Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Udine: offrire sostegno umanitario ai migranti è sottoposto ad indagine

Comunicato stampa di Ospiti in Arrivo

Udine, 10 giugno – La scorsa settimana ad alcuni volontari dell’Associazione Ospiti in Arrivo è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini preliminari per i reati di invasione di edifici e favoreggiamento della permanenza di stranieri presenti illegalmente in Italia al fine di trarne ingiusto profitto.

Ospiti in Arrivo è un’associazione che da quasi due anni si occupa di richiedenti asilo a Udine, a scopo esclusivamente umanitario.
È nata dall’iniziativa spontanea di un gruppo di cittadini che – di fronte alle inadempienze istituzionali – ha iniziato a prestare aiuto e assistenza a migranti e richiedenti asilo provenienti per la maggior parte da Afghanistan e Pakistan attraverso la rotta balcanica. Queste persone arrivavano in città – e arrivano tuttora – per formalizzare la richiesta d’asilo alla Questura di Udine, dopo averne dichiarato la volontà alla polizia di frontiera a Tarvisio, prima città italiana dopo il confine austriaco.

Nel dicembre 2014 a Udine non esisteva alcuna struttura di prima accoglienza. Molti richiedenti asilo, che pure avrebbero avuto diritto all’accoglienza secondo le Direttive UE 32 e 33 del 2013, erano costretti a dormire per strada e avevano accesso a un solo pasto al giorno. Considerando la situazione inaccettabile e disumana, i volontari di Ospiti in Arrivo hanno iniziato a fornire quotidianamente assistenza a queste persone, portando pasti caldi e coperte nei luoghi dove trovavano riparo, cioè edifici dismessi, parchi, il sottopasso della stazione ferroviaria: un’informalità obbligata dalle inadempienze istituzionali e sostenuta esclusivamente grazie alle risorse messe a disposizione da privati cittadini e all’opera gratuita dei volontari. Queste occasioni d’incontro con i migranti diventavano anche il momento in cui rispondere alle molte domande sull’iter burocratico relativo alla domanda d’asilo: iter che nessuno, al momento dell’ingresso in Italia, sente il dovere di spiegare.

Di questa attività di prima accoglienza, svolta esclusivamente a fini di solidarietà sociale – come espresso nello Statuto dell’Associazione, che dal dicembre 2014 si configura come Onlus, i volontari hanno informato per un lungo periodo tutte le istituzioni presenti sul territorio, con l’invio di report quotidiani alla Prefettura, alla Questura e al Comune di Udine.
Nell’aprile 2015 veniva concertata tra Comune e Prefettura l’apertura di una tendopoli presso la caserma Cavarzerani per l’accoglienza dei migranti – tendopoli perennemente sovraffollata, tanto che pochi mesi dopo si è sentita l’urgenza di aprire una seconda struttura di accoglienza presso la ex caserma Friuli.

Attualmente l’Associazione Ospiti in Arrivo, che nel tempo ha allargato il suo campo d’azione dando vita a una scuola d’italiano e a una lunga serie di iniziative di sensibilizzazione nelle scuole e in città, è ancora impegnata – sempre e soltanto a scopi umanitari – nel primo supporto ai richiedenti asilo che continuano ad arrivare ogni sera alla stazione di Udine, meta di una rotta balcanica data per chiusa ma che continua a portare in città un grande flusso di migranti afghani, pakistani e iracheni che spesso ancora dormono all’addiaccio, pur avendo diritto all’accoglienza secondo le modalità previste dal Decreto Legislativo 142/15.