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Frontex reloaded: l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera

Relazione, audio e scheda di Leila Giannetto, dottoranda all'Università di Trento e studiosa di Frontex

Photo credit: Tommaso Gandini, #overthefortress al Porto di Catania durante uno sbarco

Questo è un momento storico e sono molto orgoglioso di vedere Frontex diventare l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera. La nuova Agenzia è più forte ed equipaggiata meglio per rispondere alle sfide sul piano della migrazione e della sicurezza alle frontiere esterne dell’UE. Il suo mandato è più ampio e l’Agenzia dispone di nuovi poteri che le permettono di agire efficacemente“.
Sono le parole di Fabrice Leggeri, Direttore esecutivo dell’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, inaugurata il 6 ottobre scorso in un luogo simbolico Kapitan Andreevo, piccolo villaggio al valico di frontiera tra Bulgaria e Turchia, passaggio obbligato per chi sceglie di non rischiare la vita in mare.

Il ruolo e le funzioni dell’Agenzia sono stati al centro dell’intervento di Leila Giannetto, dottoranda della School of International Studies dell’Università di Trento al convegno Stato di Guerra e Guerra ai Migranti. Frontex, deportazioni ed esteriorizzazione delle frontiere europee”.
L’incontro organizzato dal Presidio No Dal Molin si è svolto il 12 novembre 2016 presso il Centro sociale Bocciodromo di Vicenza.

L’audio, la trascrizione dell’intervento e la scheda “FRONTEX e il controllo delle frontiere” (.pdf) curata da Leila Giannetto.

Photo credit: Human right watch
Photo credit: Human right watch

Il regolamento di Frontex è stato modificato recentemente (ottobre 2016). Prima veniva chiamata “Agenzia europea per la gestione della cooperazione operativa alle frontiere esterne degli Stati membri dell’Unione europea”, abbreviato in Frontex.

Il senso di questo nome stava a indicare che Frontex non aveva mai la responsabilità totale del controllo delle frontiere che è sempre rimasta in mano degli Stati membri dell’UE.
Frontex non faceva altro che organizzare la cooperazione tra le guardie costiere e di frontiera degli stati membri dell’Unione Europea.
Con questo nuovo regolamento le cose cambiamo e Frontex si prende un po’ più di responsabilità del controllo ufficiale dei mari, delle frontiere di terra e degli aeroporti: diventa l’Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera.

La sede di Frontex si trova a Varsavia, sono andata lì ad intervistare alcuni ufficiali (almeno 15 piani di questo grattacielo sono dedicati all’agenzia), un mondo blindato fatto di uffici, in cui però si decide anche della vita di migliaia di esseri umani.

Nel 2016 questo grande cambiamento del regolamento di Frontex è stato necessario, secondo quanto afferma anche Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo, per salvare Schengen, cioè la possibilità di muoversi liberamente all’interno degli stati membri dell’Unione europea e di mantenere una frontiera esterna abbastanza forte, protetta e sicura.

Frontex ha una serie di competenze Il suo lavoro parte dall’individuazione di quelli che sono i “rischi” (.pdf) alle frontiere esterne, si individuano i punti più “pericolosi” per l’ingresso dei migranti nell’UE. Una volta individuati questi punti di accesso Frontex non fa altro che raccomandare agli Stati membri di portare avanti delle operazioni specifiche in quei luoghi. Oltre a questo Frontex aiuta gli Stati membri che si trovano alle frontiere esterne dell’UE, fornendo personale e strumenti per il controllo di questi luoghi sensibili.

Photo credit: Tommaso Gandini, #overthefortress al Porto di Catania durante uno sbarco
Photo credit: Tommaso Gandini, #overthefortress al Porto di Catania durante uno sbarco

Frontex ora si occupa anche del monitoraggio continuo di questi luoghi (ad es. Sicilia, Puglia, Calabria, Spagna, isole greche…) e del pattugliamento continuo del Mediterraneo, quindi una funzione di vera e propria guardia costiera, sostituendo in parte le guardie costiere nazionali, cosa che prima era assolutamente impossibile.

Frontex ha anche il potere di portare avanti una propria politica estera stringendo delle cooperazioni specifiche con enti amministrativi di Stati non europei (le polizie ad esempio) per il controllo dei flussi migratori. Cooperazioni allargate anche a degli Stati non propriamente democratici come la Turchia, ma anche il Sudan, il Senegal e molti altri altri.

Frontex si propone anche di combattere il crimine. Si parla di crimine quando si parla di facilitazione dell’attraversamento delle frontiere da parte di reti criminali, di traffico di esseri umani, di auto rubate e di qualsiasi altro bene che possa essere stato sottratto in maniera fraudolenta. Oltre a tutto ciò, fa anche tanta ricerca ed innovazione, specificatamente nell’ambito di tecnologie che vengono usate per il controllo della frontiera, dispositivi di ultima generazione di cui Frontex si sta dotando facendo in modo che anche gli Stati membri se ne dotino.

Frontex, inoltre, fa anche l’addestramento alle polizie di frontiera nazionali.

Come ultima tra le varie competenze c’è anche il rispetto per i diritti umani. Una grossa novità del 2016 è che Frontex, di fronte alle fortissime pressioni del Parlamento europeo e della società civile perché si dotasse di un sistema di ricorso per le violazioni di diritti umani durante le sue operazioni, nel rispetto dei diritti umani, ora è obbligata a farlo.

In questo momento qualsiasi persona che pensi che i propri diritti siano stati violati durante un’operazione Frontex può accedere ad una procedura di denuncia per riportare le violazioni subite. Prima non era assolutamente possibile.

Dal 2016, per farvi capire la centralità che ha assunto la Turchia nel controllo dei flussi migratori, c’è anche una persona di Frontex (il cosiddetto liason officer) che si occupa specificatamente dei rapporti con questo Stato.

Migratory routes map (Fonte: Frontex)
Migratory routes map (Fonte: Frontex)

Ma com’è che Frontex racconta queste frontiere di Schengen? Parla sistematicamente di “attraversamenti illegali“, di numeri di persone che attraversano “illegalmente” le frontiere esterne.
Su questa mappa ci sono frecce per indicare i luoghi di approdo, quelli che prima citavo come luoghi sensibili.
Per darvi un’idea, nel 2015 sono 1.800.000 il numero di “ingressi illegali” forniti dall’Agenzia, ma è l’agenzia stessa a dire che queste persone sono state contate più volte.
La crisi numerica delle migrazioni è in parte dovuta anche ad un conteggio errato.
Una stima più reale fornita sempre da Frontex parla di 1milione di persone, ma quella che loro presentano sistematicamente in tutti i documenti ufficiali è di 1milione e 800mila per il solo 2015.
Questo per dirvi di come si costruisca poi l’idea di questa invasione… [E’ chiaro che c’è stato un numero “record” di ingressi irregolari nel 2015, ma è facile cadere nell’allarmismo dei grandi numeri, soprattutto quando questi non sono così ben definiti.]

Nel 2015 c’è stato anche un numero record di decessi che è stato battuto solo dal 2016 (più di 3.000 persone: dato aggiornato al 26 di ottobre). 1

Ma chi è il responsabile ultimo del controllo delle frontiere? Chi è il responsabile delle tragedie e delle violazioni che avvengono alle frontiere? Sono gli Stati membri dell’UE o Frontex?
La stima dei morti e dei dispersi, come dicevo prima è altissima, ma ci sono anche violazioni dei diritti umani, tra cui torture, violenze negli hotspot, come ha denunciato Amnesty International nel rapporto “Hotspot Italia“, e moltissimi casi di respingimenti in mare e via terra.
L’Italia, con una sentenza storica della Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo, è stata condannata nel 2011 per i respingimenti verso la Libia nel cosiddetto caso Hirsi.

Mediterranean Sea. Recorded deaths in the Mediterranean by month, 2014 - 2016 (Missing Migrants Project)
Mediterranean Sea. Recorded deaths in the Mediterranean by month, 2014 – 2016 (Missing Migrants Project)

La presenza di Frontex all’interno degli hotspot in Italia (al momento sono 4 in Italia) e in Grecia è abbastanza consistente. Il suo ruolo è quello di aiutare le autorità nazionali a prendere le impronte digitali dei migranti, a decidere chi ha diritto di fare richiesta di asilo e chi no (processo di screening), si occupa poi delle interviste specifiche ai migranti per cercare di capire come si formano le reti di “facilitazione all’attraversamento delle frontiere“, quindi parla con i migranti per capire chi hanno pagato per arrivare in Europa.
Negli hotspot oltre a Frontex operano anche altre agenzie europee e principalmente autorità italiane.

Il ruolo di Frontex nell’accordo tra UE e Turchia, che è stato criticato enormemente per l’assurdità nel considerare la Turchia come “paese sicuro“, l’agenzia appoggia questa operazione e contribuisce a portarla avanti con una quantità di personale abbastanza sostanzioso (almeno 313 persone), offrono anche personale per il pattugliamento del mare, mezzi specifici, in particolare elicotteri e moltissimo personale (circa 730 persone) per prendere impronte, fare lo screening e il debriefing, cioè capire come funzionano le reti di “facilitazione” delle migrazioni e della tratta di esseri umani.

Prima del 2016 l’Agenzia si è anche dotata di un codice di condotta (.pdf) che dovrebbe essere utilizzato da tutte le guardie di frontiera in Europa e ovviamente dal personale di Frontex. Il personale di Frontex è quindi tenuto a rispettare una serie di norme specifiche rispetto ai diritti fondamentali dei migranti che attraversano le frontiere.
C’è anche un codice di condotta specifico per tutte le operazioni di rimpatrio (.pdf) a cui Frontex partecipa.

Infine c’è anche un nuovo modo di riportare gli incidenti gravi e varie categorie (sono 4) per definire che tipo di incidente è avvenuto. La prima, ad esempio, è quella che riguarda gli attentati terroristici o rischi per la sicurezza nazionale, come ultima invece ci sono le “violazioni dei diritti dei migranti in operazioni Frontex ad opera di personale Frontex“.

Cosa succede a Vicenza adesso?
Come abbiamo già detto l’obiettivo di Frontex, da sempre, è quello di combattere quella che loro chiamano la “tratta di essere umani“.

Poco fa spiegavo che esiste una rete criminale che porta persone in Europa, spesso con l’inganno, per sfruttarle, per motivi legati alla prostituzione ma anche all’adozione illegale: questa è la vera e propria tratta di esseri umani ed è un crimine terribile, attraverso il quale i trafficanti schiavizzano e sfruttano degli esseri umani.

Photo credit: Stefano Danieli, #overthefortress al Porto di Catania
Photo credit: Stefano Danieli, #overthefortress al Porto di Catania

Poi c’è un’altra pratica, quella della facilitazione all’attraversamento delle frontiere dell’UE. Questa pratica si chiama smuggiling e non va contro la volontà del migrante, ma è qualcosa che il migrante richiede ai passeurs o smugglers perché non ha altra via legale per accedere al territorio europeo. Per cui il migrante paga un facilitatore, un passeurs, che gli permette di entrare in Europa irregolarmente.

Frontex mescola il significato di queste due parole, trafficking e smuggling: utilizza i termini traffico e tratta di essere umani in maniera abbastanza onnicomprensiva e criminalizza quindi pesantemente la facilitazione dell’attraversamento delle frontiere europee non considerando il fatto che praticamente non esistono vie legali per arrivare in Europa per chi non ha documenti o scappa dalle guerre. Motivo per cui lo smuggling è l’unica via per approdare in Europa.

Un’altra cosa che fa Frontex è scambiare informazioni e dati sensibili delle persone che attraversano la frontiera con le altre agenzie europee e con le autorità competenti degli stati membri. Quello che Frontex fa anche qui a Vicenza è di impartire un addestramento anche per quanto riguarda i diritti umani da rispettare alle frontiere esterne. E’ l’unico corpo di polizia europeo che ad oggi è obbligato dall’UE a rispettare dei diritti umani specifici per le situazioni delicate che si determinano alle frontiere.

Frontex adesso ha sicuramente più poteri, più responsabilità, più mezzi, mantenendo come focus centrale il controllo delle frontiere e la guerra agli ingressi irregolari.

Concludo con un piccola provocazione: forse è più facile controllare Frontex rispetto alle polizie nazionali?

Links per approfondire:
Mediterranean Sea. Recorded deaths in the Mediterranean by month, 2014 – 2016
– The Intercept, SHOOT FIRST. Coast Guard Fired at Migrant Boats, European Border Agency Documents Show
Hotspot Italia, Amnesty International, 2016 (.pdf)

  1. Per approfondire: chi tiene il conto dei morti e dispersi alle frontiere dell’Europa? • Fortress Europe (Gabriele del Grande) • Missing migrants project (IOM) • Human costs of border control (VU) • nuovidesaparecidos.net

Redazione

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