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40 mila migranti aspettano in Messico per fare richiesta d’asilo negli USA

La Jornada, 8 agosto 2019

Photo credit: Isabel Mateos, Cuartoscuro

Tijuana. I camerunesi che condividono dieci materassi messi per terra in un appartamento al terzo piano sopra un parrucchiere vanno a piedi ogni mattina fino al punto d’ingresso più transitato nel confine fra il Messico e gli Stati Uniti, con la speranza di avere un po’ di fortuna e di essere convocati per fare richiesta d’asilo negli Stati Uniti. Hanno la speranza che un funzionario messicano sia abbastanza gentile da dare loro un turno.

Vado in caso si liberi un posto” dice Rashidou Hdzekasaah, di 35 anni, che aspetta da due mesi a Tijuana e ha ancora davanti a sé 6mila nomi nella lista di attesa per poter fare richiesta d’asilo sul confine di San Diego.

I dati forniti dal governo messicano e le inchieste della Associated Press indicano che almeno 40.000 migranti hanno raggiunto il confine e sono in lista di attesa, il primo passo di un lungo processo per presentare domanda di asilo o essere ascoltati dai tribunali statunitensi in materia di immigrazione dopo essere stati espulsi in Messico.

Il dato è in forte aumento rispetto all’inizio dell’anno. Non esistono dati su quanti siano riusciti a entrare in maniera irregolare negli USA, quanti abbiano deciso di rimanere in Messico né quanti siano tornati in Centro America.

Trasformare il Messico in una gigantesca sala d’attesa è la misura più audace che ha intrapreso il governo di Donald Trump come risposta all’aumento di persone che fanno richiesta di protezione umanitaria, molte delle quali sono famiglie centroamericane. L’iniziativa è parte di un programma più ampio per fermare l’immigrazione, tema che ha incendiato il dibattito politico che si è intensificato ancora di più dopo la scoperta che l’uomo responsabile del massacro di 22 persone in un centro commerciale a El Paso, Texas, sabato scorso (il 3 agosto n.d.T.) è stato motivato dall’odio razziale verso messicani e ispanici.

I camerunensi che scappano dalle atrocità del proprio paese hanno fatto aumentare la cifra dei migranti che vogliono fare richiesta da Tijuana ad oltre 10 mila domenica scorsa. Tre mesi fa c’erano in lista 4 mila 800 persone.

All’arrivo dei nuovi migranti si aggiungono i centroamericani che gli USA espellono in Messico mentre aspettano le decisioni dei tribunali, il che prolunga il periodo d’incertezza di quelli che cercano asilo.

Le lunghe attese mettono alla prova la pazienza di alcuni migranti che cercano protezione umanitaria così come dei residenti delle città frontaliere.

Più di 100 camerunensi hanno bloccato la strada ai furgoni del servizio di immigrazione il mese scorso, chiedendo più trasparenza nel processo per determinare chi è accettato nella lista d’attesa per fare richiesta d’asilo. La protesta è nata dopo diversi giorni in cui gli Stati Uniti non hanno accettato le domande. Negli ultimi giorni sono state convocate finalmente persone che aspettano a Tijuana da tre mesi e mezzo, ed è molto probabile che in futuro l’attesa diventi ancora più lunga.

Naomi Lahud Hirasawa

Mi sono laureata in Scienze Internazionali e Diritti Umani. Ho scritto la tesi sulle Carovane Migranti che hanno attraversato il Messico nel 2018 e 2019 e da allora scrivo approfondimenti sul tema dei flussi migratori in Centro America e Nord America, con particolare attenzione ai rapporti fra i paesi del Triangolo Nord del Centro America e gli Stati Uniti. Dal 2019 lavoro per l’Organizzazione Internazionale del Lavoro.