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Saluzzo – La fiera, i migranti stagionali e le nostre mele

Saluzzo, 2 settembre 2017 – Puntuale come ogni anno arriva a Saluzzo la Mostra della Meccanica Agricola, giunta al traguardo delle settanta edizioni, con i suoi costosi macchinari, la sua sfilata di vacche frisone e le sue migliaia di visitatori. E come ogni anno a Saluzzo è “emergenza” stagionali. Centinaia di migranti originari dell’Africa Subsahariana che lavorano o sono alla ricerca di un impiego in agricoltura, sono accampati in tende e baracche auto-costruite nella zona del Foro Boario, a pochi metri di distanza dall’ingresso della mostra.

In questo spazio, avanguardia tecnica, eccellenze del territorio e tradizione si contrappongono a un’altra faccia dell’agricoltura: quella della segregazione di lavoratori stagionali migranti, costretti a condizioni di vita e di lavoro estremamente difficili. Nonostante la gestione di progetti di accoglienza in campi container e edifici comunali da parte di Caritas e Coldiretti per un totale, attualmente, di circa 230 posti, le condizioni delle persone accampate al Foro Boario rimane inaccettabile. In questo contesto, l’affermazione e la tutela di alcuni diritti fondamentali – abitare dignitoso e ottenimento di una residenza amministrativa, cure mediche nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale, tutela legale e sindacale in linea con le esigenze delle persone – risultano estremamente complessi, se non inattuabili.

Di fronte a questa situazione, ormai ben conosciuta dai diversi attori del territorio e consolidatasi nel corso degli anni, alla proliferazione su tutto il territorio nazionale di luoghi di segregazione dei migranti, alla normalizzazione di pratiche di sfruttamento, ad un approccio della questione da parte delle istituzioni orientato sul mantenimento dell’ordine pubblico, riteniamo di fondamentale importanza:

– Il sostegno e lo sviluppo di modelli di agricoltura contadina socialmente sostenibili, volti a garantire il diritto ad un reddito dignitoso a tutti i lavoratori della terra, contadini e braccianti
– Il contrasto a forme di lavoro sommerso e di intermediazione illecita tramite l’attuazione di politiche pubbliche che garantiscano chiare modalità di ingaggio per i lavoratori attraverso i Centri per l’Impiego
– Il rispetto delle norme contrattuali da parte delle imprese agricole (dichiarazione di tutte le giornate di lavoro, straordinari, salari corrispondenti all’esperienza maturata e alle mansioni eseguite) e l’applicazione dei regolamenti relativi alla sicurezza sul lavoro quale presupposto fondamentale per la tutela dei lavoratori
– L’iscrizione all’anagrafe – nel rispetto della normativa vigente per le persone senza fissa dimora abituale – dei migranti accampati informalmente o accolti nei campi istituzionali quale presupposto sostanziale per la fruizione di diritti fondamentali legati alla tutela sanitaria, legale e sociale delle persone
– Lo sviluppo di una riflessione sui limiti di progetti di accoglienza basati principalmente sulla segregazione di lavoratori stagionali migranti in campi temporanei

A Saluzzo, come in molte altre regioni in Italia e nel mondo caratterizzate da un’agricoltura industrializzata, la sopravvivenza e la competitività del comparto agricolo si fondano ormai in larga parte sull’impiego di manodopera flessibile e a basso costo, principalmente costituita da lavoratori stranieri e precari.

Riteniamo però che un’agricoltura rispettosa delle persone e dell’ambiente non possa che rappresentare un ulteriore valore aggiunto per questo territorio, in un contesto globale in cui vi è un’attenzione crescente alle condizioni ambientali e sociali della produzione di cibo.

Pensiamoci quando coltiviamo, raccogliamo, acquistiamo e mangiamo le nostre mele!

Links utili:
Comitato Antirazzista Saluzzese