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La ruta de Siria a Europa. Capitolo X: Libertà

#seguirconvida, MSF Spagna

Sono le quattro del pomeriggio, ci troviamo al confine tra Serbia e Croazia, in passato zona di traffici di Babrak. Piove. La gente si ripara sotto gli alberi, dorme nel fango, si copre con dei teli di plastica. Gli stessi rifugiati che prima si lasciavano fotografare dai giornalisti ora si coprono il volto: non vogliono che la loro disperazione venga immortalata, che il mondo li veda vulnerabili, vogliono conservare la loro dignità.
Una donna afgana, accompagnata dai suoi quattro figli, piange e si lamenta della situazione: è alle porte dell’ Unione Europea, alla dogana, vuole passare, implora perché la lascino passare e attraversare il confine. Dice che sono due giorni che aspetta, ma nessuno fa caso a lei e al suo fianco i suoi figli tremano di freddo.
Una rifugiata incontra un suo familiare e ha un attacco d’ansia. Grida, piange, non riesce a respirare, dice che la polizia serba ha picchiato la sua famiglia. I dottori accorrono e cercano di calmarla, invano. Vuole attraversare questo maledetto confine.
Cosa sta succedendo? Non è altro che il battito d’ali di una farfalla secondo la teoria del caos: i rifugiati continuano ad arrivare a migliaia sulla costa greca di Lesbo. Continuano a salire sui traghetti attraccando ad Atene e facendo il tragitto Grecia, Macedonia, Serbia, Croazia, Ungheria …. No.
L’Ungheria ha deciso di chiudere la frontiera, Il flusso si è dovuto dirigere verso la Slovenia, ma la Slovenia accetta solo un numero limitato di rifugiati. In un attimo questo scoordinamento porta al caos. Le decisioni individuali degli stati fanno sì che 3000 rifugiati restino bloccati al confine tra Serbia e Croazia finché non si decida come farli passare attraverso la Slovenia. Ovunque si vedono scene di disperazione.
La tensione inizia da aumentare, i rifugiati si affollano davanti alla recinzione croata, al di là della quale si levano le bandiere della Croazia e dell’Unione Europea. La polizia cerca di calmarli, ci sono persone sulle sedie a rotelle che chiedono di passare, anziani, bambini sotto la pioggia, si spintonano tra loro. Passano le ore, si alza un grido “Libertà! Libertà!” .
Quando smette di piovere la polizia croata apre la recinzione ,tutti passano e il conflitto si scioglie.