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72 sopravvissuti, vittime di un naufragio mortale e di un’intercettazione, ora salvi a bordo della nave Aquarius

Comunicato stampa di SOS Mediterranee

Foto: Hara Kaminara / SOS MEDITERRANEE

5 marzo 2018 – Sabato 3 marzo la nave Aquarius, noleggiata da SOS MEDITERRANEE e gestita in partnership con Medici senza frontiere (MSF), ha accolto a bordo 72 superstiti soccorsi da un mercantile nel corso di due tragiche operazioni di salvataggio nel Mediterraneo centrale. Poche ore prima la Aquarius era stata testimone diretta dell’intercettazione di un’imbarcazione in difficoltà in acque internazionali da parte della Guardia costiera libica.

72 sopravvissuti, molti dispersi

Tra i 72 naufraghi trasferiti a bordo della Aquarius nella serata di sabato, 30 erano stati tratti in salvo la notte precedente da un’imbarcazione in legno che stava per affondare. Gli altri 42 sono saltati in acqua da un gommone che in seguito è stato intercettato dalla Guardia costiera libica in acque internazionali a 53 miglia nautiche dalle coste libiche. Tutti sono stati soccorsi dalla nave mercantile cipriota MV Everest.

Secondo le testimonianze dei sopravvissuti accolti a bordo della Aquarius, sono molti i dispersi: 21 persone, tra cui almeno una donna in gravidanza, sarebbero annegate nel naufragio dell’imbarcazione in legno e circa 90 sono state riportate in Libia dalla Guardia costiera libica, che ha intercettato il gommone a bordo del quale si trovavano approssimativamente 130 persone, tra cui donne e bambini.

I naufraghi accolti a bordo della Aquarius provengono da dodici diversi Paesi d’origine, principalmente dall’Africa occidentale (Nigeria, Guinea, Gambia e Ghana) ma anche da Sudan e Sud Sudan. Tra loro anche tre donne, di cui una in gravidanza, e quattordici minori, tutti non accompagnati. Alcuni superstiti appaiono provati dopo aver trascorso mesi in detenzione in Libia ma anche in seguito alla traumatica traversata in mare.

«Eravamo 51 sulla barca di legno. Ma quando nella notte le persone sono andate in panico la barca si è quasi capovolta e alcuni sono caduti in acqua. C’erano cinque donne a bordo, quattro sono affogate, tra cui una incinta. Ho perso mio fratello. È morto», ha raccontato ai volontari di SOS MEDITERRANEE un giovane sopravvissuto del Gambia.

Intercettazioni

Poche ore prima di accogliere a bordo i 72 naufraghi, la Aquarius aveva ricevuto istruzioni dal Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (IMRCC) per ricercare un’imbarcazione in difficoltà nelle acque internazionali a est di Tripoli. Quando la nave Aquarius ha raggiunto la posizione indicata da un velivolo del dispositivo Eunavformed a 42 miglia nautiche dalla costa libica, l’imbarcazione stava per essere intercettata dalla Guardia costiera libica, che ha declinato l’offerta di assistenza dei soccorritori e del team medico della Aquarius. Le persone a bordo dell’imbarcazione, inclusi donne e bambini, sono stati riportati in Libia.

La mattina di domenica, mentre la Aquarius seguendo le istruzioni del Centro di coordinamento del soccorso marittimo di Roma (IMRCC) cercava un’altra imbarcazione in difficoltà a ovest di Tripoli al di fuori delle acque territoriali libiche, una motovedetta della Guardia costiera libica si è avvicinata a grande velocità in rotta di collisione – una procedura pericolosa e non conforme al codice di navigazione – senza rispondere agli appelli radio della Aquarius.

La motovedetta libica ha in seguito cambiato rotta, si è avvicinata nuovamente, poi ha ordinato alla Aquarius aggressivamente via radio di allontanarsi, mentre la Aquarius informava la motovedetta che stava conducendo un’operazione di ricerca e soccorso seguendo le istruzioni dal MRCC di Roma. La Guardia costiera libica ha più tardi dichiarato di assumere il coordinamento della operazione di ricerca della imbarcazione in difficoltà.

«La nave Aquarius, l’unica nave di ricerca e al soccorso presente sabato e domenica nell’area, è stata impegnata nell’arco di 24 ore in complesse operazioni di ricerca e soccorso, da est a ovest in un tratto di circa 120 miglia nautiche. L’assenza di un dispositivo di soccorso adeguato una volta ancora ha avuto un costo elevato in termini di vite umane: almeno 21 persone sarebbero annegate perché non individuate e soccorse in tempo e non abbiamo notizie di una imbarcazione in difficoltà segnalata nella mattina di domenica. Infine, la condotta pericolosa e illegale di unità della Guardia costiera libica non fa che accentuare la pericolosità di questo tratto di mare, che è già il più mortale al mondo», ha spiegato Nicola Stalla, coordinatore dei soccorsi di SOS MEDITERRANEE.

La Aquarius fa ora rotta verso nord per lo sbarco dei 72 naufraghi in un porto sicuro in Italia.

«Da molti mesi situazioni inaccettabili continuano a ripetersi e ad aggravarsi sotto gli occhi delle autorità europee, sorde rispetto agli appelli alla solidarietà dell’Italia. Invece di fornire una risposta alla mancanza di risorse per prevenire nuove tragedie in mare, l’Europa lascia che nella zona di ricerca e soccorso al largo delle coste libiche si dispieghi la massima confusione. Il risultato è la perdita di altre vite umane e il ritorno verso l’inferno per coloro che tentano di fuggire. Soccorritori e testimoni: la nostra presenza nel Mediterraneo è più che mai necessaria», ha dichiarato Sophie Beau, vice presidente di SOS MEDITERRANEE International.


SOS MEDITERRANEE è un’organizzazione umanitaria europea per il salvataggio in mare sostenuta dalla società civile. Il Network europeo è composto da associazioni in Italia, Francia, Germania e Svizzera. Dal febbraio 2016 siamo attivi nel Mediterraneo con la nave di Ricerca e Soccorso AQUARIUS, un’imbarcazione di 77 metri che può ospitare sino a 550 – massimo 750 persone a seconda delle condizioni meteo e marittime. AQUARIUS è gestita in collaborazione con MSF (Medici senza Frontiere) Olanda e a bordo opera un equipaggio internazionale: lo staff nautico, una squadra di ricerca e salvataggio (SAR) e personale medico con esperienza. Dall’inizio della nostra missione ad oggi (marzo 2018) sono più di 27.000 le persone salvate ed accolte a bordo della nave AQUARIUS.

Le operazioni di SOS MEDITERRANEE nel Mediterraneo Centrale sono finanziate unicamente dalla società civile. Il costo delle attività di ricerca e soccorso in mare è elevato: 11.000 euro al giorno, necessari per pagare il noleggio della nave, il suo equipaggio, il carburante e l’insieme delle attrezzature necessarie per accogliere, nutrire e curare le persone soccorse.