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Minori non accompagnati: perché Lisa Bosia Mirra non ha fatto nulla di illegale

Jasmine Caye*, Le temps des réfugiés - 6 settembre 2016

Giovedi 1° settembre, Lisa Bosia Mirra, deputata socialista del Gran Consiglio del Canton Ticino e fondatrice della ONG Firdaus, è stata arrestata alla frontiera. È accusata di aver favorito e organizzato il passaggio clandestino di quattro minori non accompagnati, facendo strada ad un furgone che li trasportava. Molto presente tra i migranti di Como respinti alla frontiera di Chiasso, aveva già denunciato ai primi di agosto il respingimento di minori non accompagnati, di persone in possesso di un certificato di rifugiati dell’UNHCR e di taluni che avevano famiglia in Svizzera. Per quanto riguarda i minori non accompagnati, molti casi di espulsioni arbitrarie sono stati denunciati dall’Organizzazione Svizzera di Aiuto ai Rifugiati (OSAR), dall’Alleanza per i Diritti dei Minori Migranti (ADEM) e da Amnesty International.

Aiutare dei richiedenti asilo minori non accompagnati a presentare le domande di asilo in Svizzera non può essere considerato come traffico illegale di migranti. Lisa Bosia Mirra non ha fatto che correggere una prassi arbitraria di respingimento automatico basandosi sul Regolamento di Dublino e sulla Convenzione sui diritti del fanciullo, i due testi che forniscono una tutela insindacabile ai minori migranti e che impongono agli Stati di adottare in loro favore misure di protezione urgenti ed adeguate.

Quanto tempo l’Italia la tratterrà?

Ovviamente, nessuno vuole una Calais sulla nostra porta di casa. Per quanto tempo l’Italia potrà contenere i migranti e conformarsi al Regolamento Dublino, del quale subisce le conseguenze in quanto primo Paese di accoglienza? Se l’Italia desse l’altolà, la Svizzera ne soffrirebbe, perché trae più vantaggio dal sistema rispetto ad altri Paesi e considera l’Italia come un sorta li luogo di stoccaggio. Tirare la corda al punto di respingere così tante persone, tra cui minori non accompagnati, non fa altro che infiammare la situazione e non garantisce la sicurezza delle frontiere, tutt’altro.

Le guardie di confine ticinesi sono state criticate per la loro incompetenza nell’obbedire agli ordini. Già a giugno, il capo del governo ticinese, Norman Gobbi, aveva dato il “la” dichiarando di voler chiudere la frontiera per impedire l’arrivo di “migranti illegali“, espressione piuttosto nuova ed inappropriata, che riflette perfettamente il fastidio delle autorità europee di fronte ai migranti economici e che contribuisce in modo infelice a dare forza ai partiti di estrema destra. Questo è l’importante dispositivo di sicurezza, che dal momento in cui è stato installato ha cambiato la situazione, poiché i respingimenti sono aumentati in modo significativo.

In una conferenza stampa, la signora Simonetta Sommaruga (consigliera federale e Ministra di giustizia e polizia n.d.R) ha difeso questa strategia per due motivi principali: la Germania non vuole più che la Svizzera lasci transitare i richiedenti asilo – sarebbero 3000 ad aver transitato in Svizzera a fine luglio – e sostiene da molto tempo il sistema di ripartizione automatica su base europea. Secondo lei, applicare rigorosamente il regolamento di Dublino è l’unica soluzione affinché l’Europa possa concretamente fare progressi sulla questione.

Ma il suo discorso non regge, come la Svizzera, nonostante un calo sostanziale delle domande di asilo nel 2016, non è stata in prima fila nel programma di ricollocamento a livello europeo. Per ora, ha accettato 34 persone rispetto alle 1.500 promesse, ed ha appena comunicato l’accoglienza di 200 persone i cui file sono solo in fase di esame. C’è quindi da aspettare ancora. In realtà, né lei né altri capi di Stato europei mostrano alcuna solidarietà nei confronti dell’Italia o della Grecia. Forse, sarà necessario attendere ancora più caos e drammi per innescare un elettroshock di solidarietà.

Nessun problema di sicurezza giustifica che dei minori siano lasciati a sé stessi in accampamenti di fortuna

La sorte dei minori migranti non accompagnati in Europa va presa molto sul serio, soprattutto sapendo i rischi che corrono rimanendo bloccati in accampamenti di fortuna in Italia. Questi notevoli rischi sono stati riconosciuti dalla Commissione Europea: basta dare solo uno sguardo ai reportage di Nina Elbagir per la CNN (giugno 2015) e di Thomas Fessy per la BBC (giugno 2016) sulla prostituzione dei minori migranti in Italia e in Grecia, per vedere come la situazione sia allarmante e assolutamente disastrosa.

Altri rapporti più recenti testimoniano la scarsa capacità di accoglienza dell’Italia. L’ultimo rapporto dell’OSAR (15 agosto 2016) e quella del Dipartimento di Stato americano sulla tratta di esseri umani e sulla prostituzione forzata in Italia dovrebbero essere presi in miglior considerazione dal Segretariato di Stato per le migrazioni (SEM).

In realtà, è Lisa Bosia Mirra che ha ragione. Il suo atto è un salvataggio. Fa parte di una volontà di proteggere minori, regolarmente abusi durante le loro peripezie, e di una preoccupazione per un’applicazione giusta del diritto svizzero nei confronti di questo gruppo di persone vulnerabili.