Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Modena – Voci dall’assemblea «Per una libertà senza paure!»

Corale l'appello a non riaprire il CPR

Foto tratta da Coordinamento Migranti Bologna

Si è svolta sabato 19 marzo in Piazza Cittadella a Modena l’appuntamento “Per una libertà senza paure! Assemblea delle e dei migranti”.
L’assemblea è stata indetta da un fronte variegato di realtà sociali dell’Emilia-Romagna: Associazione Asahi (e in particolare dalla sezione locale, ASAHI Modena) Associazione senegalese Cheikh Anta Diop, Coordinamento Migranti Bologna, Coordinamento Eritrea Democratica, Yerèdemèton (Associazione maliana Emilia-Romagna), CSO Grottarossa Rimini, Sconnessioni Precarie, Smaschieramenti, USI-AIT, Tpo e Làbas di Bologna e Città Migrante di Reggio Emilia.

L’assemblea si inserisce nel percorso regionale antirazzista nato dopo la manifestazione che si era svolta a Bologna il 24 marzo scorso, proprio per continuare la mobilitazione in difesa dei diritti delle e dei migranti. Il manifesto di convocazione recitava: “Contro il razzismo che uccide e ci insulta per strada e negli autobus, che ci umilia per ridurci al silenzio e alla subordinazione continua, mentre un altro tipo di razzismo, quello amministrato dalle Questure e dalle Prefetture, ci impedisce di avere i documenti che ci spettano o ci costringe ad attese interminabili prima di ricevere il solito negativo dalle commissioni. Pensano di impaurirci mentre preparano Centri per il rimpatrio e aerei per le espulsioni. Ma non c’è più tempo per avere paura. È tempo di prendere parola, di prenderci la nostra libertà senza paure!”.

Tanti sono stati gli interventi, sia da parte dei migranti sia da parte degli italiani presenti.

Babacar Ndiaye, referente dell’associazione Cheick Anta Diop, ha contestato con fermezza la probabile riapertura del CIE di Modena (con il nuovo nome di CPR) e ha annunciato che i migranti lotteranno per impedire che ciò accada. Babacar ha anche criticato duramente il razzismo istituzionale di chi pensa che si possano addomesticare i migranti e usarli per i propri scopi, ricordando quanto avvenuto proprio a Modena la scorsa estate, quando, dopo il concerto di Vasco Rossi, il Modena park venne fatto pulire dai richiedenti asilo ospitati nei CAS gestito dalla coop. Caleidos attraverso lo strumento del volontariato coatto 1. Tale fatto, emblematico dello sfruttamento dei migranti travestito come volontariato, era stato fortemente criticato anche dalla ricercatrice in economia Marta Fana 2.
Questi ragazzi che arrivano dalla Libia e dal mare non hanno paura di niente – ha concluso Babacar – non andrebbero disprezzati ma valorizzati per costruire insieme un mondo migliore”.

Abdou, un ragazzo del Mali, è intervenuto per ringraziare gli italiani che stanno sostenendo le lotte dei migranti: “Non sapevo che tanti italiani fossero amici di migranti. Per questo vorrei intervenire solo per dirvi: grazie! Ora mi sento più forte e ho meno paura”.

Era presente all’evento anche Precious, la giovane madre nigeriana denunciata e querelata per avere protestato e rivendicato il rispetto dei suoi diritti e del suo bambino. Precious è intervenuta insieme a Melissa, una sua amica italiana: il loro intervento è stato accolto da una lunga ovazione di tutti i presenti e ha suscitato anche alcune lacrime.

Muhammed Jallow, segretario di ASAHI Modena, ha portato una importante testimonianza sulla lotta per la residenza nei CAS, che, come abbiamo avuto modo di scrivere su Melting Pot, era bloccata da un accordo illegittimo tra cooperative e Comuni. Solo le diffide dell’ASGI e la volontà di farsi riconoscere un diritto fondamentale da parte dei richiedenti asilo hanno portato una piccola ma significativa vittoria. Muhammed è proprio uno dei due ragazzi che decisero di “sfondare la porta” facendo la diffida giudiziaria con l’avv. Massimo Cipolla. Quando ha ricordato questo passaggio, è partito un applauso spontaneo che l’ha interrotto e, commosso, ha detto: “Se non ci fosse stato il sostegno di tanti amici, migranti e italiani, non so se avrei avuto il coraggio di farlo. La cooperative che gestisce il mio CAS insisteva che non dovevo chiedere la residenza e all’inizio io avevo paura. Poi ho capito che insieme siamo forti”.

Nel suo intervento Muhammed si è anche lamentato per gli enormi ritardi nell’erogazione del pocket money e del food money da parte della sua cooperativa: “Ci dicono che è colpa del fatto che i fondi governativi arrivano in ritardo. E allora mi spiegate perché tutte le altre cooperative che gestiscono i CAS in provincia di Modena erogano i fondi in modo regolare, e così fanno pure tutte le cooperative che gestiscono i CAS a Bologna, a Reggio Emilia, a Ferrara e a Parma? Perché solo la cooperativa che gestisce il mio CAS eroga i pocket money e i food money con questi grossi ritardi e con questi buchi?”. Ha poi contestato il fatto che la cooperativa che gestisce il suo CAS porti lui e i suoi compagni a fare la spesa nei negozi cinesi: “Tutti sanno cosa sta facendo la Cina in Africa! È offensivo che, mentre la Cina sta colonizzando l’Africa, noi, che siamo fuggiti dall’Africa, veniamo costretti a fare la spesa nei negozi di chi sta colonizzando l’Africa! Io non voglio essere complice della miseria e della povertà che c’è nel mio Paese!”.

Mohamed Camara, referente di ASAHI Modena, ha tenuto le fila dell’assemblea e ha concluso invitando tutti alle prossime assemblee in previsione della manifestazione di Bologna del 20 giugno e poi di una grande manifestazione a Modena tra fine giugno e inizio luglio. Per continuare il percorso intrapreso e promuovere una libertà senza paure in cui ogni persona possa vedere riconosciuti i suoi diritti e possa dare il suo contributo per un mondo più giusto.

– Rassegna stampa: Modena, migranti mobilitati: «Fermate il Cpr e più diritti per noi»

  1. http://www.modenatoday.it/cronaca/pulizia-parco-ferrari-volontari-profughi-22-luglio-2017.html
  2. https://www.facebook.com/search/posts/?q=marta%20fana%20modena