Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Roma: di sgombero in sgombero. Ennesimo blitz a piazzale Spadolini

Una nota di Baobab Experience

Roma, 27 febbraio 2019

Blindati, volanti, forze di polizie, AMA. Ieri mattina all’alba (26 febbraio 2019), prima ancora che arrivassero i volontari della colazione, s’è svolto un ennesimo blitz a piazzale Spadolini.

Infatti quando i primi volontari si sono affacciati alle 8 del mattino era già tutto finito. Nessuna traccia di ufficiali. Nessuna traccia delle coperte minuziosamente piegate la mattina dai ragazzi. Come se portare via incessantemente questi stracci di riparo potesse costituire qualche vittoria, un fine in sé.
Sono le ore 8, i volontari cominciano la colazione ma 5 ragazzi mancano all’appello. Sappiamo oramai che li avremmo rivisiti solo la sera.

Siamo stanchi, stanchi di queste operazioni vane che subiamo dal 2015 e subiscono i migranti in questa città incapace di attuare qualsiasi politica valida in materia di immigrazione. Ma siamo soprattutto arrabbiati, profondamente indignati e preoccupati.

Un’operazione di polizia che ha coinvolto numerosissime forze per 5 ragazzi portati a via Patini per identificazione, quindi. È ora di farsi qualche domanda.

Quanto tempo ci è voluto per foto segnalare 5 persone? Ore, ore e ore. Più di 10 lunghe ore. In una stanza chiusa, senza mangiare.

Erano 5 ragazzi mai identificati? Affatto. Questi ragazzi erano già stra-conosciuti perché portati via durante operazioni precedenti (3 di loro proprio all’ultimo sgombero del 17/01). Da Piazzale Maslax, a Spadolini e ex-Penicillina. Un cane che si morde la coda.

Ma non solo. Due di questi ragazzi soffrono di problemi e disagi mentali e fisici importanti. Il primo si trovava in maglietta, ciabatte, con un unico calzino e un piede che non può appoggiare a terra. Il secondo è un signore cinquantenne che zoppica e ha alle spalle quasi un decennio di strada. Si sono visti offrire una qualsiasi sistemazione, una presa in carico? No, sono solo stati rilasciati dopo una giornata di digiuno con una denuncia perché non hanno seguito ordini precedenti di lasciare il territorio.

Ci fermiamo qui? No. Due ragazzi richiedenti asilo, un senegalese in attesa di commissione e un eritreo in attesa di esito, si sono visti sequestrare le loro carte. È ormai una pratica che riscontriamo spesso. Questo ragazzo eritreo, che aveva con sé il verbale della commissione andando a via patini, è quindi tornato senza.

Hotel Africa, Via cupa, Piazzale Spadolini, Piazza Indipendenza, Via scorticabove, Piazzale Maslax, Ex-Penicillina, Tor Cervara, Via Fanfulla. Chiediamo, cosa abbiamo risolto?

Denunciamo con forza queste pratiche repressive che non fanno altro che violare diritti e dignità e mettere in pericolo esseri umani già fragili e isolati.
Denunciamo con forza l’accanimento di un sistema che invece di tutelare produce emarginazione e precarietà.

Qualche giorno fa una poliziotta che effettuava una pattuglia di giorno, di fronte a questo ragazzo che indossava un calzino che stava dormendo con un plaid leggero sul pavimento della fermata del 548 ha esclamato : «Eh ma lui lo sa che non deve stare qui?»
No, ma ci dica pure, cara tutrice dell’ordine pubblico, dove dovrebbe andare, in che angolo nascosto dovrebbe finire, quale tecnica particolare dovrebbe usare per sparire dalla vista di tutti?

I 5 ragazzi sono tornati dopo le 20. Gli abbiamo ridistribuito coperte. Alla faccia di chi pensa che sgomberare vuol dire annientare, allontanare, distruggere.

Questo gioco è durato fin troppo, e siamo noi in quanto cittadini italiani, cittadini europei, a rimetterci della nostra umanità ogni volta che si compiono questi atti di violenza e di persecuzione verso i più deboli.