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Il Gambia e l’immigrazione: la fuga da dittatura e povertà

I Gambiani, che sono appena due milioni, sono la terza nazionalità di arrivo più numerosa in Italia

Il Gambia in breve

Il Gambia è un paese dell’Africa occidentale quasi interamente circondato dal Senegal, ad eccezione della sua costa occidentale lungo l’Oceano Atlantico. È sia fisicamente che demograficamente uno dei paesi più piccoli dell’Africa. Ha una popolazione di poco più di due milioni che sono prevalentemente musulmani e più del 60% ha meno di 24 anni. Tre quarti della popolazione vivono in aree rurali, con un’agricoltura che rappresenta il 65% dell’occupazione. La popolazione urbana beneficia di maggiori redditi, livelli più elevati di risultati scolastici e un migliore accesso all’assistenza sanitaria rispetto alla popolazione rurale.

Il Gambia ottenne la sua indipendenza dal Regno Unito nel 1965. Tra il 1982 e il 1989 formò una Confederazione di breve durata con il Senegal e nel 1991 le due nazioni firmarono un trattato di amicizia e cooperazione, anche se le tensioni divennero intermittenti durante il regime di Yahya Jammeh. Nel luglio 1994 il presidente Jawara fu in effetti rovesciato in un colpo di stato militare guidato dal tenente Jammeh che divenne presidente della Gambia nel 1996. Dopo 22 anni di dominio sempre più autoritario, il presidente Jammeh è stato sconfitto e il presidente Adama Barrow è entrato in carica nel gennaio 2017.

La situazione dei diritti umani in Gambia con il nuovo presidente
La situazione dei diritti umani in Gambia con il nuovo presidente

Il clima dei diritti umani in Gambia è migliorato drammaticamente quando il nuovo presidente, Adama Barrow, e il suo governo hanno preso provvedimenti per invertire l’eredità del governo autoritario e abusivo dell’ex presidente Yahya Jammeh. Dopo aver aver assunto la carica nel 2017, Adama Barrow si è mosso rapidamente per distinguere il suo governo da quello precedente, le cui forze di sicurezza hanno usato arresti arbitrari, torture e uccisioni extragiudiziali per sopprimere il dissenso e i media indipendenti durante i suoi 22 anni al potere. Il nuovo presidente ha promesso di rendere il paese la “capitale dei diritti umani in Africa”.

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Fonte: www.jeuneafrique.com

Come prima cosa, ha rilasciato decine di prigionieri politici. Dopo la sconfitta elettorale di Jammeh, e in particolare dopo la sua partenza per l’esilio, le corti e le prigioni hanno rilasciato decine di persone imprigionate ingiustamente. Tra queste persone c’è anche il leader dell’opposizione Ousainou Darboe, che ha scontato una pena detentiva di tre anni dopo essere stato detenuto durante una protesta pacifica del 2016, che è stato rilasciato nel dicembre 2016 insieme ad altri 40 sostenitori dell’opposizione.

Una seconda scelta del nuovo presidente Barrow è stata quella di riformare la magistratura, accusata di essere stata pesantemente politicizzata durante il periodo in cui Jammeh era in carica, nominando una lista di nuovi giudici, tra cui un nuovo e rispettato capo della Corte Suprema. Le condizioni dei carcerati, tuttavia, sono rimaste disastrose, con prigionieri privi di alloggi adeguati, servizi igienici, cibo e cure mediche adeguate. Il governo ha ridotto significativamente il sovraffollamento delle carceri perdonando più di 250 prigionieri a febbraio e marzo 2017. Il 21 settembre, il presidente ha inoltre firmato un trattato delle Nazioni Unite che impegna il Gambia ad abolire la pena di morte.

Anche se ultimamente la situazione politica e sociale e migliorata, il Gambia resta un Paese poverissimo – 173esimo su 188 nella graduatoria basata sull’Indice di sviluppo umano – con ancora molte difficoltà a lasciarsi alle spalle la dittatura. Secondo le Nazioni Unite, nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 49 anni ben il 16% delle donne si è sposata prima dei 15 anni. I Gambiani, che sono appena due milioni, sono stati la terza nazionalità di arrivo più numerosa nel 2016 e nel 2017. Dall’1 gennaio al 15 febbraio 2016 sono stati 891 i gambiani approdati sulle nostre coste, di questi 245 sono minori non accompagnati. Infatti, sia nel 2015 che nel 2016, sono i minori del Gambia a presentare il maggior numero di domande di asilo.

Silvia Peirolo

Per maggiori informazioni: 
Il ritorno del Gambia (in francese) su Jeune Afrique
Report di Human Rights Watch sui diritti umani in Gambia nel 2018

Silvia Peirolo

Dottoranda presso l'Università di Trento (IT), mi sono laureata in Studi Internazionali all'Università di Wageningen (NL), all'Università di Torino (IT) e a Sciences Po Bordeaux (FR). Nata e cresciuta a Torino, ho vissuto in vari paesi per studi e lavoro. Di tutti i paesi, sono rimasta appassionata alla Sierra Leone, dove ho vissuto per sei mesi. Mi interesso alle questioni legate alla polizia e alla migrazione, con un focus geografico sull'Africa occidentale. Ho lavorato precedentemente con varie agenzie delle Nazioni Unite e parlo fluentemente inglese e francese.