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Studio e analisi dei servizi di presa in carico e integrazione dei MSNA nel sistema di accoglienza del comune di Firenze

Tesi di laurea di Amelia Silvestri

Photo credit: Angelo Aprile (langeloviaggiatore.com)

Il 10 e 11 Dicembre 2018, a Marrakech, Marocco, si è tenuta la “Intergovernamental Conference on The Global Compact For Migration”; conferenza svoltasi sotto l’auspicio delle Nazioni Unite e che aveva lo scopo di discutere e adottare il nuovo Global Compact sull’immigrazione.

Dall’incontro sono fuoriusciti due importanti accordi che tentano di strutturare un approccio pratico alle migrazioni che sia il più rispettoso possibile dei diritti di cui sono titolari migranti e rifugiati.

Il primo accordo, il “Global Compact on Refugees 1”, si ricollega alla “Dichiarazione di New York per Rifugiati e Migranti 2” del 2016 con cui tutti i 193 Stati Membri delle Nazioni Unite hanno concordato sull’importanza di proteggere tutti coloro che sono forzati ad abbandonare il proprio paese, aiutare i paesi che accolgono tali soggetti e sull’importanza di condividere le responsabilità connesse ad un fenomeno che, di anno in anno, si fa sempre più complesso ma che dovrebbe essere affrontato come un fenomeno ormai strutturale e quindi prevedibile.

Il “Global Compact on Refugees” si compone di 4 obiettivi chiave che puntano ad alleggerire la pressione sui Paesi che accolgono i rifugiati attraverso un maggior supporto condiviso, ad aiutare i rifugiati a divenire maggiormente autosufficienti in modo da contribuire in prima persona alla costruzione del proprio futuro e di quello dei paesi in cui sono stati accolti, ad aumentare le possibilità di accesso ai paesi terzi e a migliore le condizioni di vita nei paesi di origine per permettervi un ritorno dignitoso e sicuro 3.

Sebbene tratti di un argomento molto delicato e complesso al tempo stesso, Il Global Compact on Refugees si afferma come un accordo meno controverso rispetto al secondo in quanto, a proteggere i rifugiati, esiste già una convenzione internazionale legalmente vincolante: quella di Ginevra del 1951 4

Il secondo accordo, il “Global Compact for Migration”, si è dimostrato fin da subito molto complesso. Esso si ricollega all’“Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile 5” con cui gli Stati si impegnano a cooperare per rendere le migrazioni più sicure e regolari. 6

Quello sviluppato con il “Global Compact for Migration 7” è un approccio comune per le migrazioni internazionali e tutte le sue dimensioni che si fonda sul valore della sovranità nazionale, sulla condivisione delle responsabilità, sul principio di non discriminazione e sul rispetto dei diritti umani. Esso, inoltre, riconosce la necessità di creare un approccio cooperativo tra gli Stati per ottimizzare i benefici portati dalle migrazioni affrontando i rischi e le sfide che vengono affrontate dai soggetti attivi di questi spostamenti e le comunità nei paesi di origine, transito e destinazione.

Gli accordi e gli obiettivi contenuti, quindi, non si riferiscono solo ai migranti e ai rifugiati, ma anche a tutti quei paesi che sono coinvolti nelle migrazioni perché paesi di semplice transito o di destinazione e che quindi devono provvedere alla loro accoglienza e alla loro integrazione per far sì che la migrazione diventi una vera e propria importante risorsa per lo sviluppo nazionale e internazionale.

Scarica la tesi

  1. Approvato con 181 voti a favore, 2 voti contrari, 3 astenuti
  2. www.unhcr.org/new-york-declaration-for-refugees-and-migrants.html (consultato in data 4 gennaio)
  3. www.unhcr.org/towards-a-global-compact-on-refugees.html (consultato in data 4 gennaio)
  4. Mentre la Convenzione Internazionale di Ginevra del 1951 sui diritti dei rifugiati è un trattato legalmente vincolante, il Global Compact on Refugees non è un accordo “legally” binding” ma comunque fornisce agli Stati, alle Istituzioni e alla Società Civile, strumenti utili per agire nel rispetto dei diritti dei profughi.
    POZZI G. VACCARA S. “Global Compact on Refugees, Filippo Grandi comprende gli USA, meno l’Italia
  5. www.unric.org/it/images/Agenda_2030_ITA.pdf (consultato in data 5 gennaio)
  6. Tra i principi dell’Agenda 2030 al n. 29. Si dichiara esplicitamente: “Riconosciamo il contributo positivo dei migranti ad una crescita inclusiva e ad uno sviluppo sostenibile. Inoltre, riconosciamo che la migrazione internazionale è una realtà multidimensionale di grandissima rilevanza per lo sviluppo dei paesi d’origine, di transito e di destinazione, che richiede risposte coerenti e comprensive. Lavoreremo insieme a livello internazionale per garantire flussi migratori sicuri, regolari e ordinati, secondo il pieno rispetto dei diritti umani e il trattamento umano dei migranti, a prescindere dallo status di migrante, rifugiato o sfollato. Inoltre, tale cooperazione dovrebbe rafforzare le comunità che ospitano i rifugiati, in particolare nei paesi in via di sviluppo. Sottolineiamo il diritto dei migranti a fare ritorno al paese di cittadinanza e ricordiamo che gli stati devono assicurarsi che i cittadini rimpatriati vengano regolarmente accolti”; nell’Obiettivo 10. Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le nazioni dell’Agenda 2030 si persegue la meta – 10.7 Rendere più disciplinate, sicure, regolari e responsabili la migrazione e la mobilità delle persone, anche con l’attuazione di politiche migratorie pianificate e ben gestite
  7. www.refugeesmigrants.un.org/sites/default/files/180713_agreed_outcome_global_
    compact_for_migration.pdf
    (consultato in data 5 gennaio)