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La protezione internazionale in Italia alla luce delle recenti modifiche normative

Tesi di Laurea di Francesco Tortora

Photo credit: Gabriel Tizon (Venezuela 2019)

Università degli Studi di Milano

Facoltà di Scienze Politiche, economiche e sociali

Corso di Laurea magistrale in Scienze politiche e di governo (gov)

La protezione internazionale in Italia alla luce delle recenti modifiche normative

Relatore: Prof. Filippo Scuto

Correlatore: Prof.ssa Gloria Marchetti

Anno Accademico 2017/2018

Introduzione

L’interesse per l’argomento della mia tesi è dettato dal fatto che mi occupo di immigrazione per motivi di lavoro. Da alcuni mesi, infatti, ho l’onore di fare parte del contingente dei 250 funzionari specializzati in servizio presso le Commissioni Territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale. Nello specifico, sono in servizio presso la Commissione Territoriale della mia città, Milano.

Le migrazioni sono una costante assoluta della storia umana; un viaggio iniziato sei milioni di anni fa, che ha consentito la colonizzazione dell’intero pianeta; a partire, ironia della sorte, proprio dall’Africa.

A ben vedere, tutte le migrazioni successive a quella iniziale “preistorica” hanno avuto motivazioni sostanzialmente identiche a quelle attuali: ci si sposta dai propri luoghi di origine per cercare condizioni economiche di vita migliori o per sfuggire a guerre o a persecuzioni; e spesso non è facile distinguere l’una motivazione dall’altra.

Nonostante tale fenomeno esista da migliaia (se non milioni) di anni, l’Italia ha dovuto affrontarlo seriamente da una trentina d’anni a questa parte, in quanto, prima di allora, l’Italia era stato essenzialmente un Paese di emigrazione, anziché di immigrazione; ciò nonostante, quando si è trattato di regolare il fenomeno, sembra che gli Italiani si siano dimenticati del proprio passato di emigrazione, in quanto, sin dalle prime ondate migratorie seguite alla caduta dei regimi comunisti nell’Europa dell’est, hanno visto i nuovi arrivati come una minaccia per la loro sicurezza, più che come una risorsa.

Del resto, tale approccio ostile all’immigrazione ha riguardato, in misura più o meno rilevante, quasi tutti i Paesi europei, recentemente investiti da un’ondata migratoria che non si vedeva nel Vecchio Continente dalla seconda guerra mondiale.

In anni relativamente recenti, infatti, l’Europa da punto di partenza è diventata destinazione privilegiata di grandi movimenti migratori. Si tratta di nuovi migranti “economici” provenienti dall’Africa, per lo più, ma anche dall’Europa dell’est, dall’Asia, dall’America del Sud; ai quali, in tempi recentissimi, si sono aggiunti i c.d. “rifugiati”, ovvero coloro che emigrano non per sfuggire alla povertà, ma ad una persecuzione; e anche se, spesso, le due cose sono strettamente collegate, in entrambi i casi, comunque, si tratta di fughe obbligate.

I cittadini dei Paesi verso cui si dirige l’immigrazione sono, ovviamente, preoccupati, anche se tali preoccupazioni non sono distribuite in modo uniforme. Nei Paesi europei in cui le condizioni economiche sono migliori, o dove, semplicemente, lo Stato si è dimostrato in grado di gestire meglio l’immigrazione, le tensioni sociali e politiche sono meno gravi; in altri, invece, l’arrivo di nuovi poveri non ha fatto altro che accrescere il risentimento dei poveri “locali”, che hanno preferito riversare la propria frustrazione verso i nuovi arrivati anziché ricercare la responsabilità della propria condizione nei loro governanti, i quali, peraltro, non hanno fatto altro che sfruttare l’occasione per raccogliere facile consenso facendo leva sulla paura del diverso, per certi versi innata nell’animo umano.

Questo lavoro vuole porsi come obiettivo quello di fornire una panoramica della normativa italiana in materia di protezione internazionale, con particolare riferimento all’ultimo intervento normativo in materia, ovvero il famigerato “decreto Salvini” (d.l. 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1 dicembre 2018, n. 132), che, come si vedrà, ha proseguito l’approccio di tipo securitario ed emergenziale che il legislatore italiano ha (quasi) sempre seguito, sin dai tempi del fascismo, per la gestione del fenomeno migratorio.

Nel primo capitolo di questa tesi comincio con un inquadramento della materia, delineando quello che è il diritto d’asilo nell’ordinamento internazionale, con particolare riferimento alle norme della Convenzione di Ginevra relativa allo statuto dei rifugiati del 1951 e alla giurisprudenza in materia elaborata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.

Nel secondo capitolo procedo poi con un’analisi dell’evoluzione della normativa italiana in materia di asilo e immigrazione, dai primi approcci sino agli ultimi interventi normativi in materia, quali il decreto Minniti (2017) e il decreto Salvini (2018).

Il terzo capitolo è invece dedicato all’impatto che il summenzionato decreto Salvini ha sulla normativa italiana in materia di protezione internazionale, con particolare riferimento a due aspetti: l’abolizione della protezione umanitaria (e il correlato problema dell’asilo costituzionale) e i reati ostativi al riconoscimento della protezione internazionale.

Mi si consenta, in conclusione di questa breve introduzione, una piccola nota di metodo: data la costante evoluzione della materia oggetto di questo lavoro e la decisione di trattare testi normativi e materiali estremamente recenti, si è in molte occasioni cercato di ricorrere alle fonti notiziali e giurisprudenziali più attuali, reperibili quindi esclusivamente in rete: in tali casi, si è inserito all’interno dell’elaborato il link (URL) che rimanda alla fonte citata.

Pur non avendo alcuna pretesa di esaustività, mi auguro che i “venticinque lettori” di questo lavoro possano rinvenirvi alcune considerazioni interessanti per interpretare un fenomeno di cui molto si discorre ma, purtroppo, molto poco si conosce; nella speranza che, in futuro, tale fenomeno possa essere affrontato con il giusto approccio e governato con adeguate normative nazionali e, soprattutto, internazionali.

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La protezione internazionale in Italia alla luce delle recenti modifiche normative. Tesi di Laurea di Francesco Tortora