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Il bilancio delle vittime dei migranti naufragati nei pressi delle coste egiziane sale a 300

Patrick Kingsley, The Guardian - 23 settembre 2016

Photograph: Tarek Alfaramawy/EPA

Ci si aspetta che un numero record di migranti troverà la morte nel Mediterraneo nel 2016, in seguito alla stima dei morti del naufragio di questa settimana, il cui bilancio delle vittime è salito a circa 300 venerdì.

Gli agenti egiziani hanno soccorso circa 160 migranti mettendoli in salvo dal naufragio di mercoledì che si è verificato nei pressi della costa nord del paese. Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), circa 150 persone sono ancora disperse.

Le morti accertate includono 10 donne e un bambino, portando la stima del numero dei migranti vittime del Mediterraneo nell’arco del 2016 a più di 3.500. Seguendo questo trend, il numero delle vittime per il 2016 potrà facilmente superare quello del 2015 di 3.771, il più alto mai registrato. In questo periodo nel 2015, 2.887 persone erano annegate.

Il numero di persone che cerca di raggiungere l’Europa si è significativamente ridotto a partire dai picchi record dell’anno scorso, come risultato dell’accordo raggiunto tra Unione Europea e Turchia e con la conclusione del corridoio umanitario tra Grecia e Germania. Il flusso di migranti dalle tre aree più importanti – Libia, Turchia ed Egitto – resta pressoché lo stesso del 2014.

La Libia resta il punto di partenza più gettonato nel nord Africa, in particolare per le persone che fuggono dalla guerra, dalla povertà e dall’oppressione in Nigeria, Eritrea, Gambia e Sudan. Inoltre, diverse centinaia di migranti partono dall’Egitto ogni anno.

Flavio Di Giacomo, portavoce dell’OIM, afferma: “la rotta egiziana è utilizzata principalmente da migranti provenienti da paesi dell’Africa orientale come Eritrea, Somalia e Sudan, ma anche dal Medio Oriente.” Insolito constatare che la maggior parte dei sopravvissuti al naufragio di mercoledì proveniva dall’Egitto.

I siriani costituiscono la maggioranza delle persone che ha lasciato l’Egitto nel 2015 ma il numero si è drammaticamente ridotto nel 2016, in parte perché i siriani non possono più ottenere un visto per entrare in Egitto. Alla fine di agosto, solo 577 persone hanno raggiunto l’Italia nel 2016, in confronto alle 6.710 che l’hanno raggiunta nei primi otto mesi dell’anno precedente.

La Libia dimostra una scarsa volontà politica nel consegnare i trafficanti alla giustizia, abbandonando il paese nell’illegalità e nella guerra civile in corso. L’Egitto si è rivelato più proattivo, in quanto è stata elaborata una legge per contrastare il contrabbando ed ora è in procinto di essere ratificata.

Amr Taha, il responsabile dell’OIM in Egitto, afferma: “Necessitiamo con grande urgenza che il Parlamento vari la nuova legge contro il traffico di esseri umani, che dovrebbe essere un forte deterrente per i contrabbandieri. La legge salvaguarda i diritti e affronta la necessità dei migranti vittime di tratta, ma prevede anche pene detentive e ingenti sanzioni pecuniarie per i trafficanti e i loro complici“.