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Il sindaco di Recoaro (VI) sanziona la solidarietà e la libertà di espressione

E' la vicenda di Carlo Munari, dipendente comunale, sanzionato dal Sindaco per aver partecipato a Side by side, la marcia del Veneto che accoglie del 19 marzo a Venezia

Photo credit: Karolina Sobel (Side by side, la marcia del Veneto che accoglie - 19 marzo 2017, Venezia)

Nato in Francia durante il governo Sarkozy, il “reato di solidarietà” è ancora oggi utilizzato per punire le persone che aiutano i migranti irregolari nell’ingresso e nel soggiorno in territorio francese. Importato, senza batter ciglio, quasi fosse una nuova moda per i teenagers o un piatto di nouvelle cuisine, questo strumento repressivo e di intimidazione verso coloro che agiscono la solidarietà, in poco tempo, si è propagato in tutta Italia colpendo tantissimi attivisti e volontari.

Come ben racconta l’avv. Alessandra Ballerini in un’intervista rilasciata a Tiziana Barillà su Leftl’idea è quella di fare una lotta senza quartiere nei confronti di chi aiuta i profughi”.

Oltre agli odiosi fogli di via e le denunce, comminati per allontanare gli attivisti che rifocillano e supportano i migranti a Ventimiglia, le attenzioni morbose delle autorità hanno colpito attivisti anche a Como, a Catania e Udine. Qui i volontari di “Ospiti in Arrivosono stati accusati di favorire la permanenza di stranieri presenti illegalmente in Italia al fine di trarne ingiusto profitto grazie alle donazioni del 5 per mille (!). L’inchiesta, tutta ideologica, è stata poi archiviata dal GIP poiché l’attività dei volontari «non si discosta da un’apparente e ben sviluppata attività di soccorso e assistenza, con fornitura di cibo e beni di primaria necessità».

Se da una parte l’assoluzione è corretto interpretarla come una buona notizia che crea un precedente positivo, dall’altra l’inchiesta sui volontari friulani ha rappresentato il sentore più lampante di come i cosiddetti “delitti di solidarietà” possano diventare lo strumento per eccellenza non solo per creare grattacapi legali e indebolire le attività dei gruppi di supporto ai migranti, ma anche il mezzo migliore per costruire una narrazione contro solidale e disumanizzare la solidarietà.

Spesso l’idea di base degli attacchi giudiziari e delle questure è che chi aiuta non lo fa per valori etici e umani, ma per interesse economico e per il profitto, oppure per scopi loschi, e forti di questo teorema tutto ideologico prendono forza le stesse indagini del procuratore di Catania volte a criminalizzare le organizzazioni umanitarie che prestano soccorso in mare.

D’altronde il tempo in cui viviamo è quello dei decreti Minniti-Orlando su immigrazione e sicurezza convertiti in legge a suon di fiducia di Camera e Senato, nei quali si veicola il messaggio culturale, tanto caro alle destre europee, che l’immigrazione è un fenomeno legato alla sicurezza e che destabilizza le nostre società. Ed è proprio in questo tempo che si inserisce uno dei tanti episodi che rimangono circoscritti alle pagine dei quotidiani locali e sono il vero termometro del pessimo clima in cui tutti noi operiamo.

A Recoaro, in provincia di Vicenza, paese balzato alle cronache nel settembre 2105 per due attacchi incendiari appiccati ad una struttura alberghiera adibita all’accoglienza dei richiedenti asilo, perfino partecipare ad una manifestazione per i diritti dei migranti è diventato un crimine, un’onta da sanzionare.

E’ quanto sta accadendo a Carlo Munari, un dipendente comunale, che si è visto applicare una sanzione disciplinare dal Sindaco Giovanni Ceola per aver marciato per l’umanità a Venezia il 19 marzo scorso assieme ad altre 5.000 persone da tutta la Regione. La “colpa” di Munari è quella di aver voluto “rivendicare” la partecipazione al corteo postando su Facebook la sua fotografia mentre felicemente sorreggeva lo striscione “Recoaro Accoglie”.

Insieme alla sanzione, sono arrivati dai troll gli ormai scontati insulti e minacce sul web, tanti e talmente pesanti da obbligarlo a togliere il post, e sulla porta d’ingresso dell’edificio dove lavora un volantino anonimo con altre minacce e insulti.

Forse non possiamo letteralmente parlare di un “reato di solidarietà” perché in questa vicenda perfino il dimostrare il proprio pensiero di accoglienza e umanità vuole essere disciplinato e negato. L’addetto alla biblioteca ha ricevuto l’immediata solidarietà dei cittadini che hanno dato vita alle esperienze dell’Ovest e dell’Alto Vicentino che Accoglie, i quali hanno diramato una nota invitando a sostenere e dimostrare la propria vicinanza ad un attacco che potrebbe, in futuro, riguardare chiunque.

Riteniamo tale provvedimento, a cui è già stato presentato ricorso sindacale, assolutamente e gravemente lesivo della libertà di espressione e manifestazione del proprio pensiero oltre che antidemocratico nel merito pertanto esprimiamo tutta la nostra contrarietà a quanto deciso dal Sindaco del Comune di Recoaro Terme.
Invitiamo tutti i gruppi e i singoli ad aderire e in tal modo far vedere che a Recoaro e provincia non c’è solo chi chiede e pratica avversione e rifiuto verso i migranti e quanti fuggono da guerre e fame, oltre che verso associazioni e persone che li appoggiano, ma anche chi vuole democrazia e umanità
“.

E’ possibile sostenere l’appello inviando una mail a [email protected]

Il testo, aggiungiamo noi, dovrebbe intasare anche la posta elettronica del Sindaco Giovanni Ceola: [email protected]

Il nostro pensiero e la nostra solidarietà non potranno mai essere dominati.

Links utili:
Alto vicentino accoglie su FB
Ovest vicentino accoglie su FB

Redazione

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