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Šid, confine serbo-croato. Violenza della polizia contro persone migranti e volontari

Una nota di No Name Kitchen

Foto: Angélica Sánchez

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I rifugiati e i volontari di No Name Kitchen (un’organizzazione che si occupa di fornire cibo, acqua, elettricità e vestiti alle persone rifugiate che si trovano a Šid, nella frontiera tra la Serbia e la Croazia) sono stati aggrediti dalle forze di polizia locale nella mattina del 20 febbraio.

I migranti sono stati tradotti, contro la loro volontà, a un campo ufficiale e i volontari sono stati fermati per ore nel commissariato locale senza poter ottenere nessuna spiegazione.

Alle 6:30 la polizia è arrivata allo squat (lo spazio dove vivono i rifugiati) e ha iniziato a sgomberarlo, arrestandone gli abitanti. I volontari di No Name Kitchen hanno subito abusi fisici, psicologici e sessuali dalle autorità. I beni dei rifugiati e le donazioni internazionali sono stati trasportati alla discarica municipale.

Già poche ore dopo la cattura alcuni rifugiati stavano tornando allo squat.

Tuttavia le tende, i vestiti, le coperte, i sacchi a pelo, i telefoni, i documenti, il denaro e gli altri beni con i quali stavano sopravvivendo all’inverno sono andati perduti irrimediabilmente.

In seguito alle minacce della polizia No Name Kitchen ha dovuto ridurre le attività a causa dell’ennesimo grave caso di criminalizzazione dell’assistenza umanitaria.