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Buonisti un CAS: in FVG nasce un percorso di mobilitazione di lavoratori e lavoratrici dell’accoglienza

Sabato 16 marzo alle 15:30 un presidio regionale davanti alla Prefettura di Trieste

A seguito dell’approvazione del dl 113/2018 Sicurezza e Immigrazione, che mira a svilire e smantellare l’attuale sistema d’accoglienza, un gruppo di lavoratori e lavoratrici dell’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati di Trieste ha dato vita ad un percorso di mobilitazione per difendere il modello inclusivo e dignitoso dell’accoglienza diffusa e per difendere la dignità dei suoi lavoratori e lavoratrici.
Qui sotto pubblichiamo la piattaforma politica elaborata dalla loro assemblea.

“L’intento”, scrivono in una nota “è quello di mobilitarci in prima istanza a livello regionale in concerto con tutte le persone e realtà che condividono le nostre rivendicazioni nel territorio del FVG.
Lanciamo un appello affinché, anche nelle altre realtà territoriali del FVG, si sperimentino altre e contemporanee forme di mobilitazione davanti alle rispettive Prefetture. Lanciamo allo stesso tempo un appello, oltre la data del 16 marzo, perché tramite adesioni da parte delle realtà interessate si possa giungere ad una mobilitazione a livello nazionale”.
Per informazioni e adesioni alla mobilitazione: [email protected].

La piattaforma di Buonisti un CAS

Con il Decreto Sicurezza e il taglio del 40% delle risorse nei bandi delle prefetture viene colpito duramente il diritto all’accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati/e, nonché la libertà d’azione delle persone che sono già inserite nel sistema stesso.

Le politiche del Ministero dell’interno smantellano in buona parte il sistema d’accoglienza, a fronte di una legislazione che riversa sul diritto d’asilo la quota maggiore degli attuali flussi migratori extra-europei, senza distinguere tra veri progetti e semplici speculazioni economiche sulla pelle dei e delle richiedenti asilo.

L’accoglienza verrebbe ridotta ad un mero sistema di contenimento, distruggendo l’approccio inclusivo che molti progetti hanno portato avanti in questi anni.
Il Governo contribuisce così a reprimere quanti – operatori/operatrici e ospiti – tramite l’accoglienza hanno cercato di costruire spazi di agibilità e dialogo sociale per tutti e tutte.

In particolare, lo schema di Capitolato per la gestione di Centri d’Accoglienza:
• Non pone al centro di questo lavoro la persona come portatrice di diritti, desideri e bisogni, ma come problema sociale da contenere.
• Riduce ed elimina strumenti importanti per gli ospiti in accoglienza, come i corsi d’italiano, di formazione professionale e le attività d’integrazione nel tessuto sociale, poiché non prevede voci di spesa per queste attività fondamentali.
• Taglia le risorse per le necessità abitative e favorisce la creazione di grandi centri, indirizzando gli enti gestori verso strutture fuori dai centri abitati, le quali ostacolano l’autonomia e annullano l’individualità degli ospiti in quanto persone portatrici di diritti e bisogni.
• Promuove forme di segregazione favorendo la marginalizzazione delle persone richiedenti asilo e rifugiate.
• Dissocia la tutela sociale dei/delle richiedenti asilo e rifugiati/e dal sistema complessivo dello stato sociale.
• Stravolge e svuota del suo valore il lavoro dell’operatore/operatrice sociale, considerandolo alla stregua di un costo da tagliare.
• Pone il lavoratore e la lavoratrice a guardia di richiedenti asilo e rifugiati/e, invece che a sostegno ai loro percorsi di autonomia.
• Non favorisce lo sviluppo delle realtà associative radicate nel territorio d’accoglienza, ma apre la strada ad aziende Multi-Servizi che speculano sulle persone.
• Svilisce o elimina servizi e professioni dell’accoglienza diffusa.
• Stabilendo un rapporto di 1 operatore/operatrice ogni 50 ospiti, impedisce la costruzione di una relazione e ostacola l’accesso delle persone ai servizi di assistenza, di ascolto e di orientamento.
• Crea condizioni di vita e di lavoro che mettono a repentaglio la salute psicofisica di ospiti e lavoratori/lavoratrici.
• Produce disoccupazione e precarietà con il taglio dei posti di lavoro (si stima che 45mila persone perderanno il lavoro per effetto dei bandi).

In opposizione a questo disegno politico, difendiamo l’accoglienza diffusa concretizzatasi come modello nello Sprar, ma anche nei CAS che hanno adottato gli standard qualitativi e amministrativi dello Sprar. L’accoglienza diffusa mette al centro di tutto la relazione tra persone e territorio, favorisce percorsi di inclusione e promuove:
• Soluzioni abitative già integrate nel territorio, che evitano le grandi concentrazioni, rispettano la dignità dei richiedenti asilo e ne favoriscono l’indipendenza;
• Accesso ai servizi sociali, amministrativi, sanitari, formativi e d’istruzione già integrati in quelli ordinari; anziché creare canali separati per gli stranieri;
• La dignità contrattuale e professionale di lavoratori e lavoratrici dell’accoglienza

Per tutto questo e molto altro ancora, rivendichiamo il modello inclusivo dell’accoglienza diffusa e la dignità dei suoi lavoratori e lavoratrici attraverso una giornata di manifestazione su scala locale, regionale e nazionale, da attuare sotto le prefetture.

Promuoviamo la diffusione delle informazioni e la condivisione di analisi necessarie a capire le dinamiche politiche e sociali in atto, nelle loro piu’ radicali e negative conseguenze sull’inclusione sociale dei e delle richiedenti asilo e sulla libertà di circolazione delle persone.

Lanciamo un percorso di mobilitazione di tutte le persone e le realtà – operanti nell’accoglienza e non – che condividano lo spirito di questa piattaforma, a partire dalla manifestazione del 16 marzo davanti alle prefetture di Trieste, Gorizia, Udine e Pordenone, per affermare la nostra opposizione al Decreto Salvini e rivendicare un vero modello di accoglienza.

Assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici ICS

(ICS – Ufficio Rifugiati Onlus è un’associazione impegnata da oltre vent’anni nella accoglienza e tutela dei richiedenti asilo. Attualmente, ICS coinvolge circa 220 dipendenti nella gestione dei sistemi CAS e SPRAR a Trieste. L’Assemblea esprime la voce e le preoccupazioni di questi lavoratori).

Per informazioni e adesioni alla mobilitazione: [email protected]
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