Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

UNHCR: maggiore supporto nell’isola greca di Lesbo: priorità ai salvataggi in mare ed al miglioramento delle capacità d’accoglienza

Dall’inizio del 2015, circa 3.460 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, 360 delle quali nelle ultime quattro settimane (circa 250 di questi nelle acque territoriali greche del Mar Egeo)

Nonostante le pericolose condizioni del mare, il numero di rifugiati e migranti che arrivano sull’isola di Lesbo continua ad essere elevato, con una media di 3.300 persone al giorno dall’inizio di novembre. Dei 660mila rifugiati e migranti che hanno raggiunto la Grecia quest’anno, più della metà sono sbarcati a Lesbo. Con l’avvicinarsi dell’inverno, le condizioni e la capacità di accoglienza rimangono inadeguate e sono sempre più sotto pressione.

Dall’inizio del 2015, circa 3.460 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo, 360 delle quali nelle ultime quattro settimane (circa 250 di questi nelle acque territoriali greche del Mar Egeo). L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta collaborando con la Guardia Costiera greca affinché sia dispiegato ulteriore personale di soccorso e ha fornito apparecchiature per sostenere gli sforzi in corso a Lesbo.

Alla luce della continua emergenza in corso a Lesbo, l’UNHCR sta stabilendo una presenza fissa in sei punti strategici lungo la riva settentrionale dell’isola, per fornire ai rifugiati assistenza immediata al momento dell’arrivo e contribuire così al salvataggio di vite umane, in collaborazione con i volontari e il nuovo partner medico dell’Agenzia, l’ONG WAHA (Women and Health Alliance International), la cui capacità d’intervento è stata ulteriormente potenziata. Tali punti vanno ad aggiungersi alle aree di aggregazione già esistenti, in cui l’UNHCR e i suoi partner forniscono già posti per riposarsi, vestiti, cibo, acqua potabile e assistenza medica. Per trasportare i nuovi arrivati ​​dalle spiagge ai luoghi di accoglienza vengono utilizzati otto autobus e tre mini furgoni, capacità che, se necessario, può essere ampliata.

L’UNHCR fa appello alle autorità affinché mettano a disposizione ulteriori alloggi ed aumentino la capacità di accoglienza con urgenza. Attualmente sono solo 2.800 i posti in accoglienza per i circa 12mila rifugiati e migranti che si trovano sull’isola. Di conseguenza molte persone, tra cui donne, bambini e neonati, non hanno altra scelta che dormire fuori e accendere dei fuochi per scaldarsi. Questa situazione aumenta le preoccupazioni sulla protezione e la sicurezza delle persone coinvolte ed è causa di tensioni con la comunità locale.

È inoltre necessario migliorare con urgenza le strutture d’accoglienza per i rifugiati che si trovano nella zona est dell’isola, a Moria e Kara Tape, e sotto la rispettiva responsabilità della polizia e del comune. Tali miglioramenti riguardano l’illuminazione, i servizi sanitari e il riscaldamento, nonché la gestione stessa della struttura. Per il momento, sono i rifugiati stessi a doversi trovare da soli un posto per dormire nei pochi rifugi disponibili, in una situazione in cui solo il più “forte” riesce a trovare un riparo, a discapito delle persone con esigenze specifiche. L’UNHCR, i partner e i volontari devono intervenire costantemente per evitare queste situazioni. È fondamentale che venga designato un manager del sito con autorità e le risorse adeguate.

A Kara Tape le condizioni di vita dei rifugiati sono migliorate, grazie agli sforzi del Comune ed il supporto dell’UNHCR (anche attraverso la fornitura di 172 unità abitative e 38 tende per i rifugiati) e di altre organizzazioni umanitarie. Tuttavia, le condizioni nel sito di Moria rimangono al di sotto degli standard minimi. L’UNHCR è pronto ad assistere le autorità per migliorare ed espandere ulteriormente la capacità di accoglienza.

In aggiunta a queste azioni, è stato inoltre affiancato un aumento del personale UNHCR sull’isola di Lesbo. Sono infatti 13 i nuovi operatori dell’Agenzia sul campo, molti dei quali parlano la lingua dei rifugiati, numero che porta a 30 il totale del personale UNHCR a Lesbo. L’Agenzia ha portato ulteriori aiuti umanitari tra cui 295mila beni di soccorso, 37mila coperte per tenere le persone al caldo, oltre 45mila cappotti per proteggere le persone dalla pioggia, così come kit per l’igiene e la cura dei bambini, materassini e teli di plastica. Questi beni vengono distribuiti dalle ONG e dai volontari. Oltre a supportare il lavoro di diverse organizzazioni non governative, l’UNHCR sta aiutando i volontari nella ricerca di alloggi e ad immagazzinare le merci e gli aiuti umanitari. Le ONG e i volontari stanno giocando un ruolo fondamentale a Lesbo e l’UNHCR sta lavorando con il Comune per migliorare il coordinamento tra gli attori umanitari.

Condizioni di accoglienza adeguate sono essenziali per la protezione dei rifugiati e dei migranti, e di vitale importanza per una gestione efficace della situazione. Il 25 ottobre, nel corso della riunione dei leader sulla rotta dei Balcani occidentali, è stato raggiunto un accordo sulla creazione di ulteriori posti di accoglienza in Grecia. Tale accordo, rappresenterà un fattore chiave per stabilizzare la situazione, ma necessita di un’attuazione rapida. L’UNHCR sta collaborando con l’Unione europea e gli Stati membri per sostenere questa iniziativa.