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Francia – Rinvio dell’udienza di Martine Landry: il governo deve eliminare il “reato di solidarietà”

Comunicato stampa Anafé/Amnesty International France

Lunedì 8 gennaio

Amnesty International France (AIF) e Anafé (Associazione nazionale di assistenza alle frontiere per gli stranieri) ribadiscono il loro sostegno a Martine Landry, il cui processo per “reato di solidarietà” è stato rinviato al 14 febbraio dal tribunale penale di Nizza.

Le associazioni invitano il governo ad apportare modifiche alla legislazione vigente per impedire di perseguire procedimenti penali in materia di “reato di solidarietà”.

Il progetto di legge previsto “Asile et Immigration” [Asilo e Immigrazione, NdT] deve essere l’occasione per adeguare la legislazione francese al diritto internazionale, al fine di escludere qualsiasi possibilità di intentare procedimenti penali contro chi apporta il proprio aiuto senza trarne un “vantaggio finanziario o altro vantaggio materiale”, come previsto dal Protocollo di Palermo, ratificato dalla Francia nel 2002”, dichiara Sylvie Brigot-Vilain, direttrice di AIF.

Le due organizzazioni ricordano che Martine Landry è intervenuta alla frontiera a causa del rinvio illegale verso l’Italia di due minori stranieri non accompagnati, beneficiari, in quanto minori, di protezione.

Il processo di Martine mette in luce le violazioni quotidiane ai diritti delle persone alla frontiera franco-italiana. L’amministrazione francese deve, con urgenza, permettere ai rifugiati che raggiungono questa frontiera di presentare la domanda di protezione, fermare le violazioni alla libertà e i respingimenti illegali e soprattutto deve prendere sotto la propria responsabilità i minori stranieri non accompagnati” sottolinea Alexandre Moreau, presidente di Anafé.

Per concludere, le organizzazioni chiedono che venga istituita una politica migratoria in grado di proteggere i migranti.

Informazioni complementari

Martine Landry è membro di Amnesty International dal 2002. È la referente regionale di Provence-Alpes-Côte d’Azur sulla questione dei rifugiati e dei migranti dal 2011 e si occupa di una missione di osservazione alla frontiera per Amnesty International France. Contemporaneamente, partecipa a missioni di consulenza per i richiedenti asilo, anche per quanto riguarda la fruizione dei diritti. Ha partecipato a diverse formazioni sul tema nel corso degli anni.
Inoltre, al di fuori delle sue attività per AIF, Martine Landy è impegnata attivamente presso associazioni locali e nazionali per la difesa di migranti e rifugiati, presso l’Anafé, tra le altre.
Martine Landry lavora con l’Anafé da parecchi anni nell’ambito della missione d’osservazione alla frontiera per AIF ed è membro di questa organizzazione dal 2017. Partecipa attivamente alla missione di osservazione dell’Anafé alla frontiera franco-italiana.
È accusata di avere “agevolato l’entrata di due minori stranieri in situazione irregolare”. Rischia fino a 5 anni di prigione e un’ammenda di 30.000 euro.

I fatti

Il 28 luglio 2017 la polizia italiana ha respinto due minori stranieri, a piedi, verso la Francia. Martine Landry li ha recuperati alla frontiera Mentone/Ventimiglia, lato francese, e li ha accompagnati alla polizia di frontiera (PAF), presentando i documenti che attestano la richiesta di assistenza all’ASE, istituto francese di assistenza sociale all’infanzia. I due minori, entrambi di 15 anni e di origine guineana, dopo aver fatto domanda, hanno effettivamente beneficiato di questo aiuto.
Il 31 luglio Martine Landry è tornata alla polizia di frontiera, in seguito al fermo e al trasferimento di undici migranti. In quell’occasione ha ricevuto una convocazione per un’udienza prevista il 2 agosto. Il giorno dopo ha ricevuto un rinvio a giudizio dal tribunale penale di Nizza. Il processo era previsto l’8 gennaio, con la motivazione di avere “agevolato l’entrata di due minori stranieri in situazione irregolare […] avendo accompagnato a piedi quest’ultimi dalla stazione di polizia di frontiera italiana a quella francese”. L’udienza è stata rinviata al 14 febbraio 2018.

Applicabilità del diritto internazionale

Il 29 ottobre 2002, la Francia ha ratificato Il Protocollo addizionale della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale contro il traffico di migranti via terra, via mare e via aria, che completa la Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale. Questo testo definisce come traffico illecito di migranti il fatto di “procurare, al fine di ricavare, direttamente o indirettamente, un vantaggio finanziario o materiale, l’ingresso illegale di una persona in uno Stato […] di cui la persona non è cittadina o residente permanente” (sottolineato da noi).

Ponendo come condizione il vantaggio finanziario o materiale, gli autori di questo testo hanno chiaramente inteso escludere tutte le attività delle persone che apportano un aiuto ai migranti per motivi umanitari o per legami familiari. Nel Protocollo, non vi era l’intenzione di incriminare le attività dei familiari o dei gruppi di sostegno come le organizzazioni religiose o non-governative.

Questa intenzione è confermata dai lavori preliminari ai negoziati in vista dell’elaborazione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità organizzata transnazionale e dei Protocolli correlati (2008) – (Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine, Lavori preliminari)