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Protezione internazionale: orientamento sessuale e identità di genere a Verona il 25 maggio: il convegno si farà

Le associazioni hanno ritenuto di organizzare l’evento nello stesso giorno (venerdì 25 maggio) in cui si sarebbe dovuta tenere la giornata di studi presso l’Università di Verona, poi disdetta dal rettore dell’Università di Verona per l’intimidazione dell’ organizzazione neofascista Forza Nuova.

Con una nota le associazioni ribadiscono “il diritto di libertà di espressione in un tema così attuale e spesso negletto quale quello della tutela dei diritti fondamentali, e, nella specie, dei richiedenti protezione internazionale per ragioni connesse all’orientamento sessuale e all’identità di genere“.

Il convegno si terrà a Villa Bernini Buri a Verona organizzato da ASGI – Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione – in collaborazione a Avvocatura per i diritti LGBTI – RETE LENFORD, Pianeta Milk, LGBT Sportello Migranti, Circolo Pink, Pink Refugees, ed Avvocato di Strada di Verona.
La partecipazione è gratuita e aperta a coloro che sono interessati.

Vedi la locandina del convegno

Nel frattempo aumentano le adesioni alla petizione “Libertà accademiche minacciate: una giornata di studio sull’asilo Lgbti censurata all’università di Verona” promossa da accademici, ricercatori, avvocati, avente come prima firmataria l’Associazione francese di sociologia, pubblicata sui siti di Libération e di Mediapart a cui si può aderire.

Sul sito di ASGI sono riportati una serie di comunicati di appoggio e sostegno all’iniziativa:

La Rivista Diritto Immigrazione e Cittadinanza:

Il Comitato editoriale della Rivista Diritto, Immigrazione e Cittadinanza, riunitosi il 19 maggio scorso, esprime profonda preoccupazione per la decisione del Rettore dell’Università di Verona di annullare l’evento “Richiedenti asilo: orientamento sessuale ed identità di genere”. E nel ribadire la centralità del diritto alla libera manifestazione del pensiero, alla libertà della ricerca scientifica e alla sua divulgazione, aderisce al comunicato del 18 maggio dell’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione e dell’Avvocatura per i diritti LGBTI – RETE LENFORD”.

I docenti del Master in Studi Interculturali dell’Università di Padova:

Come docenti da tempo coinvolti scientificamente e didatticamente in esperienze relative all’ambito interculturale non possiamo che testimoniare tutta la nostra solidarietà all’iniziativa veronese ed auspicare che comportamenti di questa natura da parte delle istituzioni universitarie non debbano replicarsi in futuro” (qui la lettera completa).

Inoltre l’iniziativa formativa ha ricevuto il sostegno del Cirsim, Centro Interdipartimentale di Ricerca per gli Studi Interculturali e sulle Migrazioni dell’Università di Padova (*) e del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Vicenza.

L’associazione ROARS (Return to Academic Research):

Leggendo il programma della giornata di studio, organizzata nell’ambito del progetto PRIN 2015 “Soggetto di diritto e vulnerabilità: modelli istituzionali e concetti giuridici in trasformazione”, si vede che era centrato sulla cosiddetta “richiesta d’asilo SOGI” (Sexual Orientation and Gender Identity). Un argomento oggetto di studi scientifici internazionali, come testimoniato da un ERC Starting Grant intitolato “SOGICA – Sexual Orientation and Gender Identity Claims of Asylum: A European human rights challenge” (qui gli obiettivi). Una bibliografia che include linee guida dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), documenti e casi legali è disponibile sul sito Refworld dell’UNHCR. Un evento simile a quello di Verona era previsto per il 18 maggio all’Università di Bologna. Si tratta della Conferenza “Vulnerability and Asylum: Sexual Orientation and Gender Identity Claims“, organizzata in collaborazione con il già citato progetto SOGICA. Non risulta che sia stata sospesa e tanto meno contestata. A testimonianza di quanto sia anomala e preoccupante la situazione di Verona e anche la decisione del suo rettore“.

Magistratura Democratica:

Come magistrati e cittadini siamo colpiti dalla derubricazione di diritti fondamentali delle persone a temi politicamente ed eticamente controversi.Non crediamo, poi, che ci possa essere un terreno di contrasto tra attivisti di diversa estrazione.Più semplicemente, in questa vicenda, si confrontano da un lato i diritti e la democrazia e dall’altro violenza e prevaricazione di stampo neofascista. L’università è luogo di formazione e cultura e la cultura non può essere neutra indifferenza ai valori.Ci auguriamo che burocrazia e paura non facciano trionfare la pratica dell’intimidazione, consentendole di raggiungere l’obiettivo“.

L’associazione dottorandi e dottori di ricerca italiani:

La libertà di ricerca si estrinseca non soltanto come libertà di studio ed indagine nei confini fisici dell’Ateneo, ma anche e soprattutto quale libertà di divulgazione dei risultati della ricerca, coerentemente con la terza missione dell’Università.
Ostacolare il contatto tra ricerca e cittadini, impedire ai ricercatori di esporre alla popolazione gli esiti dei propri studi, in virtù di una presunta “sensibilità politica” degli stessi rappresenta il vulnus più grande alla libertà della ricerca, poiché abbraccia la cultura della paura e l’annichilimento della ricerca ogni qual volta essa si trovi ad avere oggetto tematiche che inevitabilmente possono essere oggetto del dibattito politico e per ciò stesso “attuali e controverse”.
L’essenza stessa della libertà di ricerca, così come voluta e pensata dai padri costituenti, risulta dunque messa in pericolo dalla decisione dell’Università di Verona di piegare il capo di fronte a strumentalizzazioni politiche e rinchiudere il pensiero scientifico entro le strette mura universitarie
“.