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Félix Croft è stato assolto. “Essere umani” non costituisce reato

La bella lettera di Félix a poche ore dalla sentenza

Photo credit: Stefano Guidi (Awakening)

Perché si continua…

Una lettera di Félix Croft, alla vigilia della sentenza

«La vita è bella», il film di Roberto Benigni, mi viene spesso in mente quando penso ai bambini rifugiati, alla capacità che hanno di riprendersi, o a volte solo di vivere e godersi il presente.
Non è questione di spensieratezza, ma di astrazione… una meraviglia…
Ho frequentato per un po’ Loza, sei anni, che ha aspettato sua madre per sei mesi “dalla parte giusta” del Mediterraneo che aveva attraversato da sola dopo che sua madre era caduta dal gommone.

Accolta da “Habitat et Citoyenneté“, si aggrappava, come tanti altri bambini, al nucleo familiare andato in pezzi, a chiunque volesse donarle un po’ di sé, spesso delle braccia o a volte un po’ di gioia.

Ventimiglia, San Antonio, la chiesa delle speranze più folli così come dei drammi più oscuri… Quanti hanno atteso laggiù, come Loza, l’arrivo di un padre, di una madre o di un fratello, sostenuti da una manciata di volontari che tentano ridare loro un po’ di buon umore, di speranza e di salute.

Ventimiglia, dove ho rincontrato questa famiglia di rifugiati del Darfour, con questa mamma incinta. Mi ha colpito ciò che esprimeva: un misto di paura, di delicatezza e di forza. Aveva qualcosa di toccante, d’impressionante. Era apprensiva nei confronti degli sconosciuti, ma trasmetteva una forza incommensurabile, uno sguardo che la diceva lunga sul suo percorso. Come tante altre donne eroiche che attraversano spesso l’inferno per la speranza di un eldorado che non esiste più.

Secondo me, mai mettere in discussione il loro difficile tragitto, in particolare riguardo alla Libia, per averne sentito abbastanza. Quando la famiglia mi ha detto che hanno trascorso due mesi laggiù, i racconti che mi sono stati fatti sono ritornati tutti di un colpo, la rabbia monta e si perde il controllo… ma non si piange mai davanti alle vittime, è inappropriato.

Intorno a noi, le persone vivono, incoscienti dell’orrore che sommerge volontari e chi presta soccorso. Spesso mi domando se comprendono le scelte difficili che queste persone hanno dovuto fare, lasciare i propri paesi, partire in esilio, spesso coscienti delle prove che ci sarebbero state sul loro cammino; le violenze, la tortura e tutte le piaghe dei viaggi in terre sconosciute.

Come altri cittadini solidali con i rifugiati, coscienti di non poter cambiare il mondo, oggi, di fronte a questa madre e i suoi figli, i loro sguardi e le loro storie che assomigliano spesso alle nostre, sono crollato… Infrangere queste leggi che ci impediscono di rendere il mondo migliore e un po’ meno oscuro, un po’ meno duro, per un solo istante…

La mia responsabilità, nei riguardi di questa famiglia, per un istante mi è saltata agli occhi, così, senza rifletterci, convinto della fondatezza delle mie azioni, l’ho caricata in macchina e, fiero ma impaurito, l’ho condotta verso un mondo migliore…

Links utili:
Habitat et Citoyenneté
citoyenssolidaires06.comPagina FB
www.soutienfelixcroft.comPagina FB
Vallées Solidaires