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Cittadinanza. Ancora ospiti, ma sono cittadini

Un dossier a cura di Lunaria

Foto tratta dalla Pagina FB "L'Italia Sono Anch'Io"

Il 15 giugno 2017, il Disegno di Legge n. 2092Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, e altre disposizioni in materia di cittadinanza” è stato finalmente incardinato nei lavori dell’Assemblea del Senato. E’ solo l’ultima tappa di un percorso a ostacoli che ha visto la riforma della legge di cittadinanza, e la discussione sulla stessa, bloccata per anni da strumentalizzazione politiche e mancanza di coraggio di molti rappresentanti istituzionali.

Dall’approvazione del testo di riforma alla Camera, nel 2015 – un testo molto diverso da quello proposto dalla campagna L’Italia sono anch’io – sono passati quasi due anni: un tempo lunghissimo, per le tantissime persone – oltre un milione – nate o cresciute in Italia, ma che lo stato ancora non riconosce come propri cittadini e cittadine.
Abbiamo pensato di ripercorrere queste tappe, mettendo a confronto i contenuti della legislazione vigente con quelli della proposta di riforma in discussione. Una riforma sollecitata non solo dai diretti interessati, ma anche da numerose associazioni, e da molti italiani e italiane: oltre 200.000, per l’esattezza, che con la propria firma hanno sollecitato la modifica della normativa, sostenendo la campagna L’Italia sono anch’io.

A questa ricostruzione abbiamo affiancato la narrazione di alcune storie personali, esemplificando alcune delle molte discriminazioni che vivono quotidianamente “le cittadine e i cittadini di fatto”.

Infine, un prospetto di facile e immediata lettura mette a confronto le legislazioni vigenti in materia di cittadinanza in altri paesi europei: perché l’Italia si situa in un contesto europeo. E perché, una volta aperto il dibattito in sede nazionale, sarà utile ampliarlo su un piano comunitario.

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Cittadinanza. Ancora ospiti, ma sono cittadini

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