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Intervista al giornalista Pio D’Emilia dall’isola di Samos

Ma perché deve continuare questa carneficina? Oggi un nuovo naufragio, almeno 9 i morti, due i bambini

Pio D’Emilia, giornalista di SkyTG24, dopo la tappa al confine greco macedone, ci racconta in questa intervista la situazione sull’isola greca di Samos.
Nei suoi due giorni di permanenza il giornalista ha partecipato ad una perlustrazione con dei sommozzatori locali durante la quale c’è stato il ritrovamento di un corpo in mare senza giubbotto di salvataggio.
“Questo conferma che gli scafisti una volta arrivati vicino all’isola ordinano ai passeggeri di buttarsi in acqua, in alcuni casi li spingono e molti non fanno in tempo a mettersi il giubbotto”, spiega Pio.
Questi giubbotti, acquistati in Turchia, molto spesso sono inutili perché vengono realizzati con materiale non adatto e scadente.
“Ma perché deve continuare questa carneficina? Perché non si permette a queste persone di raggiungere i confini via terra piuttosto che costringerli alle traversate via mare?”.
“La solidarietà degli abitanti dell’isola è davvero commovente, la gente qui si sostituisce alle autorità” – continua Pio D’Emilia – “più sei povero e semplice e più cerchi di aiutare gli altri. Noi abbiamo conosciuto la signora Katina, una vedova di 70 anni che vive ormai da dieci anni da sola e ha messo a sua disposizione la sua casa per dare un po’ di conforto ai migranti”.
Sull’isola ci sono anche tantissimi volontari, sia delle ONG sia indipendenti, che aiutano materialmente le persone e danno informazioni.
“Ho intervistato Nawal Soufi, una volontaria molto attiva qui sull’isola, l’incontro con persone come lei ci fanno sentire ancora un minimo umani”, conclude Pio.
Una luce di umanità e speranza in mezzo a questo mare di crudeltà.

Pio D’Emilia su FB

Links utili:
Samos Refugees
Help the refugees in Samos, Greece