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László Toroczkai, chi è il sindaco di Asothalom al confine serbo-ungherese

Il perfetto esempio di "nazista in completo"

Secondo il direttore del “Political Capital Institute” di Budapest, Peter Kreko, specializzato nell’analisi dei movimenti di estrema destra attivi in Europa,  László Toroczai incarna il prototipo del “nazista in completo“, riferendosi alla necessità di non giudicarlo fermandosi all’aspetto da cittadino gentile, cattolico osservante e bravo padre di famiglia.

Toroczkai spiega che i cosiddetti “cacciatori di migranti” non sono vigilanti volontari, ma un vero e proprio corpo, con le stesse prerogative della polizia. I comuni ungheresi possono decidere di creare questi gruppi, se dispongono dei fondi necessari per organizzarli.

Ma nel suo caso, trattandosi di una zona di frontiera di rilevanza nazionale, il corpo è finanziato da fondi ministeriali.  László Toroczkai, sindaco di Asothalom, è uno degli estremisti più conosciuti in Ungheria. È leader onorario di molte organizzazioni estremiste e paramilitari molto violente.

Nel 2004 Toroczkai è stato bandito dalla Serbia per un anno a causa delle rivolte da lui causate nella città di Palic, e nel 2006 le autorità slovacche gli vietano l’ingresso nel paese per cinque anni a causa delle manifestazioni che ha organizzato davanti al Ministero degli Interni slovacco.

László Toroczkai, László Tóth alla nascita, ha cambiato il suo cognome in Toroczkai perchè Tóth assomigliava troppo alla parola Tót che in ungherese significa “lo slovacco“. Ha scelto Toroczkai come nuovo cognome, presumibilmente perché i suoi antenati provenivano dalla città di Torockó, attualmente in Romania ma ex territorio ungherese.

Dopo tutto, per colui che ha istituito il Hatvannégy Vármegye Ifjúsági Mozgalom (HIVM/movimento giovanile delle Sessantaquattro Contee), è motivo di orgoglio avere e mostrare le proprie radici ungheresi, antecedenti i confini sanciti nel 1920 dal Trattato di Trianon.

Il Movimento Giovanile delle sessanta-quattro contee è un movimento di estrema destra ungherese, che sostiene la riunificazione di tutti gli ungheresi che vivono al di fuori dell’Ungheria a causa della revisione dei confini del Trattato di Trianon, che ha definito i confini attuali dello stato ungherese. Fino al 2013 il leader del Movimento Giovanile 64 contee era László Toroczkai. Il nome del movimento è intitolato alla memoria della “Grande Ungheria“, che fu divisa in 64 contee, anche se è un anacronismo, perché il Regno d’Ungheria aveva solo 63 contee.

Prima di fondare l’HIVM nel 2001, a soli vent’anni Toroczkai si candida per il Partito Ungherese di Giustizia e Vita (MIÉP), ultra-nazionalista e di estrema destra, e partecipa ai dibattiti sullo xenofobo e anti-semita Magyar Forum. Nel frattempo Toroczkai ha istituito un’organizzazione paramilitare chiamata “Unità speciale dei Figli della Corona”, e, un paio di anni più tardi, nel 2001 ha fondato HVIM, che divenne una delle organizzazioni più importanti dell’estrema destra.

Dall’assedio del palazzo dell’emittente statale MTV a Budapest durante le rivolte anti-socialiste del 2006, alle minacce di morte contro l’ex Primo Ministro Ferenc Gyurcsány e l’istituzione del Magyar Sziget, ritrovo annuale di estremisti, antisemiti e xenofobi da tutta Europa, Toroczkai ha accumulato molti atti (im)popolari che lo hanno reso un personaggio di spicco nei movimenti di estrema destra e noto a livello nazionale.

Durante l’assedio a MTV sono rimasti feriti 190 poliziotti, alcuni dei quali in modo grave. Nonostante i due tentativi di incriminazione il suo ruolo di spicco nella rivolta e le minacce di morte rivolte al primo ministro è sempre stato assolto.

Successivamente decide di trasferirsi con la famiglia nella cittadina frontaliera di Assotthalom cittadina di 4.200 persone a 3k dal confine serbo, e cambiare vita.

Dopo la vittoria alle elezioni di Fidesz Toroczkai ha mantenuto un profilo basso. E, una volta arrivato ad Ásotthalom, ha impersonificato la figura del buon padre di famiglia. Ha iniziato a frequentare assiduamente la Chiesa cattolica locale avvicinandosi al parroco, il quale era in cattivi rapporti con il sindaco poiché non permetteva ai lavoratori pubblici di falciare anche il prato della chiesa. Gli abitanti del villaggio vedono in lui l’esempio di un padre devoto e premuroso.

In breve tempo diventa sempre più popolare, soprattutto perché assicura la gente di Ásotthalom che non ci sarà più alcun programma di austerità causato dal ridimensionamento del budget del governo e che lui stesso si adeguerà al salario minimo. Anche grazie alle sue capacità imprenditoriali molti dei suoi futuri elettori trovano nuovi posti di lavoro. La maggioranza dei cittadini non è a conoscenza del passato neonazista, anti-semita, xenofobo e omofobo di Toroczkai.

Riesce a trasformarsi, apparentemente, in una nuova persona. Così nel 2013, a pochi mesi dal suo arrivo in città, Toroczkai riuscì a conquistare il 71.5% dei voti e a spodestare Ferenc Petró, sindaco dal 1998 a fianco del Partito Fidesz.

Appena diventato sindaco decine di migliaia di migranti hanno attraversato Assotthalom per raggiungere l’Europa Occidentale. All’epoca la situazione non destava ancora la preoccupazione dell’Unione Europea e del governo ungherese, ma costituiva la ragion d’essere del novello sindaco Toroczkai. È stato allora che si è iniziato a parlare della costruzione del muro sul confine, idea che è stata adottata concretamente dal governo Fidesz due anni dopo.

Toroczkai ha istituito anche un corpo di polizia in funzione anti-migranti, che affianca la polizia e l’esercito presenti al confine. Per quest’ultima iniziativa Toroczkai non ha aspettato l’intervento delle autorità, ma ha agito da solo prendendo l’iniziativa assumendo personale stipendiato dal comune rilevando che “Non sono vigilantes volontari, ma un corpo addestrato e con gli stessi diritti e doveri della normale polizia, di cui ogni sindaco potrebbe dotarsi“.

L’approccio di Toroczkai ha da subito incontrato l’appoggio degli abitanti di Àssotthalom che già agli esordi si sono mossi contribuendo al successo della raccolta fondi per acquistare una nuova Toyota per supportare la logistica delle operazioni “anti-migranti” fino ad ora svolte con l’ausilio di una vecchia auto russa e di cavalli.

A farne uno status symbol nella lotta ai migranti è stato il bizzarro ed egocentrico video propaganda dal titolo “Messaggio agli immigrati illegali provenienti dall’Ungheria” girato nel 2015 e sottotitolato con il testo inglese, volto a dissuadere i migranti dall’attraversare il vicino confine con l’Ungheria; mettendo in mostra le forze di sicurezza della cittadina, Toroczkai ha giocato un ruolo da protagonista. Seduto alla scrivania avverte che entrare illegalmente era diventato un crimine punibile con l’arresto e l’espulsione e, dopo aver fatto esibire i suoi uomini virulenti con occhiali per la visione notturna, fucili e pistole a gas come in un economico fil d’azione, guarda dritto in camera e conclude dicendo: “L’Ungheria è una cattiva scelta, ma Assotthalom di più”.

Nel mese di novembre 2016, il sindaco Toroczkai ha emanato due decreti, entrambi in contrasto con la costituzione ungherese. In primo luogo, il decreto vieta ai musulmani di indossare qualsiasi abito islamico in pubblico, tra cui il burka, il “burkini”, il niqab o il chador.

È vietata anche l’apertura di qualsiasi moschea nella città, così come un divieto per la costruzione di eventuali minareti.

La seconda parte del decreto si rivolge alla comunità LGBT e vieta a chiunque di promuovere il matrimonio tra persone dello stesso sesso in pubblico. Chiunque sia sorpreso in abiti islamici o a promuovere i diritti dei gay è multato con 150.000 fiorini (circa 500€). Inizialmente, l’iniziativa del sindaco è stata in gran parte respinta e vista come una sciocchezza e come un’azione politica, ma in realtà dimostra che il decreto ha un impatto su più persone di quanto inizialmente pensato.

Hgv.hu (giornale ungherese) ha, infatti, scoperto che ci sono almeno due musulmani ungheresi residenti a Assotthalom convertiti dopo un lungo periodo di permanenza in Kuwait. Oltre a loro vi sono diversi cittadini gay. Toroczkai ha affermato però che il nuovo decreto non è destinato a limitare i diritti fondamentali dei cittadini locali ungheresi, ma è una misura “preventiva” nel caso in cui i musulmani inizino a stabilirsi nella zona.


Per approfondire:
– Il servizio della BBC: The village aiming to create a white utopia

– Il servizio delle Iene: