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Bulgaria – Harmanli: i giorni dopo la rivolta

Bordermonitoring Bulgaria, 30 novembre 2016

Photo credit: Balkan Insight

Secondo quanto riportato da fonti non ufficiali, in seguito ai disordini scoppiati nel campo di Harmanli (in Bulgaria) il 24 novembre scorso, la polizia ha fatto irruzione intorno alle 21 della stessa giornata in tre stabili che al momento ospitavano richiedenti asilo prevalentemente afgani.

Tutti gli uomini e i ragazzi sono stati picchiati selvaggiamente per due ore, le porte e le finestre mandate in frantumi (guarda le fotografie). Un quindicenne afgano ha subito la frattura del cranio e versa in gravissime condizioni, dopo essere stato indotto al coma farmacologico.

Il ragazzo faceva già parte di un gruppo che, scortato da poliziotti, stava per essere trasferito nel campo profughi di Elhovo; una volta accertata la gravità delle sue ferite, è stato inizialmente visitato in un ospedale di Yambol per poi venire trasportato nell’ospedale di Stara Zagora, in cui è stato operato d’urgenza.

I controlli medico-sanitari nel centro di Harmanli sono iniziati da due giorni.
Le autorità bulgare hanno annunciato apertamente la costruzione di nuove recinzioni intorno al campo; è stato inoltre dichiarato che l’ex Centro di Transito di Pastrogor verrà riconvertito in un campo chiuso. Gli ospiti afgani di Harmanli sono stati accusati dalle autorità di aver dato inizio alla rivolta, accusa che i media bulgari hanno rinforzato ulteriormente.

La SAR (State Agency for Refugees) ha previsto il rimpatrio degli afgani; per ora, a questi ultimi è stata offerta la deportazione volontaria, nonostante non siano state ancora decise le modalità. Quaranta persone hanno già acconsentito alla deportazione; nel caso in cui qualcuno si rifiuti, viene minacciato di arresto in seguito a un processo. Ognuno dei 18 (fra cui tre minorenni) arrestati e processati a Harmanli con l’accusa di aver fatto scoppiare la rivolta rimarrà in carcere fino alla conclusione dei procedimenti giudiziari.

Nel frattempo, il Bulgarian Helsinki Committee (BHC) e l’UNHCR hanno rilasciato numerose dichiarazioni: il portavoce dell’UNHCR ha affermato che i richiedenti asilo non dovrebbero venire deportati in nome della sicurezza nazionale o a causa di una loro rivolta.

Il BHC ha richiesto l’apertura di un’indagine sugli eventi intercorsi all’interno del campo di Harmanli. Bordermonitoring Bulgaria sostiene due pareri condivisi da numerose associazioni umanitarie: tutti i campi chiusi e i centri di accoglienza sono ancora sovrappopolati; finché le condizioni di vita dei migranti rimarranno gravi come nel centro di Harmanli e di altri, la Bulgaria continuerà a essere un paese di transito.

A timeline about the recent events in Harmanli could be found here.