Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

La Caravana Abriendo Fronteras a fianco dell’esperienza di accoglienza di Riace e di Domenico Lucano

La solidarietà degli attivisti spagnoli di ritorno dal viaggio in Italia

La visita degli attivisti di Abriendo Fronteras a Riace

Il testo di Caravana Abriendo Fronteras

Di fronte all’avanzata del razzismo e del fascismo, vogliamo l’esempio di Riace nello Stato spagnolo, in Italia e nell’UE

Nel 1998 nel comune italiano di Riace passarono dalle parole ai fatti accogliendo le 250 persone originarie del Kurdistan che arrivarono in un barcone. Da allora, oltre 6.000 persone sono passate da questo paese calabrese, e questo fatto l’ha reso un esempio mondiale di accoglienza e solidarietà.

In questo momento, il progetto Riace è in pericolo a causa del blocco della maggior parte dei fondi SPRAR (il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) attuato dal 2016 dal governo italiano.
Di fronte a questa grave situazione, il sindaco di Riace, Domenico Lucano, ha recentemente iniziato uno sciopero della fame. Da questi fondi governativi dipendono 150 migranti e gli stipendi delle lavoratrici e dei lavoratori sociali.

A metà luglio in quasi 300 attiviste/i della Caravana Abriendo Fronteras abbiamo viaggiato a Riace per mostrare la nostra solidarietà e per conoscere la sua esperienza. Perciò, in un momento in cui queste iniziative sono più importanti che mai, davanti alla crescita in Europa di discorsi razzisti e xenofobi come quelli del ministro degli Interni italiano Matteo Salvini, la rete Caravana Abriendo Fronteras dà il suo più pieno sostegno al sindaco, alla popolazione [di Riace] e alle persone che vivono lì, considerando che:

– “L’accoglienza non è solo una questione morale, legale o di diritti umani, ma un’opportunità per tutte/i“, come segnala Lucano.
– Riace smonta l’idea che l’Europa non possa accogliere, e prende posizione [affermando che] PUO’ e DEVE accogliere.

Vogliamo anche rivolgerci alle nostre istituzioni, e specialmente alla rete di Città Rifugio per chiedere:
– Che si crei una rete europea di città rifugio, in coordinamento con la campagna “porti aperti“, e che seguendo l’esempio di Riace si lavori su progetti reali di inclusione e accoglienza degna. Mettiamo da parte i gesti [le buone intenzioni senza conseguenze reali, ndt] e le “toppe” e passiamo all’azione.
– Che questa rete si impegni a NON destinare fondi pubblici alla militarizzazione e all’esternalizzazione delle frontiere, e che [invece] si investa in politiche sociali di inclusione.
– Che si ponga freno ai discorsi razzisti e criminalizzanti da parte delle istituzioni e dei mezzi di comunicazione.
– Che nelle politiche di migrazione e di inclusione si tengano in conto le specificità di donne, uomini e persone LGTBI, di minori accompagnati e non accompagnati [garantendo] spazi sicuri [e] con assistenza psicosociale e sanitaria adattata alle necessità di ogni persona, e che si includa la prospettiva di genere nell’assistenza legale e nel processo di regolarizzazione. Questa prospettiva deve essere applicata nei paesi di origine e soprattutto in quelli di transito e di destinazione.
– Collaborazione e reale coordinamento fra le entità che gestiscono le risorse, le istituzioni, le differenti comunità autonome e la società civile, per dare una risposta adeguata alla situazione e assicurare una buona gestione e disposizione delle risorse.

Riace è un modello per tutte/i, simboleggia l’Europa della speranza in cui vogliamo credere e smonta questa Europa Fortezza delle bugie, del cinismo e dell’irresponsabilità.

#IoStoConRiace
#SolidarietàRiace
#SalvareRiace

(Appello di RECOSOL e raccolta di fondi di solidarietà)

Links utili:
abriendofronteras.netPagina Facebook@Caravana_AF