Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Francia – Manifesto per l’accoglienza dei migranti

Mediapart - 26 settembre 2018

Foto: Edwy Plenel

Ovunque, in Europa, l’estrema destra sta avanzando. Il valore dell’uguaglianza è soppiantato dall’ossessione per l’identità. La paura di non sentirsi più a casa propria vince sull’opportunità del vivere assieme. Ordine e autorità schiacciano il senso di responsabilità e la condivisione. “L’ognuno per sé” prevale sul senso pubblico.

È tornato il tempo dei capri espiatori. L’intensità dei processi di finanziarizzazione, l’incessante circolazione delle merci, la spirale delle disuguaglianze, delle discriminazioni e della precarietà, vengono dimenticate al punto da divenire invisibili. Ci viene detto – a dispetto dei dati reali – che la causa delle nostre disgrazie è “la pressione migratoria”. Da qui a dire che per sradicare il malessere basta arrestare i flussi migratori il passo è breve e piuttosto trascinante.

Non l’accettiamo. Le radici dei mali del nostro tempo non stanno nella mobilità degli esseri umani, ma nel potere sconfinato della competizione e della governance, nel primato della finanza e nella sordità delle tecnocrazie. Non è la manodopera immigrata a pesare sulla classe dei salariati, ma le leggi sempre più universali della competitività, del profitto e della precarietà.

È illusorio pensare di poter contenere o, ancor più, interrompere i flussi migratori. A volerlo fare, si finirà sempre per essere costretti al peggio. Le norme intensificano i controlli di polizia, e la frontiera si fa muro. Ma la chiusura, inevitabilmente, genera violenza… e così aumenta il numero degli immigrati clandestini soggetti a sfruttamento.

Nel mondo globalizzato, così com’è, capitali e merci circolano senza controllo né restrizioni; gli esseri umani, al contrario, non possono fare lo stesso. La libera circolazione degli uomini non appartiene al credo del capitale, oggi come ieri.
Nei prossimi decenni, volenti o nolenti, le migrazioni si espanderanno. Toccheranno le nostre coste e anche il nostro Paese, come già oggi, avrà i suoi espatriati. I rifugiati in fuga da guerre e disastri climatici saranno sempre più numerosi. Cosa faremo? Continueremo a chiudere le frontiere lasciando che i più poveri accolgano i poverissimi? È indegno moralmente e stupido da un punto di vista razionale.
Significherebbe adottare la “strategia dello struzzo”… verrà il diluvio dopo di noi? Ma il diluvio andrà bene per tutti noi!

Non bisogna lasciare il campo a queste idee, imposte dall’estrema destra, troppo spesso accolte dalla destra e che tentano persino una parte della sinistra. Noi, intellettuali, artisti, attivisti, sindacalisti e soprattutto cittadini, non chineremo certo il capo. Non scenderemo a patti con gli interessi della destra estrema. La migrazione è un male soltanto nelle società che voltano le spalle alla condivisione. Per gli immigrati presenti nei paesi ospitanti la libertà di movimento e l’uguaglianza dei diritti sociali devono essere diritti umani fondamentali.

Non faremo alla destra estrema il dono di credere che ponga delle giuste istanze. Rigettiamo le sue domande, così come le sue risposte.

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