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A Roma per i migranti non si è fatto abbastanza – verso la manifestazione del 17 dicembre

a cura di un'attivista di Baobab Experience

La mancata accoglienza nella Capitale è una storia che parte da lontano, passando per il sistema di Mafia Capitale, si muove attraverso la colpevole connivenza ed indifferenza delle istituzioni locali nella mala-gestione del fenomeno migratorio ed approda nella miriade di strutture di un sistema di accoglienza frammentato e disomogeneo, con problematiche legate tanto ad una assistenza inefficiente per i migranti quanto a condizioni lavorative non ottimali per gli operatori professionali.

Il Comune di Roma, dalle diverse amministrazioni che si sono succedute fino all’attuale giunta Raggi, ha sempre trattato la questione sociale dei migranti come un mero problema di ordine pubblico: sgomberando gli accampamenti informali e criminalizzando chi tentava di fornire solidarietà e accoglienza.

Il 17 dicembre gli attivisti di Baobab Experience, insieme alle realtà sociali e organizzazioni solidali scenderanno in strada per chiedere un’accoglienza dignitosa e il rispetto dei diritti umani (Proteggiamo le persone, non i confini – Link evento).

© Matteo Nardone - Mat Nardone Photography - www.matteonardone.com
© Matteo Nardone – Mat Nardone Photography – www.matteonardone.com

La giunta capitolina ha calato il jolly il primo dicembre: tutti i migranti che dormivano in strada nei pressi della Stazione Tiburtina, sono stati trasferiti nella struttura della Croce Rossa Italiana, in via del Frantoio.
Lì, il giorno prima, si sono magicamente liberati 92 posti. I vecchi ospiti sono stati trasferiti nelle strutture vicino la capitale: chi ad Anzio, chi a Nettuno, chi a Rocca di Papa.

Un colpo di mano nato dalla pressione messa all’amministrazione comunale da parte di Baobab Experience, MEDU e la rete di supporto legale (A buon diritto, Action, CIR, Radicali Roma) che avevano costretto l’assessora a fissare un incontro sul tema, visto l’inverno alle porte e i continui sgomberi che impedivano agli attivisti di installare un presidio umanitario con delle tende che garantissero un riparo minimo ai migranti.

Infatti dal 30 Settembre (giorno dello sgombero di via Cupa) al 1 Dicembre, sono stati ben 10 (dieci) gli sgomberi subiti dai migranti e dagli attivisti che cercavano di portare solidarietà e supporto contro il freddo della notte. Una vera e propria persecuzione che però non ha fiaccato l’animo delle volontarie e dei volontari, e anzi ha fatto crescere la loro voce e la loro rabbia, fino a mettere davanti l’assessora alle politiche sociali, Laura Baldassarre, di fronte alle sue responsabilità.

L’attenzione mediatica che Baobab Experience e MEDU sono riusciti a tenere alta e i comunicati di Amnesty International, Medici Senza Frontiere, UNHCR e Croce Rossa Italiana sulla vergognosa situazione dei migranti a Roma hanno accelerato il tutto.

E così, all’improvviso, 92 posti liberi.

Siamo contenti, molto, che più di 70 migranti siano riusciti a trovare un tetto e un letto vero per la notte; siamo orgogliosi di non aver ceduto di un millimetro da un anno esatto (il 6 dicembre 2015 chiudeva il Centro Baobab di via Cupa. Grazie ancora commissario Tronca) nonostante i bastoni tra le ruote che le amministrazioni, municipali e comunali, ci hanno messo, nonostante i ripetuti sgomberi e nonostante i mezzi di fortuna con i quali ci siamo organizzati.

Siamo contenti. Ma non siamo ottimisti.
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Nelle ultime due sere, 5 migranti (3 sudanesi, 1 nigeriano e 1 egiziano) appena arrivati a Roma, non hanno trovato un posto in accoglienza e hanno dormito nel piazzale est della Stazione Tiburtina. La struttura della CRI di via del frantoio è già satura.

In concomitanza, gli sbarchi in Sicilia stanno continuando (ieri quasi 800 arrivi e 16 migranti che non ce l’hanno fatta) così come le deportazioni che deliberatamente il Ministero dell’Interno attua a Como e Ventimiglia, riportando i migranti nei centri del Sud Italia e obbligandoli a ricominciare la loro odissea nel Paese.
Queste considerazioni disegnano uno scenario ovvio: la soluzione messa in piedi ha vita breve.

Quello che abbiamo chiesto e che continuiamo a chiedere al Campidoglio è la creazione di un presidio umanitario fino a quando non verrà aperta una struttura in grado di accogliere i migranti già presenti a Roma e quelli in arrivo.

Chiediamo che non si agisca più in emergenza, che venga preso atto del fenomeno strutturale della migrazione e che la capitale d’Italia, principale Paese di arrivo per tutti i migranti africani, si faccia trovare pronta e che valorizzi questa situazione invece che subirla.