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Migrazione

Migranti irregolari. A Tangeri, la paura nel ventre

Salaheddine Lemaizi, LesEco.ma - 10 settembre 2018

Durante il giorno i migranti si rifugiano nella foresta di Boukhalef per scappare agli arresti

traduzione di Karen Boselli

Tangeri, città aperta sull’oceano e il Mediterraneo, chiude brutalmente le sue porte ai migranti irregolari subsahariani. Reportage nel cuore di una comunità perseguitata…

Siamo a Branes Lakdim, quartiere periferico a sud di Tangeri. Sono le 21, il quartiere è immerso nel buio. Non c’è illuminazione pubblica e la rete stradale si riassume in qualche viuzza polverosa. In questa zona non attrezzata della città dello stretto, migranti subsahariani regolari e irregolari vivono fianco a fianco con i marocchini.

All’imbocco del quartiere, marocchini e subsahariani si tengono d’occhio a vicenda. Piccoli gruppi di ragazze subsahariane sono di guardia per avvisare i compagni di (s)fortuna in caso di blitz notturni. «Vivevamo in armonia con la popolazione locale fino allo scorso 9 agosto», ci spiega Issatou Barry, abitante del quartiere da tre anni e presidente dell’associazione Ponts Solidaires. Quel giovedì, alle 6 di mattina, mentre la luce del giorno cancellava gli ultimi veli della notte, è stato dato il via a una vasta operazione d’arresti dei migranti subsahariani, per “ripulire” il quartiere. Le zone limitrofe di Mesnana e Boukhalef hanno subito la stessa sorte.

Una notte con gli harragas

Issatou è stata regolarizzata nel 2015. Tuttavia, fa parte del gruppo di persone che sono state arrestate e saranno rispedite a casa loro manu militari. «Siamo stati arrestati, io e i miei due figli», si ricorda Issatou.

Dopo una giornata trascorsa in prefettura e dopo aver fornito le prove della sua regolarità sul territorio, è stata rilasciata insieme ai suoi figli. «Al mio rientro a casa, ho trovato dei sigilli sulla porta d’ingresso. Ci sono voluti più interventi perché potessi finalmente accedervi. Ma tutti i miei effetti personali erano spariti. Televisore, elettrodomestici, vestiti… non c’era più nulla», dice mostrandoci i muri vuoti del suo appartamento. «Le espulsioni hanno toccato, in modo indistinto, sia migranti regolari che irregolari», testimoniano diverse persone incontrate sul posto al loro rientro Tiznit o Casablanca dove erano state “scaricate” qualche giorno prima dalle forze di sicurezza.

Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) a Rabat, 14 richiedenti asilo e quattro rifugiati registrati in Marocco sono stati trasferiti con la forza verso il sud del paese! A tutt’oggi, diverse case sono ancora sigillate, senza motivazioni precise. Fuori dal quartiere, i giovani subsahariani si «attaccano» ai muri.

Questi migranti irregolari riprendono fiato dopo una giornata passata nella foresta di Boukhalef che serve ormai di rifugio a tutti quelli che sono stati cacciati dalla città. «Gli arresti avvengono sempre ai primi albori. Per sfuggirvi, passiamo la notte nella foresta», confessa Omar. Molto rapidamente, viene raggiunto da altri giovani migranti che rifiutano di parlarci. «La gente ha paura di essere arrestata.
Sfortunatamente, dagli avvenimenti successi in agosto, nessuno si fida più dei marocchini
», rimpiange Omar.
Su ordine di uno dei loro leader, il gruppo pone fine alla discussione. Ma il 31 agosto i migranti subsahariani perseguitati, stufi, hanno dato sfogo al loro risentimento. Hanno organizzato una marcia di protesta, da Mesnana verso il consolato di Spagna a Tangeri. Un’iniziativa vietata dalle autorità. «Ne abbiamo abbastanza di questa caccia ai migranti», protesta Issatou, che aveva partecipato a quest’azione. I marocchini che vivono nel quartiere hanno punti di vista divergenti riguardo la presenza dei subsahariani. Per alcuni, la loro presenza permette di fare crescere l’economia locale. Altri invece accusano i migranti «di mettere in piedi attività illegali come bar non autorizzati o luoghi di depravazione». 

La legge 02-03 non prevede alcuna misura di spostamento per le persone in situazione irregolare
La legge 02-03 non prevede alcuna misura di spostamento per le persone in situazione irregolare

«I trafficanti, sempre a piede libero»

Le autorità locali di Tangeri hanno deciso di fare tabula rasa dei migranti irregolari a Tangeri, Nador e Tétouan. Una volontà espressa dal governo durante l’ultimo consiglio del 6 settembre. «Nello spirito di responsabilità della strategia nazionale d’immigrazione abbiamo spostato un certo numero di migranti irregolari verso altre città marocchine per assicurare la loro sicurezza e allontanarli dalle reti di tratta degli esseri umani attive nel Nord. Quest’operazione si è svolta nel rispetto totale delle norme legali», afferma l’Esecutivo. Tuttavia la legge 02-03 non prevede alcuna misura di spostamento delle persone in situazioni irregolari. «La repressione massiccia che le autorità marocchine esercitano contro migliaia di migranti, richiedenti asilo e rifugiati subsahariani in assenza di procedure regolari è crudele e illegale», ribatte Amnesty International.

Dopo un mese di operazioni di arresti, Assitou Barry è amareggiata: «se siamo dei trafficanti, che le autorità ci arrestino. A casa mia hanno preso tutto ma non hanno trovato né barcone né giubbotti di salvataggio. I veri trafficanti sono sempre a piede libero». Dal canto loro, Omar, Ali e gli altri si affrettano a lasciare Branes per raggiungere la foresta, rifugio precario per «coloro che bruciano le frontiere».