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L’associazione ASAHI: «sosteniamo Precios, giovane madre vittima di malaccoglienza»

Come riportato nell’articolo di Giulia Ognibene su Melting Pot, Precious è una giovane donna di 23 anni che è giunta in Italia il 22.06.2016, insieme a suo marito, mentre era incinta. Suo figlio è nato in Italia pochi giorni dopo l’approdo. Sono stati assegnati alla Provincia di Modena e inseriti nel progetto di Caleidos.

Nel marzo 2017 il marito, a causa del suo comportamento violento all’interno della coppia, è stato trasferito in un’altra struttura e poi ha fatto rimpatrio in Nigeria. Precious e suo figlio sono quindi rimasti soli.
La legge sull’accoglienza (d.lgs. 142/2015) inserisce i genitori singoli con figli minori tra le persone vulnerabili e afferma l’obbligo di tenere conto della loro specifica situazione (art. 17); inoltre sancisce che “assume carattere di priorità il superiore interesse del minore in modo da assicurare condizioni di vita adeguate alla minore età, con riguardo alla protezione, al benessere ed allo sviluppo anche sociale del minore” (art. 18).

Caleidos però non ha rispettato i diritti di Precious e suo figlio, soprattutto su due punti:

– spesso Precious ha fatto fatica a dare da mangiare a suo figlio e a cambiarlo, perché Caleidos non le erogava il pocket money e il food money se non con enormi ritardi. In caso di mancata consegna dei soldi, Caleidos si era impegnata a provvedere direttamente all’acquisto dei beni primari, ma questo avveniva in modo insufficiente, tanto che spesso i pannolini a Precious ha dovuto comprarli un’amica italiana. Inoltre, un bambino e sua madre non hanno diritto solo alla prima necessità: Caleidos doveva per legge tutelare il supremo interesse del minore e assicurare protezione, benessere e sviluppo sociale del minore. Caleidos avrebbe dovuto erogare con regolarità tutti i fondi che per legge era tenuta ad erogare.

-Caleidos non ha chiesto per Precious e suo figlio la residenza né alcuna forma di assistenza sociale né l’inserimento nei servizi per l’infanzia erogati dal Comune: Caleidos non ha fatto nulla di tutto questo, nonostante fosse tenuta a tutelare il “superiore interesse del minore” e ad “assicurare condizioni di vita adeguate alla minore età, con riguardo alla protezione, al benessere ed allo sviluppo anche sociale del minore”. Peraltro quando Precious si è autonomamente recata in Comune per richiedere l’inserimento del figlio al nido, le è stato detto che non poteva essere attivato alcun servizio, essendo priva di residenza!!!

Sul tema della residenza, in data 19.05.2017 un funzionario dell’UNHCR scriveva a un nostro amico: “Nei giorni scorsi ho parlato con il Comune di Modena che mi ha confermato che da parte loro non ci sono problemi ad iscrivere le persone ospitate nei CAS come d’altronde fanno con quelli ospitati nello SPRAR. La circostanza mi è stata confermata dal coordinatore di Caleidos che mi ha detto che loro non iscrivono nel Comune di Modena per una sorta di pari trattamento con altri richiedenti asilo ospitati in CAS allocati in comuni che non rilasciano la residenza”. I diritti delle persone non si trattano così!

Il 16.10.2017, esasperata dalle condizioni sopra descritte, Precious si è recata nell’ufficio del coordinatore del progetto di Caleidos per rivendicare i suoi diritti; è stata ancora una volta malamente messa a tacere, così, esausta per le continue umiliazioni subite, ha reagito con esasperazione; Caleidos, nonostante la donna fosse disarmata (aveva in mano solo un pennarello), ha richiesto l’intervento dei vigili, i quali sono accorsi immobilizzandola ricorrendo alla violenza e l’hanno poi condotta in comando, dove è stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale e Caleidos ha sporto denuncia contro di lei. Riguardo alle percosse subite, i referti del pronto soccorso riferiscono espressamente di trauma policontusivo!

Il 16.10.2017 con Precious era presente anche un’altra donna richiedente asilo, Martha, che era disarmata. Durante lo scontro, Martha ha morso un operatore, che ha sporto denuncia contro di lei. Pochi giorni dopo Martha è scomparsa; poi ha contattato Precious e le ha detto che era scappata perché era stata minacciata da Caleidos che le avrebbero tolto il figlio; ha detto che deve ancora ricevere per lei, suo marito e sua figlia molti arretrati di pocket money e food money.

Come se non bastasse aver ripetutamente violato i suoi diritti, Caleidos ha pure sporto denuncia contro Precious, per cui essa dovrà affrontare due processi penali come imputata, e ha chiesto alla Prefettura nei confronti di Precious la revoca delle misure di accoglienza! Caleidos sostiene di avere successivamente chiesto alla Prefettura via mail che l’allontanamento avvenisse solo una volta individuato un nuovo progetto a motivo della presenza del minore. Però nei confronti di Precious è stato notificato l’avvio del procedimento di revoca delle misure di accoglienza “per grave violazione al relativo regolamento” motivato proprio sulla base della querela sporta da Caleidos!

Ora la Prefettura sta cercando un nuovo progetto per Precious grazie al suo avvocato, ma purtroppo il decreto è stato emesso, e non aiuta certo avere sulle spalle un decreto che afferma che è stata avviata l’espulsione dal progetto per gravi violazioni del regolamento! Che poi la “grave violazione del regolamento”, che sul decreto non è specificata, è solamente aver osato reclamare i diritti suoi e di suo figlio in modo esasperato!

Oltre alla violenza subita nello scontro con la Polizia, anche la querela di parte che il coordinatore di Caleidos ha presentato nei confronti di Precious è una forma di violenza: non è violenza fisica, ma è una violenza che può far molto male a Precious, perché la querela di parte costituirà un ostacolo nel percorso di ottenimento del permesso di soggiorno e a tutti gli eventuali rinnovi.

In questo caso, fa particolarmente specie perché si tratta di un uomo che, stando in una posizione di potere (coordinatore del progetto di accoglienza, cittadino italiano che ricopre una posizione importante in una grossa cooperativa) sporge querela di parte contro una donna accolta nel suo progetto che ha passato nella sua vita sofferenze indicibili e che si trova in una condizione fragilissima e difficilissima, quella di giovane donna richiedente asilo, con un figlio piccolo, in un paese straniero e in una situazione di estrema povertà. E la colpa di questa donna qual è? Aver reclamato i diritti suoi e di suo figlio in modo esasperato!

Questo caso di mala-accoglienza grida vendetta sotto diversi profili e ancora una volta mostra come i richiedenti asilo finiscano vittima di questo sistema, perché l’aberrante vicenda subita da Precious e suo figlio ben avrebbe potuto essere evitata se, invece che continue umiliazioni, fosse stata loro assicurata un’accoglienza dignitosa come la legge prescrive.

Per questo ancora una volta gridiamo: diritti e dignità per tutte e tutti le migranti e i migranti!

Associazione ASAHI