Dal 14 Aprile
nelle sale d’Italia (e non solo)
Eldorado
Svizzera, Germania 2018
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Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la famiglia di Markus Imhoof ospita Giovanna, una bambina italiana rifugiata in Svizzera. Da qui comincia un viaggio tra i ricordi d’infanzia, quando gli immigrati non voluti erano gli Italiani e l’oggi. Tra le coste libiche, quelle del sud Italia e tutto il mare che c’è in mezzo, i nuovi esclusi provano a entrare nel “nostro Eldorado”.
Attraverso le navi italiane dell’operazione Mare Nostrum, i campi dei lavoratori, le strutture d’accoglienza del sud Italia e la Svizzera odierna, emerge la fotografia di un processo tanto assurdo quanto inumano, che non riesce ad affrontare una tragedia più che umana: la crisi causata dagli squilibri economici e sociali che trasformano i paesi ricchi del Nord nell’Eldorado che i meno fortunati cercano di raggiungere a tutti i costi.
Durata: 92 minuti
Regista e sceneggiatore: Markus Imhoof
Direttore della fotografia: Peter Indergand (scs)
Montatrice: Beatrice Babin (BFS)
Musiche: Peter Scherer
Produttori: Thomas Kufus, Pierre-Alain Meier, Markus Imhoof
Prodotto da: Zero One film, Thelma Film, Ormenis Film
Distribuito in Italia da ZaLab
Note di Regia/Dichiarazione Autore
Nel 1945 Giovanna arrivò dall’Italia in una Svizzera risparmiata dalla guerra.
Fu all’incirca in quel periodo che scoprii che tutti usavano il termine “io” per parlare di sé stessi. Mi sono innamorato di questo “io” straniero che ha plasmato la mia vita in maniera decisiva.
È stato molto difficile ottenere i permessi per girare questo film. C’è sempre qualcosa dietro quando ci si applica con troppo zelo a “nascondere“. La nostra sfida è diventata quella di rendere visibile l’invisibile. Le cose fondamentali vengono spesso tradite da un dettaglio, uno sguardo, una risata. La somma delle cose irrilevanti a volte mostra l’essenziale.
La storia che sta dietro a questo film è quella dell’eterno conflitto tra la parola “io” e la parola “noi”, del contrasto o dell’interazione tra molte cose differenti e una sola. Come quando ascolti un’orchestra e non è mai solo la tromba a dominare su tutto, ma riesci a sentire anche gli altri strumenti, come la viola o il flauto.
Si tratta di sperare in un equilibrio, che il Nord e il Sud del Mondo riescano a convivere come un organismo che non si sfrutta costantemente, in grado quindi di non distruggere sé stesso.