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Balcani – Minori migranti, maggiori rischi. Pericoli e problematiche dei minori non accompagnati che migrano verso l’Unione Europea

Dossier con dati e testimonianze di Caritas Italiana (Numero 42 - Dicembre 2018)

Mai come in questi tempi il tema dell’accoglienza si contorna di particolare interesse da parte delle Istituzioni, delle organizzazioni e della società civile.

Il flusso di migranti lungo strade pericolose e mari invalicabili, porta con sé non solo numeri statistici, ma infinite storie di vita vissuta. Il viaggio non comincia muovendo i piedi verso la meta, ma focalizzando una meta da raggiungere. L’Europa, con le sue grandi città, è l’obiettivo finale e l’unico ostacolo è il Mediterraneo, che sia via mare o via terra. Dall’altra parte della costa mediterranea ci sono cinquecento milioni di persone, i cittadini dell’Unione Europea.

La maggior parte di essi sono adulti o anziani, i cui governi e politiche comunitarie, di fronte a tale situazione, continuano a ragionare se sia il caso o meno di prestare soccorso, se ci sarà spazio o meno per questo giovane che giunge da lontano. C’è chi viaggia da mesi e lasciato la famiglia, c’è chi viaggia in gruppo e c’è, in alcuni casi, qualcuno che ha poco da raccontare. Qualcuno che non ha lunga memoria di ciò che ha lasciato: sono i bambini.

Seguendo la propria famiglia in un viaggio estenuante e rischioso perfino per la vita, questi minori sono privati del tempo per giocare, imparare, amare e per crescere e realizzarsi come essere umani. Sono minori privati del loro passato, del loro futuro, prigionieri di un presente senza speranza. Il fenomeno è ancora più preoccupante quando si prendono in considerazione i minori non accompagnati, ovvero quei bambini che viaggiano soli, senza essere accompagnati o seguiti da un familiare né da un tutore. Come tanti Mosè affidati alla sorte di mari infiniti e strade intinse di disperazione.
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In occasione del Forum internazionale Migrazioni e pace (febbraio 2017) Papa Francesco ha tenuto a Roma un discorso per chi, come noi, ogni giorno si trova impegnato nei temi della cura dell’uomo, del disagio, della solidarietà e della pace. «Migrare – ha detto – è espressione dell’intrinseco anelito alla felicità proprio di ogni essere umano, felicità che va ricercata e perseguita. (…) Purtroppo, all’inizio di questo Terzo millennio si tratta di spostamenti forzati, causati da conflitti, disastri naturali, persecuzioni, cambiamenti climatici, violenze, povertà estrema e condizioni di vita indegne». Ha concluso la sua riflessione richiamando l’attenzione sui più vulnerabili tra migranti, profughi e rifugiati, cioè «bambini e adolescenti che sono forzati a vivere lontani dalla loro terra d’origine e separati dagli affetti familiari».

I minori costituiscono circa il 31% della popolazione mondiale totale e, tra questi, 20 milioni di minori sono stati costretti a trasferirsi fuori dal loro Paese e 11 milioni sono rifugiati e richiedenti asilo.

Questi minori sono tra i più vulnerabili, sia in quanto minori, sia perché colpiti dalla migrazione forzata e non. Il numero dei minorenni rifugiati e migranti che si spostano da soli ha raggiunto livelli senza precedenti, aumentando di circa 5 volte tra il 2010 e il 2015. Almeno 300mila bambini e adolescenti non accompagnati da adulti o separati da essi sono stati registrati in circa 80 Stati tra il 2015 e il 2016, rispetto ai 66 mila del biennio 2010-2011.

I genitori, mirando a dare ai loro figli una maggior sicurezza e un futuro migliore, li mandano in un altro Paese in cui vivono alcuni loro parenti o conoscenti. I flussi migratori si riempiono, così, di minori stranieri non accompagnati

La migrazione forzata mina l’unità della famiglia in innumerevoli modi, incluso il rischio che i minori rifugiati – sia che rimangano all’interno del proprio Paese, sia che siano in altro Paese – possono essere lasciati soli e non protetti. Spesso l’intera famiglia non ha la possibilità di migrare insieme. Come conseguenza, in alcuni casi i genitori che sono costretti a intraprendere il viaggio affidano i propri figli a parenti o vicini nel loro Paese d’origine; in altri casi, i genitori, cercando di dare ai loro figli una maggior sicurezza e un futuro migliore, li mandano in un altro Paese in cui vivono alcuni parenti e/o conoscenti.

I flussi migratori si riempiono, così, di minori stranieri non accompagnati (MSNA). E non sempre il viaggio procede come previsto: il minore, senza la presenza di un genitore, è maggiormente esposto a rischi per la propria vita. Spesso il minore si perde, scappa dalle situazioni di maggior pericolo ed è così facile preda di organizzazioni senza scrupoli, che possono approfittare della sua vulnerabilità.

Alcune di queste organizzazioni si trovano proprio lungo i territori di transito, laddove la disperazione può facilmente portare a scelte senza ritorno. Il flusso di migranti minori non accompagnati è purtroppo evidente lungo le rotte migratorie finora percorse nei Balcani, dove l’accesso in Europa via terra attira ancora ingenti masse di richiedenti asilo del Medio Oriente.
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L’UNICEF stima che sono 535 milioni 1 i minori – ossia 1 su 4 nel mondo – che vivono in Paesi colpiti da conflitti o calamità naturali e che spesso sono costretti ad abbandonare le loro case per cercare riparo altrove.
Molti Paesi stanno vivendo condizioni di estrema povertà, guerra, persecuzione, cambiamenti climatici, disastri naturali, violenze e violazioni dei diritti umani che costringono le persone a fuggire in altri Paesi, cercando un futuro più sicuro e giusto per sé e per i propri figli.

In questo contesto, alla fine del 2017, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), erano 68,5 milioni le persone costrette alla fuga a seguito di violenza, conflitti, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.

Questa cifra, che ha segnato un record storico, ha inoltre svelato che 16,2 milioni di persone si sono trasformate in nuovi profughi a causa di conflitti e persecuzioni; di questi, 11,8 milioni sono sfollati all’interno delle frontiere dei loro stessi Paesi, mentre 4,4 milioni sono rifugiati e nuovi richiedenti asilo. Ciò significa che, ogni giorno, 44,4 persone sono obbligate a lasciare le proprie case. I minori sotto i 18 anni di età costituiscono circa la metà della popolazione rifugiata del 2016
2 – circa 30 milioni. 300 mila di questi sono minori non accompagnati registrati in circa 80 Paesi tra il 2015 e il 2016 (rispetto ai 66.000 nel 2010-2011), ma il dato reale è probabilmente molto più alto.

I bambini non accompagnati e separati sono esposti a un rischio molto più grande di tratta (rappresentano il 28% delle vittime di tratta a livello globale), sfruttamento, violenza e abuso.

I bambini sradicati dalla propria famiglia affrontano gravi rischi per la loro salute e sicurezza, oltre a enormi ostacoli che limitano l’accesso ai servizi di cui hanno bisogno per crescere: cure mediche e istruzione rimangono infatti fortemente compromessi durante il viaggio del minore, anche quando è accompagnato. Solo la metà di tutti i rifugiati, per esempio, è iscritta alla scuola primaria, mentre meno di un quarto dei rifugiati adolescenti frequentano la scuola secondaria.

Questi bambini e adolescenti che prendono la via dell’esilio sono particolarmente vulnerabili: la maggior parte di loro sono fuggiti da situazioni di conflitto e persecuzione nel loro Paese di origine (nel 2016 il 63% proveniva dall’Afghanistan, Siria e Iraq), e continuano ad essere esposti a rischi di violenza, sfruttamento e abuso durante il loro viaggio. T

Troppo spesso, le norme e le prassi nazionali non sono sufficienti per garantire i loro diritti e talvolta anche violare i loro bisogni di protezione. Il viaggio migratorio di un minore non accompagnato aumenta infatti anche il rischio di proliferazione di reti di contrabbando e traffico, cosi come evidenziato nel precedente Dossier di Caritas Italiana su tratta e sfruttamento minorile 3.

Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi anni sono state rilevate più di 500 diverse rotte di spostamento e traffico dei minori 4. Attraverso l’inganno, la coercizione e l’abuso della vulnerabilità dei minori, trafficanti di esseri umani violano i loro diritti umani riducendoli sistematicamente in schiavitù o servitù, nel lavoro forzato, prostituzione, pornografia e accattonaggio. Per molti lungo la strada e in alcuni Paesi anche dopo l’arrivo, le situazioni di sfruttamento lavorativo costringono i minori a rischio e i minori migranti non accompagnati a lavorare tra 10 e 12 ore al giorno, mentre vivono in condizioni estremamente sfavorevoli.

Per quanto riguarda le ragazze, la schiavitù sessuale e il rischio di stupro sono talvolta associati a ulteriori forme di tratta, tra cui, in particolare in alcune regioni, il matrimonio in età infantile e la vendita per matrimoni forzati 5.

Oggi il MSNA rifugiato e richiedente asilo porta su di sé sempre di più gravi dolori e traumi. Molti MSNA sono costretti a fingere di essere adulti per prendere parte ad attività illegali. Troppo spesso, al primo segno di guai o quando iniziano a essere un peso, i criminali abbandonano i minori, ingrandendone drammaticamente la fragilità.

Una volta arrivati in un Paese diverso, i minori stranieri non accompagnati sono comunemente suscettibili ad altre forme di violazione dei diritti. Da un lato, molti devono pagare i loro trafficanti per quello che devono loro per il viaggio; dall’altro, le autorità spesso non riescono a fornire loro protezione e assistenza per soddisfare i bisogni di base, oppure hanno troppa paura di farsi avanti, anche quando sono in stato di necessità estrema. Affrontare il fenomeno dei minori migranti non accompagnati è diventato un imperativo umanitario. La violazione dei diritti di questi bambini rivela tre fonti di vulnerabilità: sono bambini, sono minori migranti non accompagnati e molti sono bambini senza alcuna protezione a cui hanno diritto, in base alle convenzioni internazionali e regionali sui diritti umani ampiamente ratificate da molti Paesi.

Ogni giorno, 44,4 persone sono obbligate a lasciare le proprie case. I minori sotto i 18 anni di età costituiscono circa la metà della popolazione rifugiata – circa 30 milioni. 300 mila di questi sono minori non accompagnati registrati in circa 80 Paesi

  1. Humanitarian action for children, 2017 overview, Unicef, 2017
  2. Global trend report: forced displaced in 2017, UNHCR, 2018
  3. Dossier con dati e testimonianze numero 39, Partire era l’unica scelta, Caritas Italiana, luglio 2018
  4. Global Report on Trafficking in Persons 2016, UNODC, 2016
  5. Refuge & Hope in the Time of ISIS: The Urgent Need for Protection, Humanitarian Support, and Durable Solutions in Turkey, Bulgaria, and Greece, A Report of the Migration and Refugee Services of the United States Conference of Catholic Bishops, January 2015