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Bozen accoglie: ancora 240 i richiedenti asilo in attesa di un’accoglienza dignitosa

Ad oggi a Bolzano vi sono circa 240 persone richiedenti protezione internazionale da molti mesi in attesa di accedere alle misure di accoglienza previste dalla normativa italiana ed europea. Solo 40 tra questi, considerati vulnerabili, hanno ricevuto semplicemente un alloggio. I restanti sono stati ospitati durante l’inverno appena trascorso nelle strutture destinate all”Emergenza Freddo”, che dovrebbe invece occuparsi solamente di persone ”senza fissa dimora” durante la notte. Dopo la chiusura di queste strutture, Provincia e Commissariato di Governo, senza nemmeno una delibera o un provvedimento ufficiale, hanno comunicato in conferenza stampa il 24 marzo scorso di voler mantenere aperte le strutture notturne ”Salewa” e ”Lemayr”, ovvero 140 posti letto per queste persone richiedenti protezione internazionale. Ad oggi, all’ingresso delle strutture, sono già appesi cartelli con la dicitura “Il centro è pieno”. Questi due luoghi poi, non solo non presentano standard dignitosi, ma non possono essere nemmeno considerate come misure di accoglienza secondo la vigente normativa.
Essa prevede invece, fra le varie cose, l’accoglienza 24 ore al giorno, due pasti caldi al giorno, corsi di lingua e assistenza legale e sanitaria. Inoltre, essendo considerate queste persone richiedenti asilo ”senza fissa dimora”, per il protocollo provinciale “Protocollo accoglienza profughi in Alto Adige” (Circolare n.1/2015, punto 10; Ripartizione 24 – Politiche Sociali) essi hanno diritto di nuovo a due pasti al giorno.

Attenendosi sia alla risposta del 12.04.2016 ad un’interrogazione in consiglio provinciale (nr. 1830/2016 “Profughi fuori quota”), che a quanto scritto dal presidente della Provincia Kompatscher in replica alla lettera delle associazioni (nr. 1/52.01/221674 del 18.04.2016): ”La Provincia autonoma di Bolzano ha garantito un potenziamento delle forme di assistenza già previste, in particolare rispetto all’erogazione dei pasti e agli orari di permanenza”. 

In realtà il secondo pasto è stato fornito per la prima volta in data 22.04.2016, gli orari non sono stati prolungati, costringendo tra l’altro le persone richiedenti protezione internazionale a lasciare le strutture alle 8.30 di mattina e a passare la giornata per strada, e nessun tipo di provvedimento è stato ancora preso in merito ad una reale accoglienza di queste persone. Il cosiddetto “degrado” percepito dalla popolazione in relazione alla presenza di queste persone a Bolzano è quindi prevalentemente il prodotto dell’irresponsabilità della politica.

Il problema quindi non è solo nella mala gestione del sistema d’accoglienza, ma anche relativo alla trasparenza della pubblica amministrazione, che fornisce informazioni non veritiere e parziali. Ad esempio non è dato ancora sapere, dopo mesi di “gestione”, quale sia la forma giuridica sottostante gli interventi di assistenza per tutte queste persone e come, o se, le autorità locali e nazionali intendono muoversi per garantire le misure d’accoglienza previste per queste persone richiedenti protezione internazionale.
Riteniamo tutto ciò inaccettabile, in particolare alla luce della recente e irresponsabile decisione dell’Austria di chiudere le proprie frontiere. Tutto ciò in un contesto, quello della città di Bolzano, dove anche nel sistema di prima e seconda accoglienza vi sono delle situazioni tutt’altro che dignitose; ad oggi infatti, vi sono ancora persone che vivono ”accolte” in container, solo per fare un esempio.