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Scontri violenti a Idomeni: i migranti esasperati vogliono proseguire il loro viaggio

Sul confine greco-macedone un morto e migranti lasciati soli mentre aumenta la tensione e la possibilità di sgombero del campo

Foto di: Refugee Solidarity Movement Thessaloniki-Eidomeni

A Idomeni, cittadina al confine greco-macedone dove i migranti vengono separati in base alla provenienza etnica, la situazione si fa sempre più tesa e negli ultimi giorni ci sono stati scontri violenti. Dopo le proteste della settimana scorsa che hanno visto uno sciopero della fame e molte bocche cucite, giorno dopo giorno sono continuati i contrasti tra la polizia macedone e coloro che vengono considerati migranti “economici”, ai quali viene impedito di attraversare il confine. Mentre siriani, afghani e iracheni vengono fatti andare immediatamente senza neanche passare per i campi, tutti gli altri vengono bloccati e si accampano nei pressi del confine. La divisione per provenienza ha creato tensioni anche tra i migranti di diverse etnie.
Ogni giorno circolano tra le persone voci e informazioni, senza possibilità di essere verificate, che forse il confine verrà aperto. Queste notizie riaccendono la speranza nei migranti, ma la frontiera rimane invalicabile e la frustrazione di chi è bloccato cresce. Le condizioni di vita sono pessime, molte persone dormono all’aperto senza coperte e il cibo non è sufficiente. Molti dei migranti ai quali viene sbarrata la strada per la Macedonia sono tornati verso Atene, dove lo stato delle cose è migliore che a Idomeni e dove possono tentare un altro tragitto, ma ogni giorno nuovi migranti continuano ad arrivare e il numero dei bloccati, inesorabilmente, aumenta.

Foto di: Balkan Newsbeat
Foto di: Balkan Newsbeat

Ieri mattina un gruppo numeroso di rifugiati ha tentato di attraversare il confine nei boschi dove il filo spinato non è posizionato, la polizia macedone è subito intervenuta entrando in territorio greco e sparando granate stordenti e gas lacrimogeni. I migranti hanno risposto con il lancio di sassi e poi sono dovuti scappare e tornare indietro verso il campo. Nel pomeriggio i rifugiati sono tornati e hanno distrutto il filo spinato sul confine. Tutti insieme hanno deciso che se il confine non verrà aperto indiscriminatamente dalla provenienza delle persone non passerà nessuno e hanno costruito barricate prendendo il controllo dell’area. Sembra che non ci siano stati feriti ma la situazione al campo è ulteriormente peggiorata perché dopo gli scontri di ieri tutte le ONG presenti se ne sono andate. I volontari rimasti hanno riferito che la polizia ha sparato ad altezza uomo e che si attuano pratiche illegali dal momento che non ci sono giornalisti a documentare la situazione.
Questa mattina le proteste sono riniziate e sono intervenute anche le unità speciali greche che hanno circondato i manifestanti che stanno bloccando il confine. Fonti non ufficiali dicono che la polizia greca potrebbe sgomberare l’accampamento di Idomeni entro tre giorni. L’ultimo aggiornamento dà anche la notizia di un uomo morto folgorato sui binari del treno, anche se pare che fosse lontano dalle manifestazioni dei rifugiati. Questo inquietante episodio dimostra che le condizioni sono rischiosissime per la vita stessa e getta altra vergogna sulla situazione che si sta creando lungo uno dei confini europei.

Foto di: Sergey Ponomarev
Foto di: Sergey Ponomarev

Con l’ultimo accordo tra l’Unione Europe e la Turchia che ha dato il via agli arresti di massa di 1.300 richiedenti asilo a Ayvacık, con la Francia che sospende la Convenzione europea per i diritti dell’uomo negli articoli che riguardano il diritto ad un equo processo, la tutela della libertà d’espressione, la libertà di associazione e il rispetto della vita privata, e con le indecenti violazioni dei diritti umani che coinvolgono i migranti al confine greco-macedone, ma anche all’interno dei nostri territori, dove rifugiati vengono lasciati a dormire in strada, l’Europa giorno dopo giorno perde le basi della sua tanto decantata umanità e infanga i principi fondatori della sua costituzione.
Quale futuro aspetta anche i nostri diritti? Quali garanzie possiamo avere da un’istituzione con questa modalità d’intervento?

Vedi i video da Forgotten in Idomeni
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