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Open Arms: la capitaneria di porto di Barcellona nega autorizzazione a lasciare il porto alla nave della Ong spagnola

Comunicato stampa

La Capitaneria di porto di Barcellona ha negato alla nostra imbarcazione, l’Open Arms, il permesso di lasciare il porto per raggiungere il Mediterraneo Centrale.

Dichiarando i loro porti chiusi infatti, secondo le autorità portuali spagnole, gli stati membri dell’Unione Europea, nella fattispecie Italia e Malta, violano le convenzioni internazionali che regolano il soccorso in mare e non assicurano alla nostra ONG le necessarie condizioni di sicurezza.

L’imbarcazione è costretta a rimanere in mare per diversi giorni, attraversando il Mediterraneo, e a sbarcare le persone salvate in un porto molto lontano dal luogo del soccorso”, azione che “viola i procedimenti relativi alle operazioni di salvataggio regolati della normativa internazionale”, dichiara la Spagna.

Per questa ragione, il permesso di lasciare il porto ci viene negato “finché non verrà garantito un accordo di sbarco dei naufraghi con le autorità delle zone Sar competenti (Italia e Malta)”.

Se dunque gli Stati non rispettano i loro obblighi di soccorso, nemmeno noi dobbiamo proteggere la vita dei naufraghi in mare. Per l’ennesima volta, anziché denunciare la violazione delle convenzioni internazionali, si sceglie di eliminare i testimoni scomodi dei naufragi e di nascondere la verità sulle morti nel Mediterraneo.

Le politiche scellerate dell’Europa continuano a violare i più elementari diritti delle persone, primo tra tutti quello alla vita. Per questo, abbiamo presentato ricorso all’atto di fermo e continueremo a batterci per poter tornare quanto prima a operare in mare.

Su Open Arms

POA è un’organizzazione non governativa che sovrintende ai diritti umani in mare, ha iniziato i suoi lavori di salvataggio a Lesbo (Grecia) nel settembre 2015, dove ha salvato migliaia di persone nel Mar Egeo. Nell’estate 2016 ha ampliato la sua missione nel Mediterraneo centrale, dove ha salvato 15.000 vite a bordo della barca a vela Astral in 4 mesi. Da quando è iniziata la missione nel Mediterraneo centrale, sono state salvate 26.500 persone, 5.000 a bordo dell’Open Arms. Tutto grazie alle donazioni della società civile.

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