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Le morti dei migranti che cercano di raggiungere la Spagna via mare balzano del 150%

Francesco Rodella, El País - 3 aprile 2018

Un gruppo di 38 migranti tratti in salvo a Tarifa lo scorso martedì dopo essere arrivati sulla costa a bordo di un barcone. Photo credit: A. Carrasco Ragel / EFE.

Sempre più migranti si avventurano nel Mediterraneo per cercare di raggiungere la Spagna. Nel primo trimestre del 2018, l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) ha registrato 3.345 arrivi via mare, il 38% in più rispetto allo stesso periodo nel 2017. Tuttavia, non cresce soltanto il numero dei migranti che riescono ad arrivare a destinazione, ma registra un picco anche il numero di coloro che non riescono ad arrivare e perdono la vita durante la traversata. In media almeno uno al giorno, secondo l’Organizzazione. Tra gennaio e marzo sono morte 120 persone, circa il 150% in più rispetto al primo trimestre dello scorso anno.

Estrella Galán, segretario generale della Comisión Española de Ayuda al Refugiado (CEAR), afferma che, stando a quanto ha potuto rilevare la ONG, nel 2018 il numero degli arrivi si è moltiplicato di quasi “due volte e quello dei morti “di quasi 3. I luoghi di partenza più comuni sono l’Algeria e il Marocco, al pari di quanto accaduto nel 2017, quando i migranti arrivati in Spagna furono 22.103 (il 13% del totale nel Mediterraneo). Ma sempre più persone si stanno avventurando nella rotta del Mediterraneo occidentale e, assicura la Galán, stanno aumentando anche i rischi connessi.

Il numero degli arrivi in Italia relativo a quest’anno, sebbene rimanga il più elevato, è crollato di circa il 73% (da 23.145 a 6.161 migranti). Nel 2017 il Governo italiano ha firmato un accordo con la Libia per limitare la partenza dei barconi da quel Paese verso le coste italiane.

Secondo l’OIM, dopo che lo gli accordi tra UE e Turchia sulla gestione dei flussi migratori avevano limitato gli arrivi nello scorso anno, la rotta che va dalla Turchia verso le isole greche è tornata a far registrare una crescita. Quest’anno sono arrivate attraverso il Mar Egeo 5.098 persone, quasi il 40% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. La rotta che vede la Spagna come destinazione finale è quella che ha registrato il secondo maggior aumento negli sbarchi rispetto allo stesso periodo del 2017, il 38% in più.

Secondo Estrella Galán di CEAR i governi europei perseguono politiche “sconsiderate” di “esternalizzazione delle frontiere” e non intendono “risolvere il problema e rispettare i diritti umani”. Nel Mediterraneo centrale, continua la Galán, le imbarcazioni delle ONG attive nelle operazioni di ricerca e soccorso dei migranti sono passate da 13 ad una, perché le autorità “criminalizzano” il loro lavoro e tutto ciò comporta enormi difficoltà per la riuscita delle operazioni.

L’episodio più recente al quale fa riferimento il segretario generale di CEAR è la decisione giunta dall’Italia di bloccare l’imbarcazione della ONG catalana Proactiva Open Arms, accusata dalla Procura di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. La Galán ritiene che nel 2018 le persone che rischiano di perdere la vita nel Mediterraneo saranno molte di più. Secondo i dati di CEAR, quest’anno su 27 migranti che hanno cercato di raggiungere l’Europa via mare almeno uno ha perso la vita, mentre nel 2017 la stessa sorte era toccata ad un migrante su 34. “Attraversare il Mediterraneo è sempre più una sfida mortale”, afferma la Galán.

I dati delle autorità spagnole non sono aggiornati come quelli dell’OIM. Gli ultimi dati del Ministero degli Interni fanno riferimento alle prime due settimane di marzo e parlano di 2.828 migranti irregolari arrivati nel Paese dal 1° gennaio, circa il 45% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I barconi localizzati sono stati 125, a fronte degli 85 del 2017. Il Ministero sostiene di non disporre di dati certi in merito al numero delle vittime registrate nella traversata verso la Spagna.

Dal canto suo, Salvamento Marítimo – l’organismo controllato dal Ministero dello Sviluppo che gestisce le emergenze in mare – ha comunicato a El País che tra gennaio e febbraio di quest’anno ha tratto in salvo 2.216 persone e che, al momento, la cifra delle vittime o dei dispersi è ferma a quota 27 persone. Di queste, dieci sono state rinvenute nella zona dello Stretto di Gibilterra. Le autorità del Marocco hanno tratto in salvo 610 migranti.

Nello stesso periodo del 2017, Salvamento Marítimo portò in salvo 1.444 migranti e individuò 29 persone tra vittime e dispersi. Nel marzo dello scorso anno le persone tratte in salvo furono 650, mentre le vittime/dispersi registrati furono 4.

Per il 2018, in totale, l’OIM ha registrato al 28 marzo l’arrivo – attraverso il Mediterraneo – di 14.651 migranti in Italia, Spagna, Grecia e Cipro, mentre il numero di vittime e dispersi è di 498 persone. Nello stesso periodo dello scorso anno gli arrivi furono 29.221 e il numero di vittime e dispersi 800.