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Status di rifugiato cittadino gambiano: la Corte d’Appello ribalta il giudizio di primo grado

Corte d’Appello di Potenza, sentenza n. 512 del 22 dicembre 2016

La Corte di Appello di Potenza riconosce invece lo status di rifugiato ad un cittadino gambiano. L’appello è stato seguito dall’Avv. Francesco Abate del Foro di Matera, membro della sezione Asgi Basilicata.

Una sentenza importante poichè ribalta il giudizio di primo grado con alcune parti interessanti che vanno sottolineate.

Intanto quanto si era detto in primo grado: “Il Tribunale di Potenza, con ordinanza del 1/4/2016, ha rigettato il ricorso, ritenendo insussistenti i presupposti per il riconoscimento della protezione internazionale, sia per la scarsa attendibilità del racconto fornito dal richiedente e sia, quanto alla protezione sussidiaria, per la situazione politica del Gambia che, a quanto risultava dal sito della Farnesina, viaggiaresicuri.it, e dal Rapporto Amnesty International, non presentava le criticità presenti in altri Paesi; in particolare, ha rilevato che la zona di provenienza del ricorrente è caratterizzata da piccoli villaggi di pescatori, riserve naturali e lussuosi resort”.

La Corte, dopo aver sempre con estrema attenzione valutato tutti gli elementi sulla situazione e sulle condizioni generali, politiche, economiche e sociali del Gambia, Paese di origine dell’appellato, dichiara: “Alla luce di tali elementi, la Corte ritiene che al richiedente debba essere riconosciuto lo status di rifugiato. Ed invero, nato a Bakau, nella Regione K.M.C. del Gambia, il 1/3/1995, di etnia mandinga e di religione musulmana, ha dichiarato: di essere stato tratto in arresto per aver partecipato ad una festa omosessuale, pur non essendo tale; di aver sofferto sei mesi di carcerazione per essere posto poi, dietro pagamento di cauzione, ai domiciliari; di essere scappato per timore di subire restrizioni ingiuste, stante la persecuzione attuata dal governo per gli omosessuali”.

E poco più avanti: “Il Gambia, da quanto risulta dalle fonti citate, presenta preoccupanti condizioni di vita nelle carceri e pratica la tortura con palesi violazioni dei diritti umani delle persone sospettate. La situazione socio – politica in Gambia è tuttora caratterizzata da estrema incertezza e preoccupazione, che giustifica l’esodo enorme (vedi circa 1.600 arrivi registrati nel 2015 – fonte Frontex), rispetto ad un Paese così piccolo”.

Ed infine conclude: “Alla luce di tanto, la descritta situazione di grave e diffusa violazione dei diritti umani nei confronti delle persone sospettate di commettere delitti, ed in particolar modo per quelle omosessuali o ritenute tali, depone nel senso di poter fondatamente ritenere che un civile, rientrato nel paese o nella regione in questione correrebbe, per la sua sola presenza sul territorio, un rischio effettivo di subire una concreta minaccia di essere sottoposto a pratiche illegali (Corte di Giustizia sentenza 172/09 caso Elgafaji.)”.

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Corte d’Appello di Potenza, sentenza n. 512 del 22 dicembre 2016