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Relazione annuale dell’EASO sulla situazione dell’asilo nell’UE e cifre recenti sull’asilo

Comunicato stampa

L’Ufficio europeo di sostegno per l’asilo (EASO) ha pubblicato oggi la sua relazione di riferimento annuale: la relazione annuale sulla situazione dell’asilo nell’Unione europea 2015. La relazione mira a fornire una panoramica generale della situazione riguardante l’asilo nell’UE+ (Stati membri dell’UE più Norvegia e Svizzera) esaminando le domande di protezione internazionale presentate nell’Unione, analizzando i dati relativi alle domande e alle decisioni e incentrandosi su alcuni dei più importanti paesi di origine dei richiedenti protezione internazionale.

Nel 2015 le domande di protezione internazionale presentate nell’UE+ sono state quasi 1,4 milioni: si tratta del numero più elevato mai registrato dal 2008, quando è iniziata la raccolta dei dati a livello di UE. Il maggior numero di richiedenti asilo era costituito da cittadini della Siria, dei paesi dei Balcani occidentali nel loro insieme e dell’Afghanistan. I principali paesi di accoglienza sono stati Germania, Ungheria, Svezia, Austria e Italia. Alla fine del 2015 il numero di persone in attesa di una decisione riguardo alla domanda di protezione internazionale ha superato la soglia del milione; il volume delle domande pendenti è quasi raddoppiato rispetto all’anno scorso.

La crisi che ha colpito la Siria ha continuato a essere uno dei fattori determinanti nelle domande di asilo nell’UE+. Sono state più di 380.000 le domande presentate dai siriani, una cifra che è triplicata rispetto al 2014. Le domande provenienti dai paesi dei Balcani occidentali nel 2015 sono quasi raddoppiate e sono state 201.405, in larga maggioranza depositate da cittadini del Kosovo e dell’Albania. L’Afghanistan è rimasto lo scorso anno uno dei principali paesi di origine dei richiedenti asilo, con 196.170 domande presentate (in aumento del 359%); tale paese ha fatto registrare la quota più elevata di minori non accompagnati richiedenti protezione internazionale nell’UE+ nel suo complesso (25% del totale dei richiedenti asilo afghani).

La relazione analizza anche i principali sviluppi in materia di asilo verificatisi nel 2015, quali il programma di ricollocazione dell’UE, la capacità di accoglienza negli Stati membri, i progressi compiuti nei sistemi di asilo nazionali e il sostegno dell’EASO. Tra le altre cose, l’EASO ha continuato a fornire sostegno operativo a Grecia, Italia, Bulgaria e Cipro. Dal settembre 2015 l’EASO ha appoggiato il programma di ricollocazione dell’UE dall’Italia e dalla Grecia verso altri paesi europei sulla base di piani operativi di ricollocazione presso punti di crisi (“hotspot”), sottoscritti con entrambi gli Stati membri. A tal fine sono stati mobilitati esperti, anche organizzati in squadre mobili, e sono stati utilizzati vari strumenti per garantire assistenza nelle diverse fasi della ricollocazione.

Le più recenti cifre del 2016 mostrano che il numero delle domande di protezione internazionale è diminuito rispetto alla seconda metà del 2015. Tuttavia, essendo già stato raggiunto alla fine di maggio il traguardo del mezzo milione di domande, il volume di domande di protezione internazionale nell’UE+ è rimasto a un livello significativamente più alto rispetto ai primi cinque mesi del 2015, quando erano state depositate meno di 350.000 domande. La Siria è rimasta il principale paese d’origine dei richiedenti asilo registrati nell’UE+ tra gennaio e maggio.

Una domanda su tre presentata nell’UE+ in questo periodo proviene da cittadini siriani, cui si attribuisce un totale di quasi 165.000 richieste. Anche Afghanistan e Iraq hanno continuato a essere i principali paesi d’origine dei richiedenti, rappresentando insieme circa il 25% di tutte le domande registrate nell’UE+. Se da un lato i cittadini dei sei paesi dei Balcani occidentali costituivano insieme il gruppo più numeroso di richiedenti all’inizio del 2015, nei primi cinque mesi del 2016 si è osservato un calo costante nel numero di queste domande, che in maggio hanno raggiunto il più basso livello mensile da due anni a questa parte. Il numero di presunti minori non accompagnati è tornato ai livelli registrati in passato; a prevalere in questo gruppo sono i cittadini afghani.