Da tre anni la campagna inter-associativa “Frontexit” denuncia l’incompatibilità tra l’agenzia Frontex e il rispetto dei diritti fondamentali. La creazione di un nuovo corpo europeo di sorveglianza delle frontiere al posto di Frontex, approvata dal Parlamento europeo il 6 luglio scorso, segna una tappa supplementare nella guerra condotta dall’Unione Europea (UE) contro i migranti ed i rifugiati.
Più di un anno dopo l’annuncio di un rafforzamento dell’agenzia Frontex per rispondere a quella che viene impropriamente definita come “crisi migratoria”, il risultato della messa in sicurezza delle frontiere europee è sconcertante: il numero dei migranti e dei rifugiati morti nel Mediterraneo è aumentato 1 le violazioni dei diritti e le violenze contro queste persone si sono moltiplicati, sia sui luoghi di confine che nei centri di smistamento chiamati “hotspots”. Tuttavia, malgrado questa sconfortante constatazione, la nuova agenzia di guardia-costiera e di guardia di frontiera europea, che rimpiazzerà Frontex, potrà contare su un arsenale rinforzato e potrà:
– dispiegarsi più velocemente lungo le frontiere esterne dell’UE sulla base della propria valutazione quanto alla “vulnerabilità” degli Stati membri, misurata in numeri di attraversamenti irregolari delle loro frontiere esterne;
– Avere un ruolo maggiore nell’espulsione delle persone non aventi diritto di soggiorno in Europa, e ciò anche tramite l’organizzazione di operazioni di rimpatrio congiunte e l’aiuto nell’ottenimento dei documenti amministrativi necessari 2 ;
– Raccogliere i dati personali e trasmetterli all’Europol nell’ambito della lotta contro i crimini transfrontalieri, il crimine organizzato e la lotta anti-terrorismo. Aldilà dei rischi di trasmissione inappropriata di questi dati in violazione del diritto alla protezione dei dati personali garantita dal diritto dell’UE 3, queste misure alimentano i pregiudizi xenofobi che, a torto, assimilano gli stranieri a delle minacce potenziali per la sicurezza interna;
– Intercettare migranti e rifugiati in mare aperto e farli sbarcare nel “porto sicuro più vicino”. Viste le discussioni attuali riguardo la nozione di paesi “sicuri” all’interno dell’UE non è da escludere che tali sbarchi possano avvenire in Marocco, in Tunisia, in Algeria, nei Balcani o in Turchia dove persistono delle gravi violazioni dei diritti contro cittadini nazionali e stranieri e dove il diritto di lasciare un paese è ostacolato 4. Ciò va contro il diritto internazionale ed europeo ed in particolare contro il principio di non-refoulement.
– Estendersi fuori dall’Europa e scambiare informazioni con un numero crescente di paesi, alcuni dei quali calpestano notoriamente i diritti umani, fuori da ogni controllo di tipo democratico da parte del Parlamento europeo: maggior cooperazione con la Turchia, progetti supplementari di cooperazione esterna, per esempio con la Libia o con l’Egitto. 5
Quest’inedito potenziamento delle capacità di un’agenzia europea non prende minimamente in considerazione le violazioni dei diritti, sebbene queste siano documentate da organizzazioni non governative e da istituzioni ufficiali, tra cui la stessa agenzia Frontex che le qualifica con l’eufemismo di “incidenti” 6 . Tuttavia, nel nuovo mandato dell’agenzia, non c’è nulla che permetta di mettere in questione in maniera effettiva e diretta le responsabilità giuridiche dell’agenzia davanti ad un’istituzione indipendente.
Invece di aprire delle vie di passaggio legali e sicure, l’UE favorisce la migrazione irregolare che a sua volta incrementa la mortalità migratoria e incoraggia i traffici.
Le organizzazioni membre della campagna Frontexit, originarie d’Europa, del Maghreb, del Mashreq e dell’Africa occidentale, continueranno a denunciare e ad opporsi a questa deriva in materia di sicurezza. Chiediamo la soppressione di Frontex e della nuova agenzia prevista al suo posto.
Non permettiamo che i nostri rappresentanti ci facciano credere ad una “crisi migratoria” che altro non è che una crisi delle politiche d’accoglienza dell’UE e dei suoi Stati membri. L’Europa è in guerra contro un nemico da lei inventato.
Links utili:
– www.frontexit.org
- 2859 morti al 16 giugno 2016 secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale sulle Migrazioni.
- A questo scopo, un “lasciapassare” europeo, un documento di viaggio destinato a facilitare il ritorno dei cittadini di paesi “terzi” in soggiorno irregolare, è in corso di realizzazione, malgrado la contrarietà espressa dai paesi africani durante il summit de La Valletta nel novembre 2015.
- Articoli 7 e 8 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea; diritto derivato.
- Diritto d’asilo in pericolo: no alla lista UE dei paesi “sicuri” (2016) AEDH, EuroMed Droits, FIDH.
- Frontex ha firmato ad oggi 19 accordi di cooperazione esterna. Per saperne di più sulla natura delle sui azione fuori Europa, vedere la carta: “Les 10 cadeaux empoisonnés de Frontex” (I 10 regali avvelenati di Frontex).
- Frontex tra Grecia e Turchia, la frontiera della negazione (2014) EuroMEd Droits, FIDH, Migreurop.