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Roma – Lo sgombero in via Cardinal Capranica avvia la conversione in legge del decreto sicurezza bis

Foto di Vanna D'Ambrosio

Roma, 15 luglio – È stata una notte lunga in via Pietro Bembo – al confine con l’occupazione in via Cardinal Capranica; una notte durante la quale si sentiva forte la forza della resistenza e la consapevolezza di lottare per ciò che è giusto. Inumano ancora l’atto, la procedura di schierare 37 blindati in vista, una decina tra defender e auto della polizia, 2 camion idranti, 2 camion dei vigili del fuoco, un elicottero (presto rientrato), un centinaio tra poliziotti, carabinieri e vigili e, dulcis in fundo, il camper della sala operativa sociale, l’intera armatura della sicurezza e del decoro contro donne e bambini, loro simili tuttavia, solo nelle organizzazioni governamentali non discriminatorie. Ed è andata avanti così per tutta la notte.
Senza retrocedere ma anzi aumentandosi ora dopo ora, mentre la folla solidale e stanca dei loro soprusi davanti a loro accusa i capi, politici, di una violenza da regime senza contropartite.

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Si trattava di sfollare l’ex scuola di proprietà del Comune, pubblica dunque, in via Cardinal Capranica in cui vivevano circa 300 persone, 87 nuclei familiari, più di 80 minori e per cui le disposizioni del Viminale di seminare panico è sempre più impellente rispetto alla salvaguardia della dignità umana. Persone, uomini, donne e bambini, più deboli, più fragili, condannati ad essere una emergenza interna anziché una discussione intorno ai fallimenti della nostra politica, che sempre sottrae e mai aggiunge, fiera di sé.

Impossibile era avvicinarsi allo stabile, tutte le strade erano occupate dai presidi della polizia, ben molto tempo prima dell’azione di sgombero. Primavalle, quartiere in cui si trova la scuola pubblica, è stata sin dalla mezzanotte della domenica militarizzata e il movimento interno reso inaccessibile. Il presidio indetto dalla rete “Roma non si chiude” per mettere fine alla criminalizzazione della povertà e ai continui abusi di potere a danno dei molti è stato confinato in via Bembo.
I tanti solidali presenti, dopo sette ore di assedio, hanno ottenuto che l’assessora alle politiche sociali, Laura Baldassarre, e il capo di gabinetto dell’ufficio della sindaca scendessero in strada, ad incontrare i residenti per mediare una soluzione. Ma la proposta avanzata dalle istituzioni è stata, pedissequamente, quella di vagliare se accettare o meno la deportazione in casa famiglia o i centri di accoglienza, in tutte le misure e con gli stessi pesi, promettendo instabilità e disintegrazione improvvisa dei nuclei, delle loro storie e dei loro vissuti.
Le famiglie hanno giustamente rifiutato il bluff e hanno continuato a restare barricate all’interno della zona. La polizia è intervenuta con uomini e mezzi, gli idranti contro le barricate incendiate, lasciando solo il tempo di portar via le poche cose. Tre occupanti di casa sono stati portati in Questura e poi rilasciati nel corso della giornata.

Foto di Cecilia Fabiano dell'agenzia LaPresse
Foto di Cecilia Fabiano dell’agenzia LaPresse

Inizia così a Roma l’iter di discussione della legge di conversione del decreto sicurezza bis. Sapremo farci forza e resistere?