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L’autorità sanitaria greca chiede la chiusura dei centri di accoglienza migranti

Ekathimerini (Grecia), 26 luglio 2016

Martedì 26 luglio 2016, il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (KEELPNO), ha richiesto la chiusura dei centri di accoglienza per i migranti dislocati in tutto il paese, dopo che i suoi funzionari hanno eseguito ispezioni in 16 centri nel nord della Grecia e vi hanno riscontrato condizioni tali da rappresentare un rischio sanitario per la collettività.

Secondo i risultati delle ispezioni del KEELPNO, che sono stati inoltrati ai Ministeri della Politica sulla Migrazione, della Difesa e della Sanità, la presenza di centinaia di migranti stipati all’interno di caserme dismesse, di capannoni industriali in disuso, provoca una serie di rischi per la salute dei migranti stessi e della comunità in generale.

Gli ispettori del KEELPNO hanno visitato le strutture insieme ai funzionari della regione Macedonia Centrale, tra il 4 e l’8 luglio. Nei report stilati dopo queste visite, hanno concluso che la ventilazione dei locali era insufficiente per le centinaia di profughi che vi erano ospitati, con poco più di una coperta o una tenda a separare una famiglia dall’altra. Inoltre, hanno verificato che l’accesso all’acqua corrente era molto ridotto e hanno evidenziato che nella struttura si accumulano grandi quantità di rifiuti e immondizie.

Nel report si chiede la chiusura graduale di tutte le strutture e l’inserimento dei migranti presso comunità locali.
Le precedenti attività cui erano adibiti questi capannoni, moltiplica il rischio potenziale per la salute affrontato dai migranti” dice il report.
Ci si riferisce soprattutto all’acqua di una vecchia conceria, usata come centro di prima accoglienza, che potrebbe presentare alte concentrazioni di metalli pesanti tossici. La stessa conceria contiene amianto nel tetto, ponendo un altro rischio per la salute, continua il report.
Secondo il Vice presidente di KEELPNO e autore del report Andrea Benos, la maggior parte dei centri si trova anche vicino ad aree che attraggono numerose zanzare, esponendo i migranti a ulteriori problemi di salute.

Benos, che è professore di medicina sociale all’Università Aristotele di Salonicco, ha raccomandato alle autorità greche di fare uno sforzo per migliorare le condizioni di vita presso i centri, per esempio aumentando i WC chimici, ma ha comunque definito la situazione “senza via di uscita”. “Crediamo che, per motivi di salute pubblica, i centri di prima accoglienza vadano chiusi”, ha dichiarato.

Rimarcando il fatto che la maggior parte dei migranti è destinata a rimanere in Grecia, a seguito del trattato stipulato tra la Turchia e l’Unione Europea all’inizio di quest’anno, ha anche segnalato, come priorità per il governo, il loro inserimento graduale nella società greca.