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Francia, Calais – Le associazioni di supporto ai migranti reclamano “un’accoglienza degna”

La Voix du Nord - 20 ottobre 2017

Photo credit: L'Auberge des Migrants

Il 20 ottobre, L’Auberge des migrants, Utopia 56, Secours catholique ed altre associazioni di supporto ai migranti hanno tenuto un incontro con la stampa per richiamare l’attenzione sulla situazione dei migranti a Calais, ad un anno dallo sgombero della “Jungle”.

La loro conclusione è ferma: “ad oggi, l’accoglienza dei profughi è peggiorata“.

700 migranti erranti, di cui 100 minori
Secondo l’ultimo censimento, realizzato a fine settembre dalle associazioni che vengono in aiuto ai migranti, a Calais ci sarebbero 700 profughi. “Dai 100 del dicembre 2016, più o meno due mesi dopo lo sgombero della Jungle, si è passati a 300 tra febbraio e marzo per arrivare a 700 a settembre”, spiega François Guennoc de L’Auberge des migrants. La sindaca di Calais alza la cifra di 1000 unità. “Natacha Bouchart vuole solo criticare la politica del governo, da cui si dissocia, e lamentarsi per ottenere rinforzi dai CRS (Compagnie Républicaine de Sécurité, corpo della polizia nazionale francese con funzioni di antisommossa e protezione civile, n.d.t.)”.

Photo credit: L’Auberge des Migrants
Photo credit: L’Auberge des Migrants

Riparo immediato per donne e minori
Tra i 700 migranti di Calais, le associazioni censiscono un centinaio di minori, di cui alcuni non accompagnati. Il migrante più giovane ha 13 anni. Una questione “sensibile ed urgente” – come era già stata ai tempi della “Jungle” – sulla quale le associazioni hanno interpellato il governo francese e quello britannico. “Bisogna accelerare la procedura di ricongiungimento familiare per i minori che hanno dei parenti in Gran Bretagna”, insiste una volontaria britannica. “Il centro d’accoglienza per minori di Saint-Omer é pieno. Mancano posti”, prosegue Gaël, di Utopia 56.

L’assistenza umanitaria è “molto complicata
Senza un postazione fissa, “l’assistenza umanitaria è ancora più complicata, perché le persone sono sparse. Le autorità passano il loro tempo a scacciarle e a distruggere i loro rifugi“, riferisce un volontario de L’Auberge des migrants. Ai migranti di Calais e di Grands-Synthe vengono distribuiti circa 2.700 pasti due volte al giorno.

Condizioni sanitarie “catastrofiche
Per Médecins du Monde, “la situazione è catastrofica, peggiore di quella del periodo della ‘Jungle’“, confida il rappresentante dell’ONG. “Le persone sono sfinite, la scabbia è dilagante. Abbiamo riscontrato 5 casi di varicella e 3/4 di tubercolosi. Un fenomeno emergente è costituito dall’alcolismo minorile. La maggior parte di loro stanno vagando da più anni, e in Francia si sentono maltrattati”, spiega Médecins du Monde.

Luoghi di sosta dalla migrazione” a misura d’uomo
Le associazioni si stanno battendo per l’apertura di “due o tre luoghi di sosta dalla migrazione” nella regione di Calais che, con una capienza massima di 150-200 persone, siano gestiti dallo Stato in collaborazione con i volontari, che potrebbero tenere dei corsi di francese. “Bisogna aprire queste strutture ai cittadini, in modo che incontrino i rifugiati. E’ il miglior modo di lottare contro la xenofobia”, prosegue Gaël, di Utopia 56.

Photo credit: Jungle news
Photo credit: Jungle news

Chi sono i migranti di Calais?

L’età media dei rifugiati è di 21 anni. Questa giovanissima popolazione è composta per il 40% da afghani, per il 35% da eritrei, per il 13% da etiopi e per il 7% da sudanesi.

– La maggior parte dei migranti interrogati (il 92.5%) desidera raggiungere l’Inghilterra perché lì ha una famiglia o degli amici, e solo il 6.5% di essi pensa all’asilo in Francia.

– “ La paura di essere dublinati 1 spiega perché così pochi migranti presenti a Calais desiderano restare in Francia”, prosegue Vincent de Coninck del Secours catholique. “L’altra ragione è che non hanno ottenuto l’asilo o non hanno trovato un alloggio in Francia“. E aggiunge: “Se si inducono le persone a rinunciare all’Inghilterra, bisogna dar loro i mezzi per costruirsi un futuro in Francia“.

Il contesto

– Dalla fine di luglio lo Stato francese e la città di Calais si sono visti obbligati, dal Consiglio di Stato, a realizzare delle misure di assistenza per i migranti (latrine, docce e punti d’accesso all’acqua) lontano dal centro di Calais. Una decisione giudiziaria adottata poiché, dallo sgombero della “Jungle fino a fine dicembre 2016, a Calais non c’è stato più alcun dispositivo di assistenza per i migranti.

La città rifiuta di dare esecuzione a questa decisione, mentre lo Stato ha iniziato a rispettarla dal mese di agosto. Un mese fa, all’entrata del Secours catholique sono stati installati dei punti di accesso all’acqua e delle toilette. Le docce mobili annunciate dal prefetto per la metà di agosto, invece, fino a queste ultime settimane non sono ancora state installate e, nell’attesa, alcune associazioni hanno dato avvio ad un loro sistema di docce mobili. Successivamente, lo Stato ha deciso d’installare una ventina di docce fisse sulla strada per Saint-Omer.

  1. Un numero sempre crescente di profughi che chiedono asilo in Francia vengono bloccati dal regolamento Dublino, che li obbliga a presentare la domanda nel paese europeo di primo ingresso, dove hanno lasciato le proprie impronte (Grecia, Italia, Bulgaria). Entrando nei Centri d’Accoglienza e Orientamento (CAO), temono di essere riportati con la forza nel paese di primo ingresso.