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I 15 di Stansted: nessuna condanna per gli attivisti denunciati per attacchi pseudo-terroristici

Damien Gayle, The Guardian - 6 febbraio 2019

Photograph: Kristian Buus/Getty Images

I quindici attivisti denunciati per attacchi pseudo-terroristici per essersi incatenati intorno a un aereo per l’espatrio degli immigrati all’aereoporto di Stansted hanno ricevuto una sospensione della pena.

Dopo aver constatato di essere stati motivati da “buone ragioni“, il giudice ha deciso di non imprigionarli.

Il gruppo che, nel bel mezzo di una dura protesta organizzata dai difensori dei diritti umani è diventato famoso come i 15 di Stansted, lo scorso dicembre è stato condannato per aver messo in pericolo l’incolumità di un aereo.

Nel marzo 2017 hanno fatto irruzione nella area cargo dell’aeroporto di Stansted, incatenandosi tutti insieme intorno a un Boeing 767 noleggiato dal Ministero degli Interni inglese per deportare 60 persone in Nigeria, Ghana e Sierra Leone. Dopo un processo di dieci settimane una giuria li ha giudicati colpevoli per una vicenda che avrebbe potuto costare l’ergastolo.

Il giudice Christopher Morgan QC mercoledì alla corte d’appello di Chelmsword ha rigettato l’attenuante che avrebbe dovuto ricevere il gruppo per la protesta che per poco tempo ha paralizzato l’aeroporto, affermando che le loro azioni in realtà non erano per niente pericolose.

Per il giudice tale azione in condizioni normali “avrebbe portato a una pena detentiva“, ma loro “non avevano lo stesso intento di un gruppo terroristico”. In tribunale gli animi si sono particolarmente accesi dopo la decisione di Morgan di non considerare la colpevolezza degli attivisti, a un passo dalla pronuncia della pena detentiva.

Le sentenze più dure sono state rivolte a tre di loro, precedentemente condannati per violazioni nell’aeroporto di Heathrow nel 2016.

Alistair Tamlit e Edward Thacker mercoledì sono stati condannati da nove a diciotto mesi di prigione con 250 ore di lavori socialmente utili. Melanie Strickland è stata condannata da nove a diciotto mesi di prigione con 100 ore di lavori socialmente utili.

A Benjamin Smoke, Helen Brewer, Lyndsay Burtonshaw, Nathan Clack, Laura Clayson, Mel Evans, Joseph McGahan, Jyotsna Ram, Nicholas Sigsworth, Emma Hughes e Ruth Potts è stata ordinata una collaborazione con organizzazioni umanitarie per 12 mesi con 100 ore di lavori socialmente utili, mentre May McKeith con 20 giorni di riabilitazione.

Come attenuante, Dexter Dias QC ha preso in considerazione il fatto che tutti hanno cercato di aiutare persone che erano in pericolo. “La ragione per la quale volevano impedire il decollo [dell’aereo] riguardava il benessere e la sicurezza dei passeggeri,” ha detto.

In quelle circostanze la corte ha orgogliosamente considerato che quelle motivazioni potessero offrire un’importante attenuante.”

Dias ha sottolineato che 11 di quelli che dovevano essere deportati nell’Africa occidentale quella notte sono poi rimasti nel Paese; per due di loro c’erano molte ragioni per le quali potessero essere vittime di traffici umani; altri due invece erano per davvero membri di questi traffici. “Uno di loro è stato violentato e costretto a prostituirsi in molte città europee,” ha detto.

Kirsty Brimelow QC, che è stata chiamata in giudizio per l’attenuante rimanendo però neutrale durante il processo, ha consigliato a Morgan di bilanciare i diritti degli imputati alla protesta e i danni e i disturbi che hanno causato all’aeroporto.
Brimelow lo scorso anno ha rappresentato tre di questi attivisti, le cui sentenze sono state giudicate dalla corte d’appello come “esageratamente eccessive“. Si è riferita continuamente a quel caso mentre consigliava a Morgan di dover considerare la “proporzionalità” dei provvedimenti.

Gli imputati sono stati appoggiati da centinaia di persone che hanno manifestato fuori il tribunale per tutto il giorno. Tamlit è sollevato che “sia tutto finito”.
E’ stato un processo faticoso,” ha detto. “Il volo che stamattina è decollato [per la Giamaica] ha messo le cose sotto un diverso punto di vista. Stanotte avremmo potuto essere mandati in prigione, oppure avremmo potuto essere rilasciati.

Ciò che è successo è stata solo parzialmente una vittoria ma continueremo a farci sentire per porre fine alle detenzioni di immigrati e a questo ambiente ostile.”

La madre di McKeith è felice di questa sentenza. Ma afferma che tutti loro non dovevano neanche lontanamente essere condannati. “Nonostante la dura discussione del giudice, loro non hanno messo in pericolo niente e nessuno all’aeroporto,” ha detto. “Le uniche persone realmente in pericolo erano i passeggeri. Ho assistito a tutto il processo e al procedimento penale, e niente mi ha convinto.

Graeme Hayes, studiosa di sociologia politica alla Aston University, dopo aver osservato l’intero processo, ha detto: “Sebbene gli imputati non siano stati reclusi, un capo d’accusa legato al terrorismo contro delle proteste pacifiche è un segnale molto allarmante. Fino ad ora è l’unico caso [di questo tipo] nel Regno Unito che provoca un dissenso così risonante.”

Gli imputati hanno già iniziato un ricorso contro le loro condanne. Raj Chada, of Hodge, Jones & Allen, rappresentano la maggior parte di loro. “Studieremo a fondo la vicenda in modo da trovare eventuali questioni irrisolte da considerare in appello.”

Il fatto che da nessuna parte ci sia stato un serio pericolo verso le persone individuate, lascia di stucco.”