ambiente poiché hanno capito che per il momento l’unica prospettiva all’orizzonte è quella di rimanere nel campo in Giordania per alcuni anni. Per questo motivo sono state aperte cliniche mediche, scuole e addirittura parchi giochi per i bambini. Tuttavia le strutture non sono sufficienti: nel campo vivono circa 9000 giovani tra i 19 e i 24 anni che per il momento non hanno ancora alcuna opportunità di formazione professionale.
#Zaatari #Camp then and Zaatari camp now; the picture speaks for itself pic.twitter.com/clRt9ddzOA
— Za'atari Camp (@ZaatariCamp) 9 Novembre 2014
Giordani e rifugiati siriani in competizione per le poche risorse disponibili
Come molte ONG hanno ripetutamente fatto notare, sta diventando sempre più difficile offrire servizi e condizioni di vita dignitose ad un così alto numero di persone. La risorsa che in particolare crea preoccupazione in questo momento è l’acqua. La Giordania infatti è uno dei paesi con meno risorse d’acqua al mondo a causa della posizione geografica del paese in mezzo al deserto. Il sistema di manutenzione non funziona in modo efficiente e la qualità dell’acqua è così scarsa che le persone locali normalmente non bevono dal rubinetto. Molte ONG hanno inoltre dimostrato che la metà dell’acqua è persa nella terra o è sottratta da altre persone senza pagare. La pressione sulle risorse umanitarie è talmente preoccupante che si ipotizza di aprire un nuovo campo a Azraq.
Sia la popolazione locale sia i rifugiati soffrono delle condizioni di vita sempre più difficili che durano più del previsto. All’inizio della crisi siriana, le comunità giordane avevano accolto in modo positivo i rifugiati siriani riconoscendo le difficoltà a cui i loro vicini di casa erano sottoposti. Negli ultimi tempi però i giordani iniziano a percepire i rifugiati siriani come veri e propri concorrenti in gara per appropriarsi delle poche risorse disponibili.
Secondo il generale giordano Waddah al-Hmoud, responsabile della sicurezza dei campi profughi, le tensioni tra giordani e siriani sono in aumento. “La Giordania ha bisogno di più soldi e più aiuto”, ha detto l’ambasciatrice dell’Unione Europea in Giordania, Joanna Wronecka. “Si stanno progettando riforme economiche con il Fmi ma i sussidi sui prodotti alimentari, il pane e il carburante sono finiti, e adesso stanno cercando di implementarli”. Tali cambiamenti rischiano però, secondo l’ambasciatrice, di contribuire ad accrescere le tensioni con i siriani nel breve termine.
Links utili:
– @ZaatariCamp
– @SyrRefugeesJo
Articoli di approfondimento:
– At home in limbo, di Megan Specia, Mashable
– A tre anni dall’apertura del campo rifugiati di Zaatari, continuano le sfide per le migliaia di persone che ci vivono, UNHCR – luglio 2015
– Nel campo di Zaatari, di Anna Ditta, The Post Internazionale