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Senegal, Casamance – La buona integrazione del richiedente e la situazione di sicurezza ancora precaria del paese giustificano la protezione umanitaria

Tribunale di Bari, ordinanza del 26 aprile 2017

Un’ordinanza del Tribunale di Bari che riconosce la protezione umanitaria ad un richiedente asilo proveniente dal Senegal, regione Casamance.
Il Giudice, pur mantenendo i dubbi espressi dalla Commissione Territoriale sulla vicenda personale, ha considerato la zona di provenienza dell’asilante “caratterizzata da una situazione di sicurezza ancora precaria ed in via di evoluzione”.
Il ricorrente, inoltre, ha documentato (con Modello Unificato LAV e buste paga) di essersi integrato nel tessuto lavorativo italiano un’occupazione lavorativa prima come bracciante agricolo stagionale poi come lavapiatti con contratto a tempo determinato sino a dicembre 2018.

Conseguentemente, alla luce di tale percorso di integrazione e della sua provenienza […], deve ritenere meritevole di accoglimento il ricorso, con riferimento alla domanda di protezione più attenuata, diretta al rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, apparendo verosimile, che il richiedente, se tornasse nel suo Paese, incontrerebbe non solo le difficoltà tipiche di un nuovo radicamento territoriale ma si troverebbe in una condizione di specifica estrema vulnerabilità (cfr. Cass. 3347/15), idonea a compromettere la sua possibilità di esercitare i diritti fondamentali, legati anche solo alle scelte di vita quotidiana.

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Tribunale di Bari, ordinanza del 26 aprile 2017