Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Milano, 23 settembre – Assemblea transnazionale di movimento

L'appello del Progetto 20k dopo la grande manifestazione di Ventimiglia del luglio scorso

La manifestazione a Ventimiglia del 14 luglio 2018

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Dal movimento unitario può uscire un grido capace di riecheggiare in tutta Europa

Il governo giallo-verde ha mostrato in questi primi mesi nelle forme più crude ed esplicite le coordinate di azione del tandem Lega-M5S: razzismo sfrenato, attacco su tutti i fronti ai diritti delle persone, cinismo estremo – esemplare la vicenda dei migranti sulla nave “Diciotti” – ed uso propagandistico anche delle tragedie come il crollo del ponte di Genova.

Certo questo Governo ha trovato la strada spianata dall’operato di Minniti, che aveva già tracciato la svolta reazionaria che stiamo subendo. Per mano sua il PD ha creato la figura del migrante-colpevole: colpevole dell’impoverimento e del “crimine” nelle città, che vanno uniti sotto il nome “degrado” e nei luoghi del “degrado” vivono gli impoveriti da 10 anni di crisi globale, da 10 anni di trionfo del liberismo, da 10 anni di assenza completa di programmi sociali ad ampio respiro capaci di intervenire efficacemente sulle condizioni materiali di vita di milioni di persone.

Salvini incarna le istanze dell’ignoranza, del razzismo e della violenza perché continuamente assolve la mancanza di coscienza collettiva, minimizzando ogni aggressione ed etichettando come “buonismo” ogni forma di solidarietà o di dissenso. Sui social inizia una sintesi quasi perfetta: viene servito razzismo istituzionale a qualsiasi ora, che nelle strade fa esplodere l’odio razziale diffuso, passando per qualche fake news restituisce al Ministro degli Interni la possibilità di chiudere un cerchio sempre più giustificato e normalizzato.

Il M5S ha cavalcato la campagna elettorale al grido di “Reddito! Reddito!”, facendo apparentemente propria la battaglia per la redistribuzione della ricchezza che nei movimenti sociali è nata e si è sviluppata. Non ci sono volute che poche settimane affinché il velo della propaganda lasciasse vedere duramente la realtà: fatto l’incasso alle elezioni, la promessa del reddito lascia il posto al “contratto di governo” dove l’erogazione di sussidi incondizionati deve essere affiancata alla “flat tax” un dispositivo fiscale anti- progressivo che risulterà micidiale per milioni di persone che ora le statistiche indicano ai limiti della soglia di povertà.
Allo stesso modo, i pentastellati stanno ritornando clamorosamente sui loro passi rispetto al blocco delle “grandi opere”, TAV e terzo Valico in primis, e ancora non conosciamo quali “soluzioni” il governo proponga per intervenire nella Genova post-crollo del viadotto Morandi.

L’operato del governo italiano forse rispecchia una tendenza più ampia: il neo-nazionalismo del “Gruppo di Visegrad”, il neo-liberismo di cui Macron è al contempo figlio e padrino, il muro eretto da Trump al confine col Messico, la politica anti-migranti che stanno adottando l’Austria e la Germania, l’indifferenza dell’Europa di fronte al genocidio nel Mediterraneo… sono solo alcuni esempi. Non a caso il Salvini ministro degli Interni ha invitato a Milano Victor Orbàn, presidente ungherese che per primo chiuse le frontiere con l’esercito nel 2015!

D’altro canto le balbuzienti dichiarazioni del ministro del lavoro Di Maio sulla tragedia di Marcinelle fa capire come la strumentalizzazione propagandistica sia la sola bussola della comunicazione politica, mentre le decisioni sono guidate dall’ideologia Dio-Patria-Famiglia, con la donna in posizione di continua subalternità.

In questo dilagare di individualismi, opportunismi e nuova cultura fascista i movimenti hanno più volte dimostrato di possedere gli anticorpi per non soccombere, ma è ora di contrattaccare!

Come a Macerata e Ventimiglia, o Catania, Firenze e Gioiatauro, come le grandi maree che si sono radunate attorno a Non Una Di Meno: ragioniamo ed organizziamoci assieme per costruire l’alternativa solidale, antirazzista e antisessista. Dal desiderio di trasformazione collettiva, è necessario ripartire per immaginare un’Europa ed un mondo diversi, per sovvertire le leggi del capitale e dei suoi fedeli servi: razza e genere.

Sentiamo il bisogno di aprire un confronto sui temi del Reddito di Autodeterminazione, dei beni comuni, di come superare il modello sociale patriarcale inseparabilmente connesso al capitalismo neoliberista; vogliamo organizzarci assieme per contrastare l’ondata di odio razziale che sta suscitando Salvini, ed impedire che possano aprire i CPR; vogliamo difendere assieme i territori dalla predazione capitalista che devasta e saccheggia trascinandoci nel baratro di un modello di sviluppo che non e’ mai stato sostenibile.

Riappropriamoci del concetto di Reddito di Autodeterminazione, oltre ogni genere e provenienza: strappiamolo dalla propaganda dei Cinque Stelle, assumiamolo come obiettivo attuale e facciamolo vivere il più in fretta possibile nelle pratiche; superiamo le assunzioni limitanti del mondo del lavoro per ottenere veramente la liberazione dei corpi.

Organizziamo la lotta per la dignità e la sicurezza sul lavoro: dai braccianti delle campagne del Meridione a tutti i precari, il “lavoro” non garantisce più la sussistenza materiale di nessuno! Dobbiamo essere capaci di organizzarci assieme superando la prima apparenza di distanze e condizioni molto diverse.

Strettamente legata al Reddito sarà la nostra capacità di analizzare e superare la dicotomia tra pubblico e privato, per continuare a costruire il “Comune”, nelle lotte per il diritto alla casa, contro le grandi opere, nelle pratiche di mutualismo che produciamo nelle città.

Lottiamo contro il patriarcato, legato indissolubilmente al capitalismo neoliberista, ostacoli entrambi al diritto di autodeterminare le nostre vite: riconoscere la specificità e la necessità del discorso e della lotta femminista, i diversi posizionamenti rispetto al potere e alla libertà che le intersezioni di classe, genere e razza producono nelle nostre vite, significa rendere possibile una radicale e autentica liberazione dei corpi e delle nostre esistenze. L’esperienza del movimento femminista globale (e italiano) di questi ultimi anni ci ricorda che tornare ad essere marea, cioè soggetto maggioritario allo stesso tempo globale ma territorialmente vivo e radicato, è possibile e necessario.

Organizziamo insieme la lotta Antirazzista!, tentiamo su questo terreno di bucare il dibattito pubblico, costruiamo un fronte il più ampio possibile, capace di ragionare ed agire con ogni mezzo necessario, in maniera coesa e coordinata per eliminare l’intolleranza razzista, diffusa o istituzionale che sia.

Attraverso processi attuali e orizzontali, elaboriamo una critica sovversiva per un’azione di conflitto pratico al fine di trasformare il presente, importante sarà la costruzione di nuove reti che sappiano lavorare in modo originale e sperimentale per la costruzione di mobilitazioni maggioritarie.

Superiamo con coraggio vecchi schemi e metodologie che animavano il “fare movimento”, osteggiando senza sconti spinte autoreferenziali e identitarie, ma soprattutto predisponendoci a nuove alleanze con soggetti imprevisti che animino i percorsi solidali e antirazzisti nei territori.
Assolutamente centrale è la mobilitazione: tornare nelle piazze, provando a costruire una lotta veramente trans-nazionale!

Nelle grandi città come maree, nei quartieri con il lavoro quotidiano di costruzione di relazione, affiancando i comportamenti resistenziali diffusi attraverso cui i migranti inseguono libertà e autodeterminazione; abbiamo la capacità di rovesciare la narrazione del governo più ideologicamente a destra del dopoguerra.

Grafica del progetto Propagazione