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Bologna – Chiudono i centri dell’emergenza freddo: 500 migranti in strada

Con la fine del piano freddo cinquecento migranti a Bologna finiranno in strada. Alcune decine di loro, provenienti da diversi dormitori in città, lo hanno denunciato martedì mattina davanti al Comune. Avrebbero diritto a entrare nel circuito dell’accoglienza, ma la Prefettura d’accordo con il Comune li ha spediti nei dormitori. Hanno aumentato i posti nei dormitori pensando al piano freddo come un surrogato dell’accoglienza, ma il risultato è che il 31 marzo i dormitori chiudono e ai migranti non resterà che vivere nei parchi e sotto i ponti. Sono richiedenti asilo che spesso già da mesi attendono il parere della commissione territoriale e il permesso di soggiorno che la Questura dovrebbe dare entro 30 giorni, ma spesso impiega 5 o 6 mesi prima di rilasciarlo. Comune, Regione e Prefettura vorrebbero farli lavorare gratis, ma quando si tratta dei documenti voltano le spalle. E li costringono al limbo dell’attesa infinita e continua, senza potersi muovere da Bologna come se fossero in una gabbia senza via d’uscita. E invece sono migranti che hanno diritto a restare in Italia, ad avere un tetto e dei documenti. Vogliono vivere da donne e uomini liberi e non essere trattati come animali!

Di fronte a una situazione che promette di produrre disagi ai migranti e agli italiani, il Comune mostra indifferenza e passa il tempo a parlare di integrazione e sicurezza in astratto. Proprio ora che la gestione dell’accoglienza passa dalla Prefettura al sistema Sprar sotto la responsabilità del Comune, la giunta non può fare finta di niente e mettere in strada i migranti, mettendoli in pericolo e finendo per soffiare sul fuoco della paura e del razzismo. Non potete cacciare oggi i migranti dai dormitori per poterli cacciare più facilmente domani dall’Italia con il piano Minniti, in linea d’altronde con le politiche europee che restringono la libertà dei migranti.

La lotta dei migranti è sempre una lotta di libertà. Per questo noi non ci fermiamo e torneremo in piazza Maggiore giovedì 30 marzo alle 14 per chiedere un incontro con il Comune e la Prefettura, perché trovino una soluzione abitativa in tempi rapidi. Non potete chiudere gli occhi di fronte a una realtà che vi terrà svegli!