
Nonostante il dispiegamento di forze della Guardia Nazionale e l’aumento di agenti doganali nella frontiera Sud del Messico, i migranti continuano ad entrare nel territorio messicano.

Le persone continuano a spostarsi dal loro paese di origine, sembra che la militarizzazione delle frontiere non cambi in nessun modo la realtà e il contesto nel quale vivono e per cui si vedono costretti ad emigrare; nei loro villaggi continuano ad essere ancora vittime della povertà cronica, della violenza strutturale e anche dell’impatto generato dal cambiamento climatico.

Il numero dei detenuti e dei deportati dalle autorità messicane è salito alle stelle negli ultimi mesi, a tal punto che le carceri migratorie si ritrovano ad essere sovraffollate; questo però non è riuscito ad impedire che il flusso scendesse dato che la maggior parte dei deportati ci riprova fino a 3 o 4 occasioni.

I provvedimenti sono dettati dagli Stati Uniti e fatti rispettare dal Messico, indipendentemente dal costo umano, è visibile che l’agonia si propaga tra i viaggiatori, dall’altro lato i crimini che si commettono contro di loro continuano e aumentano poiché non esiste una politica di prevenzione dei crimini, l’unica strategia è quella di perseguirli, detenerli e deportarli in maniera massiva.
