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Libia – L’esercito del generale Khalifa Haftar si avvicina a Tripoli

Sally Hayden, The Irish Times - 5 aprile 2019

Photo credit: Sally Hayden

Decine di migranti e rifugiati in un centro di detenzione di Tripoli sono stati vestiti con una vecchia uniforme militare ed è stato ordinato loro di cominciare a preparare le armi, dal momento che le forze nemiche hanno intrapreso la marcia sulla capitale libica.

Giovedì, il generale Khalifa Haftar da Bengasi ha ordinato al suo sedicente Esercito Libico Nazionale (LNA) di avanzare su Tripoli. “Stiamo arrivando Tripoli, stiamo arrivando” ha annunciato in una dichiarazione audio registrata.

Lo stesso giorno, dopo aver combattuto contro le forze di Fayez al-Serraj, il primo ministro del governo di sostegno nazionale delle Nazioni Unite con sede a Tripoli, le forze del LNA hanno preso Gharyan, a circa 80 km dalla capitale.

Nel centro di detenzione di Tripoli alcune delle migliaia di rifugiati e migranti rinchiusi lì da tempo indefinito, dopo esservi stati riportati dalla guardia costiera libica sostenuta dall’Unione Europea, temono che saranno costretti a combattere.

Abbiamo caricato delle armi e più tardi ne caricheremo altre. Alcuni soldati sono partiti con le armi e altri sono qui con noi. Se chiediamo di riportarci nella nostra stanza dicono di no”, ha raccontato un migrante detenuto al The Irish Time con messaggi WhatsApp.

Ci sono tanti tipi di armi, per esempio gli RPG, grandi razzi verdi, bombe… ce ne sono alcune di cui non so il nome. E ci sono auto con grandi cannoni”, ha riferito.

L’uomo, di cui non possiamo fare il nome per preservarne l’incolumità, ha mandato anche degli audio dove si possono sentire esplosioni in sottofondo, e foto delle uniformi militari date ai prigionieri.

Esercito Vs politica

Il generale Haftar ha ordinato l’avanzata mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, era in visita nel Paese. “Ribadisco che la soluzione alla crisi libica è politica e non militare”, ha dichiarato su Twitter.

Guterres, che è andato ad incontrare il generale Haftar venerdì, ha visitato anche un centro di detenzione di migranti a Tripoli, e ha detto di essere “profondamente scosso” da quello che ha visto.

Nessuno può sostenere che la Libia sia un porto sicuro a questo punto. La responsabilità di questi migranti non è solo della Libia, ma dell’intera comunità internazionale” ha dichiarato.

Dopo l’incontro con il generale Haftar, Guterres ha twittato: “Ho lasciato la Libia con il cuore pesante e sono profondamente preoccupato. Spero sia ancora possibile evitare scontri sanguinosi a Tripoli e nella zona”.

La Germania ha convocato un incontro urgente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere dell’escalation.

“Abbiamo paura”

Nel centro di detenzione di Abu Salim, a sud di Tripoli, centinaia di prigionieri temono di essere abbandonati senza cibo né acqua, come è successo in agosto e settembre dello scorso anno, in occasione degli ultimi gravi conflitti in città.

La guerra è cominciata” ha messaggiato un rifugiato eritreo tramite WhatsApp. “Sentiamo le armi pesanti in lontananza. E colpi di armi da fuoco vicini al nostro compound.”

Abbiamo bambini e donne in stato di gravidanza e neonati, ecco perché abbiamo paura” ha riferito.

In un terzo centro di detenzione, i detenuti hanno riferito che le guardie libiche si stanno preparando al combattimento dalla scorsa settimana, correndo lì intorno e stoccando le armi.

Secondo l’ONU, circa 5.700 rifugiati e migranti sono attualmente chiusi in centri di detenzione gestiti dal Dipartimento libico per la lotta alla migrazione illegale, compresi più di 600 bambini.

La Libia è stata divisa tra le milizie in guerra dalla rivolta del 2011 che ha portato alla destituzione e e all’uccisione del sovrano Muammar Gheddafi.

Sally Hayden