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La situazione politica della Guinea caratterizzata da un clima di violenza indiscriminata e generalizzata giustifica la protezione sussidiaria

Tribunale di L’Aquila, ordinanza del 3 maggio 2018

Photo credit: Angelo Aprile

Il Giudice riconosce la protezione sussidiaria ad un cittadino guineano proveniente dalla zona sud/est del Paese, stante la situazione politica della Guinea caratterizzata da un clima di violenza indiscriminata e generalizzata, ascrivibile principalmente alle tensioni che scoppiarono tra il 2010 e il 2013 nella zona di N’Zérékoré.

Secondo il Tribunale, infatti: “le fonti riportano di una prima ondata di scontri tra diversi gruppi etnici, scontri che coinvolsero anche le differenti religioni che esistono fra le diverse etnie, e che ebbero inizio nel 2010 e che nel maggio del 2012 ebbero come teatro la città di N’Zerekorè.

L’episodio forse più eclatante è quello che si registrò nel luglio 2013 e che determinò la morte di un numero imprecisato di persone (almeno 50) e richiese l’intervento dell’esercito per sedare i tumulti, come documentato da Minority Rights Group Intemational State of the World’s Minorities and Indigenous People 2014.

Altri scontri si sono registrati in occasione delle elezioni presidenziali del 2015. Tali violentissimi combattimenti frequentemente, a livello locale, prendono spunto da banali incidenti che scatenano odi mai sopiti, delineando uno scenario di faide tra clan che spesso determinano un alto numero di vittime.

Le fonti riportano il caso di una violenta battaglia scatenatasi fra Guexzé e Konianké, gruppo etnico che comprende anche i malinkè, nelle città di Koule e N’Zeronkè scatenata da un episodio di furto, battaglia in cui persero la vita decine e decine di persone. Lo stato di tensione trova risconto, ancora oggi, tanto che lo scorso 25 marzo 2017, cinque sindacalisti sono stati condannati – in primo grado – a sei mesi di reclusione e una multa di un milione di franchi guineani per diffamazione e oltraggio al Capo dello stato. Dura la presa di posizione di Amnesty lntemational attraverso François Patuel, rappresentante per l’Africa occidentale: “Questo verdetto è una chiara violazione del diritto alla libertà di espressione e segna un netto calo della situazione dei diritti umani in Guinea”.

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Tribunale di L’Aquila, ordinanza del 3 maggio 2018