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#Notinmyname: in Belgio le proteste contro la riapertura dei centri di detenzione

La misura del governo permette la detenzione di famiglie con bambini

Photo credit: Tout Autre Chose

Sta suscitando tantissima indignazione in Belgio la decisione del governo di centro centra a guida del primo ministro Charles Michel di riaprire i centri di detenzione per i migranti da rimpatriare dopo il rigetto delle domande di regolarizzazione. Partiti di opposizione al governo e il mondo associativo denunciano il “ritorno al passato” e a un modus operandi che la Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e dell’Infanzia aveva già condannato in passato.
I centri di permanenza e detenzione belgi sono destinati ad ospitare anche intere famiglie, bambini compresi. Ed è al primo fermo di una famiglia serba con 4 bambini, avvenuto martedì 13 agosto che le associazioni hanno tempestivamente risposto con diverse manifestazioni. La più partecipata è stata quella che si è svolta a Bruxelles (fotografie) organizzata nei pressi della celebre statua del Menneken Pis, che rappresenta un ragazzino intento a far pipì, in pieno centro cittadino. “Non si arrestano i bambini”, #notinmyname, #NoOneIsIllegal #NonAuxCentresFermés era scritto sui cartelli e gli striscioni del corteo di circa 2.500 persone che sono scese in piazza contro questa disumana disposizione.
A seguire la traduzione di alcuni articoli di rassegna stampa.

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Migranti: una prima famiglia con bambini condotta al 127bis

I bambini hanno tra 1 e 6 anni. Il collettivo #NotInMyName denunciano: “una misura disumana
Le Soir.be, 14 agosto 2018

Una prima famiglia con bambini è stata condotta in mattinata al centro 127bs, a Steenokkerzeel, in vista dell’espulsione dal Paese.

Si tratta di una famiglia originaria della Serbia, che comprende 4 bambini tra gli 1 e i 6 anni, ha confermato l’Ufficio per gli Stranieri. Respinte le due domande di regolarizzazione inoltrate nel 2010 e nel 2011, come pure quella di asilo depositata nello stesso periodo, la famiglia, priva di titolo di soggiorno, era stata sistemata in “maison de retour” in attesa del rimpatrio previsto nel marzo e poi nel dicembre 2017. Sistemazione dalla quale ogni volta è fuggita.

Il padre di famiglia è stato condannato in passato a 37 mesi di prigione per furto aggravato.

Abbiamo appreso che una famiglia è stata incarcerata questa mattina (…) Nulla giustifica che si arrestino persone per questioni amministrative. Men che meno minorenni” ha comunicato rapidamente il collettivo #NotInMyName, che ha indetto una manifestazione per mercoledì 15 agosto a Bruxelles, davanti al Manneken Pis per denunciare “la misura disumana”.

Le unità familiari del centro dovrebbero continuare ad “accogliere” altre famiglie durante le prossime settimane. Anche se “nessuna famiglia è stata perseguita nello specifico per il momento, l’Ufficio assicura che sono molte quelle che sono scappate dalle “maison de retour”. Nel solo 2016, 51 famiglie sono fuggite di fronte alla loro espulsione dal Belgio.

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Famiglia detenuta al Centro 127bis: azione di protesta di Amnesty International

Rtbf.be, 14 agosto 2018

Una prima famiglia con figli minorenni è stata trasferita martedì mattina al Centro 127bis di Steenokkerzeel.
Amensty International ha lanciato nel pomeriggio un’azione di protesta contro il fermo, nel parco Reale, nei pressi del Gabinetto del Primo Ministro in Rue de la Loi. “Non si arresta un bambino. Punto”: è lo striscione che è stato affisso durante la manifestazione. “Siamo qui per chiedere al Belgio di mettere fine alla ripresa di questa pratica di detenzione dei bambini migranti. Abbiamo l’impressione che il Belgio torni al passato, dal momento che dopo le condanne ricevute dalla Corte Europea per i Diritti Umani nel 2010 e nel 2011 aveva giocato un ruolo di precursore in materia, sviluppando alternative. Abbiamo voluto reagire simbolicamente ed essere davanti alla sede del Primo Ministro perché ascolti il nostro messaggio. Speriamo che il messaggio venga ascoltato anche dalla popolazione. Arrestare i bambini è qualcosa di intollerabile e sconvolgente” ha dichiarato una rappresentante di Amnesty alla RTBF.

La polizia è arrivata dopo pochi minuti e i militanti della Amnesty International ha sciolto il presidio.

L’Unicef è “costernata”

L’Unicef è costernata di fronte alla decisione presa dal governo belga di arrestae un bambino insieme ai suoi genitori nel centro di permanenza di Steenokkerzeel e di privare così di libertà l’intera famiglia.” Ha dichiarato martedì Olivier Marquet, direttore dell’UnicefBelgique.

Il Belgio aveva deciso nel 2008, dopo diverse condanne da parte della Corte Europea e diverse azioni delle organizzazioni per i Diritti dell’Uomo e dell’Infanzia, di smetterla con le detenzioni dei figli di immigrati nei centri di permanenza” prosegue. “Perché si torna indietro? Per l’Unicef, la detenzione di un bambino sia esso figlio di migrante o meno è inaccettabile” ricorda.

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Politiche migratorie: più di 1.200 manifestanti a Bruxelles contro l’arresto dei bambini

Rtbf.be, 15 agosto 2018

1200 secondo la polizia, 2500 secondo gli organizzatori, le persone che hanno manifestato mercoledì pomeriggio (15 agosto) a Bruxelles contro la detenzione dei bambini e la politica migratoria del governo belga, considerata “indegna”.

Simbolicamente la manifestazione, indetta da un collettivo cittadino denominato “#NotInMyName” (non in mio nome), è stata organizzata nei pressi della celebre statua del Menneken Pis, che rappresenta un ragazzino intento a far pipì, in pieno centro cittadino.

Fino ad oggi era il solo bambino in Belgio dietro le sbarre (una rete a protezione della statua, ndr), adesso è il governo a decidere di mettercene altri”, ha spiegato all’AFP (agenzia di stampa francese) Florence, una rappresentante del movimento, che preferisce non dire il dire il suo cognome.

Il riferimento è alla recente apertura, con ordinanza reale dell’11 agosto scorso, di un centro di permanenza per l’accoglienza delle famiglie straniere in situazione irregolare e in attesa di espulsione dopo il respingimento della richiesta di asilo.

Conosciuto in Belgio come il “centro chiuso 127bis”, la struttura situata in prossimità dell’aeroporto Bruxelles-Zaventem è stata denunciata dai partiti di opposizione (PS, Verdi e partiti di centro) e dalle associazioni.

Le critiche si sono moltiplicate dopo l’accoglienza presso il centro della prima famiglia avvenuta martedì scorso. Si tratta di una famiglia serba in situazione irregolare, con quattro figli, accusata di essere scappata più volte dalle strutture aperte presso le quali risiedevano. Il padre è stato presentato come “vero criminale” in un tweet del Segretario di Stato con delega al diritto di asilo e all’immigrazione, il nazionalista fiammingo Theo Francken.

Non si arrestano i bambini

Non si arrestano i bambini” è lo slogan scandito mercoledì dai manifestanti, tra i quali numerose famiglie con figli. Per le associazioni di difesa dei diritti umani, l’apertura del centro di permanenza detentiva è per il Belgio un “ritorno in indietro di dieci anni”.

A partire dal 2008 le strutture unifamiliari aperte, denominate “case del ritorno” avevano permesso di evitare la detenzione di minori sans papiers. Ma l’esperienza è stata giudicata molto presto come inconcludente, e una legge votata nel 2011 ha aperto la possibilità di adottare di nuovo la detenzione.

L’apertura dell’ unità detentiva al centro 127bis, decisa dall’attuale governo di centro-destra è stata oggetto di denuncia nelle ultime settimane da parte del Consiglio Europeo e dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.